NEWS:

Report del Consiglio grande e generale del 22 febbraio – Seduta mattutina

Prende i via l'esame delle Istanze d'Arengo: le prime tre, tutte di ambito scolastico, vengono respinte a maggioranza. La prima riguardava l'introduzione di tablet, da affiancare ai libri, alle scuole medie

Pubblicato:22-02-2016 12:44
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:01

FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

SAN MARINO – In mattinata il Consiglio Grande e Generale inizia ad esaminare le Istanze d’Arengo: le prime tre sottoposte al voto dell’Aula sono tutte respinte a maggioranza. Le prime due riguardano l’ambito scolastico: l’Istanza d’Arengo n.3 chiede “un progressivo affiancamento ai libri di testo di tablet a disposizione degli alunni delle Scuole medie Inferiori della Repubblica di San Marino”, la n. 15 invece é a favore di una “revisione della normativa esistente in materia di attribuzione degli incarichi e di gestione delle richieste di trasferimento del personale scolastico docente”; infine, riguarda l’ambito sanitario l’Istanza n.4, volta a chiedere la modifica dell’art.12 della Legge n.134/1995, “prevedendo criteri più rigorosi in caso di rinnovo della patente per gli over 75 anni”.
Nel pomeriggio l’Aula affronterà le quattro istanze d’Arengo rimaste all’ordine del giorno.

Di seguito un estratto degli interventi della mattinata.

