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Il 23 febbraio confermato lo sciopero nazionale degli infermieri

Lo comunica Nursing Up, il sindacato degli infermieri italiani

Pubblicato:22-02-2018 17:08
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:31
Autore:

infermieri
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ROMA – Rimane confermato per venerdì 23 febbraio lo sciopero nazionale di 24 ore degli infermieri: irricevibile la proposta del Governo di chiudere il Ccnl del comparto Sanità con la mancia degli 85 euro mensili, che dovevano costituire una base di partenza della discussione per il personale infermieristico, investito da vent’anni di importanti responsabilità, demansionato e invecchiato dal blocco del turnover. Lo comunica Nursing Up, il sindacato degli infermieri italiani, durante la riunione all’Aran di oggi sul rinnovo del contratto del Ccnl del comparto Sanità.

“É vergognosa la bozza di un contratto al ribasso che non tiene conto di tutte le richieste da noi avanzate in questi anni: non possiamo e non vogliamo sottoscriverla perché significherebbe rinunciare alle legittime doglianze della gente che rappresentiamo. Su noi infermieri si regge il Ssn e pretendiamo di non essere schiacciati sotto l’aggravarsi del suo peso, ne va della dignità dei lavoratori. E quindi andiamo avanti con lo sciopero di domani su tutto il territorio nazionale e la manifestazione in piazza Santi Apostoli, dove saremo in migliaia per chiedere alle istituzioni un cambiamento serio- dichiara Antonio De Palma, presidente Nursing Up, dalla sede Aran di via del Corso- Gli infermieri italiani hanno dovuto sopportare condizioni di lavoro inaccettabili e si aspettano di venire riconosciuti come professionisti attraverso un’adeguata retribuzione, condizioni degne di una società civile, lo sblocco del turnover. Diciamo basta ai tagli lineari delle dotazioni organiche, le deroghe indiscriminate alle ore di riposo giornaliere e al riposo settimanale, alla fuga dei cervelli dei giovani infermieri”.

A fronte della carenza di ben 63000 infermieri che mancheranno all’appello, stando alle ultime proiezioni di Oms, Istat ed Eurostat, che prevedono questo fabbisogno di personale al 2021 con l’aumento del 3% dei pazienti cronici e non autosufficienti. “La domanda che ci poniamo come cittadini innanzitutto- conclude il presidente Nursing Up- considerando che le elezioni sono alle porte, è: quanto vale la nostra salute per la politica?”.


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