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Putin manda truppe in Ucraina: sale ancora la tensione. Russia: “Sempre pronti al dialogo”

Dopo il riconoscimento delle repubbliche separatiste di Donetsk e Lugansk, il presidente russo ha ordinato l'invio di truppe nel Donbass "con funzione di mantenimento della pace"

Pubblicato:22-02-2022 08:25
Ultimo aggiornamento:22-02-2022 20:05

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ROMA – Il presidente russo Vladimir Putin ha incaricato il ministro della Difesa di inviare truppe russe nel Donbass, regione separatista dell’Ucraina orientale, “con funzione di mantenimento della pace“. Lo riporta il quotidiano Novaja Gazeta spiegando che tale misura è contenuta in due decreti con cui Mosca riconosce ufficialmente l’indipendenza delle “repubbliche popolari” di Donetsk e di Lugansk. Tali entità si sono autoproclamate tali nel 2014 e finora il Cremlino non le aveva mai riconosciute e aveva anche negato ogni sostegno militare ai movimenti separatisti dell’Ucraina orientale.

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LA SITUAZIONE NEL DONBASS

Novaya Gazeta riferisce inoltre che Putin ha chiesto al ministero degli Esteri di avviare relazioni diplomatiche con le rappresentanze politiche di Donetsk e Lugansk. Nel Donbass da venerdì scorso sono scoppiati scontri tra i gruppi armati separatisti filo-russi e l’esercito ucraino sulla scia di settimane di rinnovate tensioni militari al confine con la Russia, che hanno comportato anche la risposta degli Stati Uniti con diverse migliaia di soldati inviati nei Paesi Nato più prossimi al confine russo. Dopo il riconoscimento delle due repubbliche da parte del Cremlino, l’Unione Europea ha stabilito nuove sanzioni sulla Russia, accusata di voler invadere l’Ucraina. Mosca ha denunciato invece la crescente presenza militare americana alle sue frontiere e chiesto, per ragioni di sicurezza, che sia bloccato il processo di annessione dell’Ucraina alla Nato.


UE: “RICONOSCIMENTO REPUBBLICHE SEPARATISTE VIOLAZIONE GRAVE”

“Il riconoscimento delle due repubbliche separatiste in Ucraina è una violazione spudorata del diritto internazionale, dell’integrità territoriale dell’Ucraina e degli accordi di Minsk”. Questa la reazione su Twitter della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, del presidente del Consiglio europeo Charles Michel e dell’Alto Rappresentante Ue Josep Borrell dopo la firma del decreto con cui il presidente russo Vladimir Putin ha riconosciuto l’indipendenza delle repubbliche di Donetsk e Lugansk, le aree più a est del Paese interessate dalle tensioni militari negli ultimi mesi. “L’Unione europea e i suoi alleati reagiranno con unità, fermezza e determinazione in solidarietà dell’Ucraina”, hanno concluso i leader.

DI MAIO: “DECISIONE RUSSA DA CONDANNARE, PRONTI A RIFERIRE IN PARLAMENTO”

“La decisione delle autorità russe di riconoscere le cosiddette Repubbliche separatiste di Lugansk e Donetsk è da condannare in quanto contraria agli accordi di Minsk e costituisce un grave ostacolo nella ricerca di una soluzione diplomatica. L’Italia continua a sostenere l’integrità e la piena sovranità dell’Ucraina nei suoi confini internazionalmente riconosciuti”. Lo ha detto il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio.

Il titolare della Farnesina, che ha risposto alla richiesta di numerose forze politiche italiane assicurando che “il Governo è pronto a riferire in Aula”, ha aggiunto: “L’Italia rivolge un appello a tutte le parti perché si ritorni al tavolo negoziale nei formati appropriati, nella convinzione che iniziative unilaterali allontanano il raggiungimento di condizioni di stabilità e sicurezza nella regione. L’Italia è in costante contatto con i partner europei e atlantici per coordinare la risposta all’annuncio del presidente della Federazione Russa“.

“SANZIONI SONO NECESSARIE, ITALIA CONVINTA DI QUESTA STRADA”

Da Parigi, dove si svolge il Consiglio degli Affari esteri, Di Maio ha ribadito che “daremo l’ok politico alle sanzioni alla Russia. Quello che è avvenuto ieri è inaccettabile. L’Italia è assolutamente convinta nel procedere sulla strada delle sanzioni. Cio che è avvenuto ieri è un gravissimo ostacolo a una soluzione diplomatica di questa crisi”.

LAVROV: “PRONTO A INCONTRARE BLINKEN”

“Sono sempre pronto a incontrare il segretario di stato americano Antony Blinken”. Lo ha assicurato il ministro degli Affari esteri della Russia Sergey Lavrov, in un momento in cui le diplomazie occidentali denunciano l’inizio dell’invasione dell’Ucraina orientale da parte delle truppe russe e annunciano un pacchetto di sanzioni contro Mosca. “Persino nei momenti più difficili (…) noi diciamo: siamo disponibili al negoziato“, ha ribadito la portavoce di Lavrov, Maria Zakharova.