Comma 6. ISTANZE D’ARENGO


Istanza d’Arengo n.3 – Per un progressivo affiancamento ai libri di testo di tablet computers a disposizione degli alunni delle Scuole medie Inferiori della Repubblica di San Marino. Respinta con 25 contrari e 17 favore.
Giuseppe Morganti, segretario di Stato all’Istruzione: “L’Istanza incide in maniera diretta sulla questione ardua della problematica, e non sulla capacità gestionale di questi strumenti. La scuola ha il compito di insegnare come non farsi usare da questi strumenti. La scuola si sta dotando degli strumenti informatici. Le lavagne digitali hanno toccato le scuole di tutti i gradi. La scuola non può esimersi dal compito di essere all’altezza di educare all’uso di queste strumentazioni. Già c’è agli atti del Consiglio, presentato in prima lettura, un progetto per l’alfabetizzazione informatica. L’implementazione riguarda la formazione piuttosto che l’introduzione di nuove tecnologie. Non credo che gli strumenti elettronici potranno sostituire facilmente i libri. La modalità di apprendimento dai libri è diversa, rispetto ai tablet e i computer. La capacità di apprendimento è oggettivamente diversa. La scuola deve dare ai ragazzi la capacità di gestire questi strumenti. Possiamo migliorare le competenze digitali degli insegnanti. Se la Corea del Sud nel 2015 sostituirà i libri di testo non credo faccia una buona cosa. Non credo che la cultura umanistica europea possa essere sostituita dalle tecnologie innovative”.
Andrea Belluzzi, Psd: “Una volta a scuola si usavano carta, penna e calamaio. Studenti in ginocchio sui ceci. Per fortuna non succede più. I tempi cambiano. Il tablet è il presente. La scuola guarda avanti, non indietro. Lo dico come provocazione. Il cloud è ancora più leggero del tablet. Sono le competenze umane che rendono vivo uno strumento tecnologico. Per me l’Istanza è interessante, ha già avuto una risposta da parte della scuola. Non c’è bisogno di recepirla perché è già stata recepita. E’ forse opportuno un confronto politico sulle traiettorie di sviluppo della scuola nei confronti delle nuove tecnologie. A oggi, con il mancato sviluppo delle telecomunicazioni in genere, è inutile parlare di tablet nella scuola. Lo dico provocatoriamente”.
Alessandro Mancini, Partito Socialista: “L’Istanza è ben fatta, pone un tema importante. Il Partito Socialista sosterrà l’Istanza d’Arengo. E’ necessario un aumento progressivo dell’utilizzo di questi strumenti, da affiancare a quelli tradizionali. Oggi quello sui tablet è un autoapprendimento. I ragazzi devono imparare a usare gli strumenti digitali, che devono essere messi a disposizione del percorso formativo. Condivido che il libro di testo non può essere sostituito”.
Luca Santolini, Civico 10: “La scuola dovrebbe insegnare ai ragazzi a non essere utilizzati dalle tecnologie, sono d’accordo. La scuola dovrebbe insegnare ai ragazzi come rapportarsi con il mondo dei social, in cui vivono immersi. Sarebbe interessante sviluppare un’educazione civica rispetto ai social. In Italia c’è una sperimentazione rispetto al linguaggio di programmazione, è da tenere in considerazione. Il Segretario è convinto che le tecnologie non si sostituiranno ai libri. Credo sia lo stesso per gli istanti, che chiedono un affiancamento. Parliamo di nativi digitali, che imparano fin da piccoli a ragionare in maniera ipertestuale, non con svolgimento inizio – fine, ma continui approfondimenti che divagano del testo per poi tornare. C’è un progetto per implementare nei plessi scolastici la fibra ottica. Il tablet da solo non risolverà il problema. Alleggerisce le spalle dei ragazzi dal peso dei libri, ma poi serve una formazione continua da parte del corpo insegnanti, il ripensamento di spazi e metodi dell’insegnamento. Il mio gruppo voterà favorevolmente”.
Nicola Selva, Upr: “I ragazzi di oggi sono i veri utilizzatori di questi nuovi strumenti. Non siamo noi. Potrebbero insegnare agli insegnanti come usare questi strumenti. Il nodo non è il libro, ma l’accesso alle informazioni condivise. Il rapporto si trasforma in dinamica collaborativa di condivisione di conoscenze nella classe, nell’istituto, anche fra insegnante e studente. Ecco cosa accade con questi strumenti. I ragazzi diventeranno protagonisti del loro apprendimento. E’ qui che cambia il mondo. Con la tecnologia si moltiplicheranno le possibilità di apprendere. Siamo d’accordo nell’andare nella direzione che gli istanti richiedono”.
