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Covid, il mondo torna a viaggiare: al via la road map per la fine delle restrizioni

In Italia una delle ipotesi in vista è la progressiva eliminazione dell'obbligo del Green pass in primavera per dormire in un hotel, oltre alla modifica delle regole dell'ordinanza in vigore fino al 15 marzo

Pubblicato:22-02-2022 18:28
Ultimo aggiornamento:08-04-2022 09:26

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ROMA – ‘…E potresti ripartire, certamente non volare ma viaggiare. Sì, viaggiare, evitando… le restrizioni più dure’. Ci perdonerà Lucio Battisti se prendiamo in prestito una strofa della sua celebre canzone e ne modifichiamo la parte finale per adattarla al momento storico che tutto il mondo sta vivendo, quello legato alla pandemia da Covid-19. In gran parte dei paesi del Vecchio Continente, Italia compresa, stanno per arrivare le regole relative ai prossimi allentamenti delle restrizioni, anche in vista delle vacanze di Pasqua.

I dati relativi alla circolazione del virus migliorano ogni giorno e a breve è prevista la ‘road map’ per le prossime riaperture che riguarderanno numerose attività del nostro paese. A soffrire in particolar modo questi due anni di pandemia è stato certamente il turismo e per questo motivo le associazioni di categoria chiedono al governo misure che tutelino il settore, nel tentativo di recuperare il terreno perduto a scapito di paesi come Grecia e Spagna, che hanno anticipato le aperture.

In Italia una delle ipotesi in vista è la progressiva eliminazione dell’obbligo del Green pass in primavera per dormire in un hotel, oltre alla modifica delle regole dell’ordinanza in vigore fino al 15 marzo che prevede l’esibizione di un tampone molecolare o antigenico, oltre al certificato di vaccinazione per chi arriva da molti paesi extra europei. A partire dal 1 marzo per gli arrivi da tutti i paesi extraeuropei saranno vigenti le stesse regole già previste per i paesi europei. Per l’ingresso in Italia sarà sufficiente una delle condizioni del green pass: certificato di vaccinazione, certificato di guarigione o test negativo. Inoltre, fino al 31 marzo i turisti stranieri vaccinati da oltre 6 mesi devono sottoporsi a tampone ogni volta che accedono ai servizi e alle attività per i quali è previsto il Green Pass Rafforzato, come ad esempio i ristoranti.


Lo scrittore, giornalista e fotografo svizzero, Nicolas Bouvier, ha detto che ‘in viaggio la cosa migliore è perdersi. Quando ci si smarrisce, i progetti lasciano il posto alle sorprese, ed è allora, ma solamente allora, che il viaggio comincia’. Che sia in moto, in macchina, in treno o in aereo, il mondo intero è dunque pronto a viaggiare nuovamente e a perdersi in nuove avventure. E si può ripartire, certamente non volare ma viaggiare!

LE REGOLE DA RISPETTARE IN ITALIA

Per quanto riguarda il nostro paese, fino al 31 marzo 2022, per utilizzare i mezzi di trasporto pubblico, inclusi treni, traghetti e aerei e per altre attività, è obbligatorio indossare le mascherine di protezione delle vie respiratorie di tipo Ffp2. Per le regioni in zona bianca, gialla e arancione l’uso di mezzi di trasporto pubblico o privato di linea non è consentito senza green pass e con green pass base, mentre è consentito con green pass rafforzato.

LA DIVISIONE IN ELENCHI

Se, invece, l’intenzione è quella di spostarsi oltre il Bel Paese è necessario rifarsi all’ordinanza del 27 gennaio 2022, che riguarda il periodo 1 febbraio-15 marzo 2022. Scorrendo il portale www.viaggiaresicuri.it si legge che la normativa italiana continua a basarsi su cinque elenchi di paesi per i quali sono previste differenti misure.

Dell’elenco ‘A’ fanno parte San Marino e Città del Vaticano, elenco che al momento non prevede limitazioni per gli spostamenti in entrata e uscita. Le certificazioni rilasciate dalle competenti autorità della Repubblica di San Marino e dello stato della Città del Vaticano a seguito di una vaccinazione anti Sars-CoV-2 validata dall’Agenzia europea per i medicinali e di avvenuta guarigione, sono considerate equivalenti a quelle italiane.

Nell’elenco ‘B’, al momento vuoto, rientrano stati e territori a basso rischio epidemiologico, che verranno individuati con apposita ordinanza, tra quelli di cui all’elenco ‘C’.

ELENCO ‘C’, LE REGOLE DA RISPETTARE IN EUROPA E NON SOLO

Nell’elenco ‘C’ troviamo l’Austria, che dal prossimo 5 marzo ha in programma la fine delle principali restrizioni Covid-19, tra cui la riapertura dei locali notturni e la fine delle restrizioni sugli orari di apertura di bar e ristoranti, anche se rimarrà l’obbligo di indossare le mascherine in alcuni luoghi. Poi Belgio, Bulgaria, Cipro, Croazia, Danimarca (incluse isole Faer Oer e Groenlandia). In Danimarca dal primo febbraio non vige più l’obbligo di indossare le mascherine nei negozi o sui mezzi pubblici e di esibire il green pass. Il governo di Copenaghen ha inoltre dato il via libera agli eventi e all’apertura delle discoteche.

