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Fondazione Open, Renzi divide Pd e M5s: oggi il Senato vota sul conflitto d’attribuzione

M5s contrari alla relazione della Giunta per le immunità del Senato che solleva il conflitto d'attribuzione contro i pm di Firenze

Pubblicato:22-02-2022 14:21
Ultimo aggiornamento:22-02-2022 20:26
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ROMA – Matteo Renzi spacca l’asse tra Pd e M5s. È previsto per oggi pomeriggio, infatti, il voto dell’aula del Senato sul conflitto d’attribuzione sollevato dal leader di Italia Viva contro i magistrati di Firenze che indagano sui presunti finanziamenti illeciti ricevuti dalla Fondazione Open.

Ma se nel voto di dicembre in Giunta per le Immunità Pd e M5s avevano scelto la via dell’astensione, oggi le due anime dell’alleanza giallorossa sembrano destinate a separarsi. Il leader del M5s, Giuseppe Conte, annuncia infatti il voto contrario: “Voteremo contro, ma non contro Renzi, contro un singolo senatore, ma perché difendiamo valori e principi del M5s. Non ci sono i requisiti per chiedere un conflitto di attribuzione”.

Decisione opposta arriva invece dall’ufficio di presidenza del Pd. “Io credo che sull’inchiesta Open ci sia una palese violazione dei giudici all’articolo 68 della Costituzione”, aveva detto il senatore dem Marcucci a L’Aria che Tira, anticipando la decisione del gruppo. “Credo che il Pd in aula si comporterà di conseguenza votando per il conflitto di attribuzione”.


Al centro dello scontro i messaggi scambiati su Whatsapp nel 2018 dallo stesso Renzi. Secondo la relazione della Giunta delle Immunità, firmata dalla senatrice forzista Fiammetta Modena, i pm hanno incluso nel fascicolo dell’inchiesta una chat del giugno 2018, quando Renzi era senatore, senza chiedere prima la formale autorizzazione del Senato. La relazione era stata approvata con 14 voti favorevoli, tra cui quelli della Lega e di Fratelli d’Italia, due voti contrari, quello dell’ex presidente del Senato Pietro Grasso e di Gregorio De Falco, entrambi nel Misto, e l’astensione di Pd e M5S.

Matteo Renzi è indagato per finanziamenti illeciti dalla procura di Firenze. I pm hanno chiesto il rinvio a giudizio per il leader di Italia Viva ed altri membri del ‘giglio magico’, tra cui Maria Elena Boschi, Luca Lotti e Marco Carrai.

RENZI: “UN GIUDICE PENALE NON PUÒ DECIDERE COS’È UN PARTITO

“L’idea che un giudice penale nel 2022 possa decidere cos’è un partito e cosa non è, dovrebbe far scattare un campanello d’allarme”, dice Matteo Renzi, nell’aula del Senato, in relazione alla richiesta di conflitto di attribuzione nei confronti dei pm di Firenze che indagano su Open. Renzi richiama anche la stampa al suo ruolo: “Non è pensabile che notizie prive di rilievo penale siano pubblicate in prima pagina. Se la stampa cede il proprio ruolo di guardiano democratico abbiamo un problema perché il populismo vince anche per mancanza di responsabilità da parte della stampa”. 

RENZI: “SI VERGOGNI CHI PENSA CHE ATTACCHIAMO LA MAGISTRATURA

“Per la credibilità delle istituzioni questo è un giorno in cui bisogna mettere le cose in chiaro. Si vergogni chi pensa che qui stiamo attaccando la magistratura, noi stiamo chiedendo che la politica faccia i conti con la realtà”.

RENZI A SENATORI: “VI AUGURO CHE NON ACCADA CIÒ CHE È ACCADUTO A ME

“La mia vita personale è stata messa in pasto a una campagna non solo di stampa, vi auguro soltanto che ciò che è accaduto a me non accada a voi. Ve lo auguro con il cuore in mano”.

RENZI: “STAMPA RESPONSABILE, VELINA VALE PIÙ DELLA SENTENZA DI CASSAZIONE

 “La stampa e l’informazione che difendiamo fino in fondo è parzialmente responsabile di quello che è accaduto perché quando le veline di una procura valgono più di una sentenza di una cassazione, vuol dire che il tema riguarda anche il mondo anche quel mondo”.

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