Guerrino Zanotti, Psd: “La nostra scuola non è avulsa dall’introduzione dell’utilizzo di tecnologie. E’ vero che ci sono dati oggettivi come il fatto che potremmo sgravare i ragazzi del trasporto di chili di peso. Il discorso di affiancare i testi didattici tradizionali alle nuove tecnologie, come ha detto il segretario è già avviato all’interno delle nostre scuole”.
Denise Bronzetti, indipendente: “Questa istanza non nasce in contrapposizione a nulla rispetto quanto sta già facendo la scuola, ma sta cercando di elevare le competenze degli alunni. Se vogliamo parlare della scuola sammarinese del futuro e già di domani, questa potrebbe essere una scuola di eccellenza che passa anche attraverso l’utilizzo di strumenti che potrebbero essere il tablet come altri. Con i numeri della nostra realtà, i costi sono sostenibili. Purtroppo si preferisce spendere risorse economiche del Paese non per la scuola, gli insegnanti e i ragazzi ma per altro”.
Massimo Cenci, Ns: “Questa istanza non chiede di sostituire i libri con il tablet, ma si parla di graduale affiancamento. Non si parla poi solo di libri e tablet ma di approccio della didattica alla tecnologia che deve essere sempre aggiornato e anche l’approccio degli insegnanti alla tecnologia. Sono sicuro che tutti gli insegnanti facciano già queste valutazioni. Porto l’esempio della scuola elementare di Chiesanuova dove maestre, in collaborazione con i genitori, stanno già portando avanti l’affiancamento, con un progetto didattico condiviso e i risultati sono ottimi”.
Gian Matteo Zeppa, Rete: “Sottolineo la stranezza legata al fatto che il segretario di Stato non ha dato indicazioni di voto, bisognerebbe capire se l’istanza per lui possa essere un impedimento o meno nella sua ottica di didattica. Qui non si tratta di mettere sotto esame il sistema scolastico, ma si parla di dargli un supporto tecnologico. Sono stati portati numerosi esempi in cui alle elementari il percorso di affiancamento tecnologico pare già concluso. Bisogna poi andare incontro a chi ha difficoltà nell’apprendimento e che le tecnologie possono aiutare. Se l’Aula voterà l’istanza bisogna darle corso nel sistema scolastico attuale, ma non va a stravolgere nulla perché non si parla di sostituzione dei libri ma di affiancamento, Rete voterà l’istanza”.
Franco Santi, C10: “La tecnologia non è un’esigenza ma una realtà ma va governata. Per farlo bene bisogna conoscerla, quando si parla di scuola e contesto educativo la prima azione da fare è lavorare sui docenti che devono avere la possibilità di lavorare con tecnologia in modo familiare. Ciò potrà far costruire percorsi didattici con ricadute positive per i ragazzi. I nostri ragazzi hanno oggi una ricaduta dello strumento non dovuto a una percorso strutturato ma al semplice uso, appreso per imitazione. Dobbiamo evitare che si ricorra alla tecnologia come mero consumo e in questo la funzione educativa ce l’ha la scuola. E l’istanza va in questa direzione e credo debba essere presa in considerazione”.
Augusto Michelotti, Su: “Vorrei porre l’attenzione sui rischi dell’uso delle tecnologie, questi interventi vanno fatti con prudenza. Voglio fidarmi degli insegnanti che dovranno essere formati, però c’è una dimensione che va tenuta in forte considerazione. Non perdiamo la manualità. Lo strumento elettronico è comodo, ma può portare pigrizia. Perdere l’abitudine a scrivere a mano o leggere un libro è perdere qualcosa di buono. Alcuni studiosi hanno rilevato che scrivere a mano attiva 5 parti del cervello, farlo con un computer ne attiva solo due. Per questo il ruolo della scuola è fondamentale, perché deve trasmettere un uso responsabile e consapevole di questi strumenti e impedire ai ragazzi di arrivare all’assuefazione”.
Paolo Crescentini, Ps: “ Il Ps sosterrà l’istanza, la riteniamo importante per restare al passo con i tempi. Non ci si deve spaventate se il tablet entra nelle scuole. La lavagna interattiva multimediale sembrava una rivoluzione, oggi è uno strumento didattico fondamentale. Votare no sarebbe l’ennesima occasione persa per modernizzare la scuola. Un tablet poi pesa molto meno dei libri, cui può essere affiancato e può essere uno strumento di ricerca importante”.