Sempre nell’eleco ‘C’ si trovano Estonia, Finlandia e Francia (inclusi Guadalupa, Martinica, Guyana, Riunione, Mayotte ed esclusi altri territori situati al di fuori del continente europeo). Il governo di Parigi ha deciso di revocare l’obbligo di mascherina all’aperto e di eliminare i limiti di presenze nelle sale dei concerti e agli eventi sportivi. Rimane in vigore il ‘pass vaccinal’, il nostro super green pass, che dovrebbe essere in vigore non oltre i primi giorni di aprile, a condizione che l’occupazione delle terapie intensive scenda sotto una determinata soglia.

Anche in Germania rimarrà in vigore l’obbligo di indossare la mascherina nei mezzi pubblici e probabilmente anche nei locali, ma il governo di Berlino ha stabilito un piano in tre fasi che prevede la fine delle misure di contrasto al Covid-19 entro il prossimo 20 marzo, quando si tornerà lentamente alla vita sociale, culturale ed economica, anche attraverso la revoca del green pass e l’obbligo dello smart working. Poi Grecia e Irlanda, che già da settimane ha eliminato l’obbligo di green pass per poter accedere a ristoranti, luoghi di intrattenimento e tempo libero, mentre pub e ristoranti possono rimanere aperti oltre le ore 20:00.

In quest’elenco anche Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi (esclusi i territori situati al di fuori del continente europeo). Il governo de l’Aia ha deciso che dal 25 febbraio i cittadini faranno a meno del green pass e di quasi tutte le misure di contrasto al Covid-19. In vigore rimarrà solamente l’obbligo di un test per chi vuole partecipare a eventi al chiuso con oltre 500 persone e l’obbligo delle mascherine per chi utilizza i mezzi pubblici o decide di prendere un aereo. Poi Polonia, Portogallo (incluse Azzorre e Madeira), Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, dove per accedere a ristoranti, bar ed eventi non viene chiesta la carta verde e lo stesso avviene per i turisti in entrata, Spagna (inclusi i territori nel continente africano), Svezia, Ungheria, Islanda, Norvegia, dove è scattato lo stop al distanziamento sociale e all’obbligo di indossare le mascherine nei luoghi affollati, Liechtenstein, Svizzera, che ha abolito le misure sanitarie per entrare nel paese, tra cui l’obbligo di indossare mascherina e di avere il Green pass per poter accedere a negozi, ristoranti, istituzioni culturali, manifestazioni e strutture aperte al pubblico, Andorra e Principato di Monaco.

ELENCO ‘C’, I DOCUMENTI NECESSARI PER RIENTRARE IN ITALIA

In base alla normativa italiana, gli spostamenti da/per i paesi dell’elenco ‘C’ sono consentiti senza necessità di motivazione. Dal 1 febbraio si può entrare in Italia dai paesi dell’Elenco ‘C’, in assenza di ulteriori soggiorni o transiti in Paesi di altri Elenchi nei 14 giorni precedenti e in assenza di sintomi compatibili con Covid-19, presentando a tutti coloro che siano autorizzati a effettuare i controlli i seguenti documenti: Passenger Locator Form (o dPLF) debitamente compilato, in versione digitale o cartacea (in caso di impedimenti tecnologici); Certificato Digitale Ue/Green Pass di completamento del ciclo vaccinale per Covid-19 con vaccino autorizzato dall’Ema (o certificato equivalente), o
Certificato Digitale Ue/Green Pass rilasciato a seguito di completa guarigione da Covid-19 e cessazione dell’obbligo di isolamento (o certificato equivalente) o Certificato Digitale Ue/Green Pass o certificato equivalente rilasciato a seguito di test molecolare o antigenico condotto con tampone e risultato negativo (test molecolare da effettuare nelle 72 ore precedenti l’ingresso in Italia, test antigenico da effettuare nelle 48 ore precedenti l’ingresso in Italia).

I PAESI NELL’ELENCO ‘D’

Nell’elenco ‘D’ troviamo Argentina, Arabia Saudita, Australia, Bahrein, Canada, Cile, Colombia, Emirati Arabi Uniti, Giappone, Indonesia, Israele, Kuwait, Nuova Zelanda, Perù, Qatar, Ruanda, Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord (compresi Gibilterra, Isola di Man, Isole del Canale, basi britanniche nell’isola di Cipro), Repubblica di Corea, Stati Uniti d’America (dove dallo scorso 8 novembre sono cadute le restrizioni agli arrivi per i viaggiatori vaccinati provenienti dall’area Schengen, Regno Unito, Irlanda, Cina, India e Brasile) Uruguay, Taiwan, Regioni Amministrative Speciali di Hong Kong e Macao.

ELENCO ‘D’: STOP RESTRIZIONI IN UK, SOLO ‘FULLY VACCINATED’ IN USA

Per il premier britannico, Boris Johnson, bisogna ‘convivere con il Covid’: via, dunque, all’obbligo di autoisolamento generalizzato per i positivi, via la distribuzione dei kit per i test antigenici, al loro posto il buonsenso, con i cittadini ‘incoraggiati ad esercitare la responsabilità personale’ in caso di infezione, così come nel caso dell’influenza.