IL PRESIDENTE UCRAINO ZELENSKY: “DISPONIBILI AL DIALOGO, NON ABBIAMO PAURA”

Ieri, l’annuncio del Cremlino di riconoscere l’indipendenza delle autoproclamate repubbliche del Donbass – le “repubbliche popolari” di Donetsk e di Lugansk, rispettivamente Rpd e Rpl – a cui è seguito il via libera a “missioni di peacekeeping” nell’Ucraina orientale, ha messo in allarme i Paesi Nato e l’Ue. La notte scorsa, il presidente dell’Ucraina Volodomir Zelensky ha reagito agli annunci della Russia dichiarando che il suo Paese “non ha paura” e che Kiev è disponibile al dialogo. Stati Uniti, Francia e Regno Unito hanno quindi chiesto una sessione straordinaria del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, che è iniziato alle 3 del mattino, ora italiana. I rappresentanti del governo dell’Ucraina hanno denunciato l’intervento russo come “un blando pretesto” per scatenare “una guerra”. L’ambasciatrice degli Stati Uniti Linda Thomas-Greenfield ha definito la missione di peacekeeping “un nonsense. Tutti noi sappiamo di cosa si tratta davvero”. Vasily Nebenzya, il rappresentante di Mosca al Palazzo dei vetro ha ribadito: “Mosca è sempre aperta a una soluzione diplomatica” della crisi.

ENTRO OGGI LE SANZIONI DELL’UE

In Europa, l’Alto rappresentante per la politica estera dell’Unione europea, Josep Borrell, condannando il riconoscimento di Rpd e Rpl, ha ribadito in un tweet che “le azioni illegali della Russia non resteranno impunite” e che l’Ue è “allineata ai partner transatlantici”. Già entro oggi l’Unione definirà un pacchetto di sanzioni. È stato convocato per “prendere decisioni per definire la risposta europea all’ingresso delle truppe russe nella regione ucraina del Donbass” il consiglio dei ministri degli Esteri dei 27 Stati membri indetto oggi a Parigi dall’alto rappresentante per la Politica estera dell’Unione Europea a margine del forum ministeriale sull’Indo-Pacifico. Durante la riunione è previsto che si discuterà per arrivare a una decisione unanime “sulla forma e sulla portata” delle sanzioni Ue contro la Russia. “Ciò non significa che prenderemo tutte le decisioni ma solo le decisioni più importanti nell’immediato”, ha detto l’alto rappresentante. “Bisogna agire presto, e questo significa farlo qui a Parigi“, ha concluso Borrell nella sua dichiarazione.

Pronte anche sanzioni dal Regno Unito: il primo ministro Boris Johnson ha convocato per la mattinata il “Cobra meeting”, acronimo di “Cabinet Office Briefing Rooms” – che si riunisce per far fronte ad emergenze riguardanti la sicurezza nazionale o regionale – proprio per definire le misure da imporre sull’esecutivo russo.

Appelli alla distensione sono invece giunti dalla Cina: il ministro degli Esteri Wang Yi in un colloquio telefonico con l’omologo americano Blinken ha espresso “preoccupazione” per “il peggiorare della crisi in Ucraina” e ha dichiarato: “La Cina ancora una volta fa appello a tutte le parti a usare moderazione“.

PACCHETTO SANZIONI UE A RUSSIA IN FASE APPROVAZIONE

 Il pacchetto di sanzioni da applicare nei confronti della Russia a seguito dell’invasione del Donbass, entra nella fase di approvazione dal Consiglio dell’Unione Europea e mirerà a bandire importazioni ed esportazioni di beni e servizi da entità separatiste della regione, a creare un elenco delle personalità responsabili della destabilizzazione dell’area (politici, militari, operatori economici ed esponenti della disinformazione) che comprenderebbe anche i nomi dei comandanti delle forze militari mandate dal presidente russo Vladimir Putin nell’area e a non riconoscere i passaporti russi emessi dalle autorità separatiste. È quanto si apprende da fondi diplomatiche europee dopo un accordo di principio degli ambasciatori degli Stati membri.

Il consiglio degli Affari esteri informale convocato d’urgenza a Parigi si esprimerà per un via libera politico nel pomeriggio per accordare agli ambasciatori l’adozione formale del pacchetto. Sia il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, e sia la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, accolgono con favore “la solida unità degli Stati membri e la loro risolutezza nel reagire con decisione e rapidità e di concerto con i partner internazionali alle azioni illegali della Russia”, si legge in un comunicato dei due presidenti.

Secondo questa nota ufficiale il pacchetto di sanzioni colpirebbe le banche che stanno finanziando le operazioni militari nel Donbass e i canali di finanziamento con cui la Russia accede ai capitali e ai mercati finanziari europei. Fonti della Commissione europea affermano di avere presentato agli Stati un’opzione nucleare in caso di grave aggressione del territorio Ucraino, sebbene non ci sia un accordo tra gli Stati sulla causa che potrebbe attivare questo scenario. Fra le misure adottate singolarmente dagli Stati membri, la Germania ha sospeso il processo di certificazione del gasdotto Nord Stream 2, come annunciato oggi dal Cancelliere Olaf Scholz. La struttura, il cui progetto è stato a lungo contestato dall’Ucraina e dagli Stati Uniti per la potenziale influenza che potrebbe dare a Mosca sullo scenario energetico europeo, è in grado di trasportare 55 miliardi di metri cubi di gas all’anno una volta in funzione.

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