Milena Gasperoni, Psd: “Voglio ringraziare gli istanti per avere proposto questa istanza d’Arengo che ci permette di fare riflessioni sull’uso delle nuove tecnologie nelle scuole. Ma prima di affrontare questo argomento avrei preferito un riferimento sull’introduzione delle tecnologie nelle scuole e il loro utilizzo. Questo Consiglio ha già approvato nel 2014 la legge sulla Dsa che introduce l’obbligatorietà dell’utilizzo degli strumenti compensativi per chi ha la Dsa, strumenti informatici ed elettronici, è già d’obbligo per la scuola. E’ poi passata in prima lettura la legge che detta il rafforzamento dei curricula scolastici anche in termini di rapporto con l’informatica. Il Consiglio sta dando già degli indirizzi e la tecnologia, concordo con il segretario di Stato, è un facilitatore, ma non un obiettivo cui tendere. Il libro cartaceo è insostituibile. Probabilmente è una questione dettata dall’età. Ma l’istanza non chiede di sostituire. Condivido che non debbano essere la politica e le leggi a rendere obbligatorio il tablet. Ma debba essere lasciato all’autonomia didattica delle scuole. La politica deve dare indirizzi e obiettivi e avere visione di lungo respiro”.
Mariella Mularoni, Pdcs: “E’ un dibattito interessante. Siamo veramente convinti che il tablet possa essere sostitutivo del libro cartaceo a scuola e che possa derivarne un effettivo beneficio? Oggi avere un tablet fa tendenza e non possiamo non dire che sia uno strumento utile e necessario. Ma c’è chi sostiene che potrebbe distogliere attenzione, diminuire l’esercizio della memoria. I ragazzi possono perdere il piacere di sfogliare un libro e scrivere a mano. Non sono contraria all’introduzione di questa tecnologia già usata come strumento compensativo. Ma occorre riflettere sugli obiettivi da raggiungere. Il tablet è uno strumento non l’obiettivo. Se riteniamo possa essere strumento utile per i nostri figli, usiamolo, ci sono alcune materie scolastiche che possono richiederne l’uso, altre meno. Ho però perplessità ad accogliere l’istanza così come presentata, mi sembra limitativo per l’affiancamento solo alla scuola media inferiore e non in tutti gli ordini. La proposta va inserita in un progetto più definitivo e comprensivo chiedo ci sia l’impegno affinché sia completato questo iter e non si possa rimanere indietro”.
Giuseppe Morganti, segretario di Stato per l’Istruzione: “Da un lato la proposta è interessante, l’approccio dell’istanza forse è un tantino deviante perché punta l’attenzione sul mezzo tecnologico, trascurando l’apprendimento didattico. La scuola sta già procedendo con l’affiancamento delle nuove tecnologie, oltre Chiesanuova, ci sono altre esperienze. Il Consiglio ha approvato la legge sull’utilizzo dei mezzi compensativi per la Dsa. La scuola sta già facendo grandi passaggi. Otto disciplinaristi incaricati dal governo lavoreranno con tutti gli insegnanti per ridefinire i percorsi curricolari. Nello specifico c’è il dott. Daniele Barca, un luminare italiano per i percorsi informatici e le nuove tecnologie, in questo percorso di revisione dei curricula verticali. Si parte dai nidi fino alla scuola secondaria superiore. La scuola deve avere la capacità di gestire la rivoluzione tecnologica, non solo relativamente all’uso dei mezzi, addirittura si stanno formando insegnanti che sono capaci di interpretare le nuove tecnologie e applicarle alle nuove tendenze. E’ vero che i libri possono essere digitalizzati e riportati sul tablet, ma le nuove tecnologie non riescono a dare completezza al ragionamento, facoltà che si ricerca nei libri tradizionali. Alcuni studi inoltre dimostrano che la propensione ai mezzi digitali crea difficoltà nelle capacità comunicative anche nella scrittura. Di qui l’incertezza a dare segno positivo all’impostazione dell’istanza. Vi ho promesso alcuni dati sui processi di formazione scuola: su 4.427 studenti ci sono attualmente 418 computer, 106 lavagne interattive, purtroppo solo 45 tablet, portando il rapporto studenti e nuove tecnologie a 7,8, un dato molto buono rispetto altri Paesi. Il Consiglio è libero di dare il suo indirizzo”.