Negli Stati Uniti, invece, è ammesso l’ingresso ai viaggiatori che hanno completato la vaccinazione. Per ‘fully vaccinated’ si intendono sia i vaccinati con i vaccini approvati da Fda (Moderna, Pfizer e Johnson and Johnson) sia quelli vaccinati con vaccini inseriti nella Emergency Use Listing (Eul) dell’Organizzazione mondiale della sanità e tra i quali è incluso AstraZeneca.

Sono ritenuti ‘fully vaccinated’ anche coloro che hanno ricevuto una vaccinazione mista a condizione che sia stata effettuata con vaccini riconosciuti da Fda o inclusi nella Eul. È considerato ‘fully vaccinated’ chi ha ricevuto almeno 14 giorni prima dell’arrivo negli Usa la seconda dose di vaccinazione o la dose singola nel caso di vaccini che prevedono una sola inoculazione (Johnson and Johnson).

ELENCO ‘D’, LE REGOLE PER RIENTRARE IN ITALIA

La normativa italiana consente tutti gli spostamenti da/per questi paesi. Tuttavia, la rimozione delle limitazioni agli spostamenti dall’Italia verso alcuni stati non esclude che questi paesi possano ancora porre limiti all’ingresso. Fino al 15 marzo all’ingresso/rientro in Italia, se nei 14 giorni precedenti si è soggiornato/transitato in un paese dell’elenco ‘D’, è obbligatorio: compilare un formulario on-line di localizzazione denominato anche digital Passenger Locator Form (dPLF) e presentarlo, sul proprio dispositivo mobile o in versione cartacea, al vettore al momento dell’imbarco, e a chiunque sia preposto a effettuare i controlli; presentare al vettore, all’atto dell’imbarco, e a chiunque sia deputato a effettuare i controlli, la certificazione ‘verde’ Covid-19, rilasciata al completamento del ciclo vaccinale ovvero certificazione equipollente, emessa dalle autorità sanitarie competenti a seguito di vaccinazione validata dall’Ema; presentare al vettore, all’atto dell’imbarco, e a chiunque sia preposto a effettuare i controlli, un certificato che attesti il risultato negativo di un test molecolare o antigenico, condotto con tampone, effettuato nelle settantadue (72) ore precedenti l’ingresso in Italia (se test molecolare) o ventiquattro (24) ore (se test antigenico), da mostrare a chiunque sia preposto ad effettuare questa verifica. Il termine è ridotto a quarantotto (48) ore per il test molecolare dal Regno Unito (24 ore per test antigenico).

In caso di mancata presentazione del certificato di vaccinazione è comunque possibile entrare in Italia, ma è fatto obbligo di sottoporsi a test molecolare nelle 72 ore precedenti l’arrivo o test antigenico nelle 24 ore precedenti l’arrivo, condotto con tampone e risultato negativo (termine ridotto a 48 ore per il test molecolare in ingresso dal Regno Unito); sottoporsi a isolamento fiduciario e sorveglianza sanitaria (informando la Asl competente per attivare la sorveglianza) presso l’indirizzo indicato nel dPLF, raggiungibile solo con mezzo privato, per un periodo di 5 giorni; effettuare un ulteriore test molecolare o antigenico, condotto con tampone, al termine dei 5 giorni di isolamento.

ELENCO ‘E’, SPOSTAMENTI MOTIVATI E CORRIDOI COVID-FREE

Infine c’è l’elenco ‘E’, il ‘Resto del mondo’, vale a dire tutti gli stati ed i Territori non espressamente menzionati in altri elenchi. Con ordinanza 28 settembre 2021, il ministro della Salute Roberto Speranza ha inoltre autorizzato, in via sperimentale, ‘Corridoi turistici Covid-free’ che interessano alcuni paesi/territori dell’Elenco ‘E’: Aruba, Maldive, Mauritius, Seychelles, Repubblica Dominicana, Egitto limitatamente alle zone turistiche di Sharm El Sheikh e Marsa Alam e, dal 1 febbraio 2022, anche Cuba, Singapore, Turchia, Thailandia limitatamente all’isola di Phuket, Polinesia francese e Oman.

In base alle ordinanze 22 ottobre e 14 dicembre 2021, sostanzialmente prorogate fino al 15 marzo 2022 con ordinanza 27 gennaio 2022, gli spostamenti dall’Italia verso tutti i paesi dell’Elenco ‘E’ sono consentiti solo per motivi di lavoro, salute, studio, assoluta urgenza, rientro presso il domicilio, l’abitazione o la residenza propri o di persona, anche non convivente, con cui vi sia una relazione affettiva stabile e comprovata. Il rientro/ingresso in Italia, in caso di soggiorno/transito nei 14 giorni precedenti da questo gruppo di paesi è sempre consentito ai cittadini italiani/Ue/Schengen e loro familiari, nonché ai titolari dello status di soggiornanti di lungo periodo e loro familiari.

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