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VIDEO | Industria, Di Mario: “Serve patto lavoro-imprese per lo sviluppo”

https://youtu.be/aoMCcGiYWOwROMA - "L'Italia rallenta, l’unico modo per risalire la china è puntare sull’industria manifatturiera con investimenti mirati”. Lo sottolinea Antonello

Pubblicato:22-02-2019 15:13
Ultimo aggiornamento:22-02-2019 15:13

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https://youtu.be/aoMCcGiYWOw

ROMA – “L’Italia rallenta, l’unico modo per risalire la china è puntare sull’industria manifatturiera con investimenti mirati”. Lo sottolinea Antonello Di Mario, in una video intervista alla ‘Dire’, presentando il suo libro ‘L’industria che salva in Paese’, uscito per Tullio Pironti editore. Il responsabile della comunicazione della Uiltec (il sindacato dei lavoratori dei comparti Energia, Chimico e Tessile) osserva che “le fabbriche esistono ancora ed esiste l’industria manifatturiera. L’economia italiana- argomenta Di Mario- vive una fase di stanca: i dati dell’Istat indicano che il fatturato della produzione industriale non è mai stato così basso da 10 anni a questa parte. Si prevede uno 0,1-0,2% di crescita del Pil per l’anno in corso, che è davvero poco. Siamo indietro rispetto agli altri paesi e le industrie sono la spina dorsale di un’economia che deve rialzare la testa, è possibile ma ci vogliono investimenti”.

Nel libro si segnala appunto la necessità di investimenti pubblici e privati e di un patto tra lavoro e impresa. “Ci sono dei segnali in questo senso- nota l’autore del libro- innanzitutto gli investimenti devono essere indirizzati verso strutture materiali e immateriali, come il digitale: mai come adesso un settore come l’auto è in crisi, quindi sono necessari investimenti per la meccanica ma soprattutto per il comparto della elettronica, connesso all’auto. Chi investe di più regge la crisi“.


Per quanto riguarda il patto, deve essere finalizzato “allo sviluppo: c’è stato il patto della fabbrica e il sindacato si è ricompattato in piazza San Giovanni il 9 febbraio. Cgil, Cisl e Uil muovono i primi passi verso l’unità d’azione e lunedì vanno a trattare con il governo sulla riforma previdenziale. Se questa si concretizza con un patto con Confindustria per lo sviluppo è buona cosa, stiamo a guardare”.

La convocazione del ministro Luigi Di Maio per il 25 febbraio, prosegue Di Mario, “è il primo segnale di un riavvio del dialogo che deve portare a risultati proficui. Bisogna cambiare la riforma previdenziale: quota 100 è un passo importante, ma non basta. Pensiamo alle donne: quante raggiungono 62 anni con 38 di contributi? Poche. Bisogna allargare la platea dei beneficiari”. Insomma per il responsabile comunicazione della Uiltec “un primo passo di confronto tra governo e sindacato c’è e la dirigenza dei sindacati è forte, quindi il sindacato si presenta compatto. Deve fare prove di unità: la strada è iniziata, va percorsa”, conclude.

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