Istanza n. 15 perché sia rivista la normativa esistente in materia di attribuzione degli incarichi e di gestione delle richieste di trasferimento del personale scolastico docente/Respinta a maggioranza
Giuseppe Morganti, segretario di Stato per l’Istruzione: “I cittadini non sono a conoscenza delle iniziative già prese a riguardo. Il decreto che tratta la gestione delle sostituzioni non ha ancora avuto piena efficacia e ha generato magari perplessità nei genitori nel valutare con positività gli elementi positivi introdotti. L’indicazione sulla duplice graduatoria per il sostegno è stata pienamente recepita nel decreto, si è definita una professionalità aggiuntiva rispetto al ruolo dell’insegnante di sostegno che non rappresenta più un insegnante dedicato al singolo alunno con problematiche, ma è un insegnante dedicato all’intera classe dove c’è in atto un processo di inclusione scolastica. Il nostro sistema può vantare di essere molto avanzato rispetto inclusione scolastica. In questa direzione le scuole stanno lavorando tantissimo, una delle priorità è lavorare sui processi di inclusione e ciò determina un nuovo ruolo che l’insegnante di sostegno sta assumendo all’interno del nostro ordinamento scolastico. Non so se la normativa approvata risolve completamente la problematica sollevata dall’istanza, ma sicuramente va in questa direzione. A questa istanza la nostra legislazione già da risposte, se devono essere implementate vediamo il Consiglio quale orientamento darà”.
Mimma Zavoli, C10: “Anche questa istanza presenta un tema antico e molto difficile da affrontare nella sua complessità. E’ uno degli argomenti cui si assiste al dibattito da anni e anche in Italia, ma non si è arrivati a risposte. A San Marino il ruolo giuridico del docente ha prevalso rispetto quello educativo nei confronti degli alunni. Il dibattito ha visto prevalere i docenti rispetto al bisogno educativo, rafforzando l’aspetto meramente sindacale e contrattuale, limitando gli interventi possibili. Rispetto all’esigenza di un mediatore sicuro e della continuità didattica ed educativa, se ne teniamo in mente l’importanza, capiremo il valore dell’istanza. Diversamente invece, non mi trovo concorde con la seconda parte dell’istanza, relativa alla valutazione psico fisica del docente, esistono altri presidi e possibilità per farlo. Andrebbe aperta invece una riflessione su concetto della responsabilità nella scuola, ma non solo, per qualunque funzionario che ha contatti con l’utenza. La relazione è fondamentale”.
Roberto Ciavatta, Rete: “Noi voteremo favorevolmente. E’ buona norma che un’istanza chieda un intervento. Perché se uno non è in linea con la maggioranza, l’Istanza viene bocciata. Più opportuno fare tre istanze d’Arengo. Il segretario ha detto che c’è già regolamentazione su alcuni di questi elementi. Non credo sia così. Non è presente l’ipotesi di liste distinte per insegnanti di sostegno e di cattedra. Queste cose noi le abbiamo proposte più di un anno fa. La continuità è ben lungi dall’essere raggiunta nella scuola. Con i pre-pensionamenti alcuni insegnanti sono andati in pensione lasciando la classe. Un ruolo come quello dell’insegnante richiede capacità specifiche. Aver legato le liste per l’insegnamento unicamente al principio del titolo di studio e anzianità inficia sulla necessità che il sistema scolastico ha di avere gli insegnanti migliori. Sono necessari dei concorsi pubblici che valutano l’attitudine psicofisica al servizio. Siamo favorevoli all’istituzione di graduatorie specifiche, a anche alla valutazione psicofisica. Un laureato non è necessariamente un buon insegnante”.
Nicola Selva, Upr: “Ci sono aspetti che devo ben capire. Si dice che c’è un decreto che va incontro all’istanza. Parlo di continuità didattica. E’ una cosa importante, se non fondamentale, nella formazione ed educazione scolastica. Ciò purtroppo non viene rispettato. Credo che in ambito educativo il concetto di continuità faccia riferimento a una crescita da realizzarsi senza importanti salti, interruzioni o incidenti. La scuola oggi ruota prevalentemente attorno al docente. Non si deve perdere l’obiettivo di un percorso didattico rivolto allo studente. Siamo favorevoli all’istanza”.
Denise Bronzetti, indipendente: “Si tratta di annose problematiche. Il riferimento del segretario richiama il decreto del 2014, che non è del tutto attuativo rispetto alle scelte che si fecero. La doppia lista, bisogna ammettere, in realtà non c’è. Il decreto non ha avuto corso rispetto a quanto stabilito. Viene rammarico nel vedere allargare le braccia di fronte alla problematica della sopraggiunta incapacità da parte di alcuni insegnanti nello svolgere appieno il proprio ruolo. E’ un problema evidente, capita spesso. Non stati posti correttivi. Se non lo fa la segreteria di Stato all’Istruzione, non so chi lo debba fare. Prendiamo l’istanza per sferzare la segreteria di Stato. Ricordo al segretario che quando abbiamo affrontato queste problematiche, ogni volta, si è trovato il modo per cercare di sistemare la situazione delle graduatorie e dei punteggi. Con scavalcamenti, titoli a volte riconosciuti e altri no. Vorrei che tutto ciò non succedesse, affrontando i problemi”.
Tony Margiotta, Sinistra Unita: “La continuità è fondamentale per creare situazioni di apprendimento ideali. Per noi è fondamentale questo principio, che deve essere garantito. Voteremo favorevolmente all’istanza proprio per questo. L’istanza chiede anche le liste e il controllo psicofisico di ogni docente, allargando questo aspetto alla Pubblica Amministrazione. Il principio della continuità didattica deve essere garantito. I decreti ci sono stati, ma non hanno affrontato il problema come doveva essere fatto. Sulle liste esistono criteri che non funzionano. Chiediamo di metterci mano. Sul controllo psicofisico, ci sono dirigenti che dovrebbero già controllare lo status del lavoro del docente e la sua situazione. Un controllore esiste già. Si può però pensare a un organo di controllo, se il ruolo non viene svolto”.
Enrico Carattoni, Psd: “La continuità didattica è un valore per gli studenti. Ci dobbiamo confrontare con mutate esigenze. Ci sono classi che cambiano più di frequente, per conseguenze che non possiamo non tenere in considerazione, come i pensionamenti. Il segretario in questo senso delle risposte le ha date. Quando si parla di scuola, il fulcro delle politiche sono gli studenti. Il ragionamento più centrato dell’istanza riguarda gli insegnanti di sostegno. La figura si è evoluta, assumendo un’importanza estrema. E’ complementare al ruolo del docente. La professionalizzazione dell’insegnante di sostegno deve essere un obiettivo”.
Mariella Mularoni, Pdcs: “Sull’idoneità, c’è una legge che la prevede all’assunzione e l’accertamento periodico da parte del medico del lavoro. La nostra legislazione ha dato risposte. Perciò riteniamo di non accogliere l’istanza”.
Giuseppe Morganti, Segretario di Stato all’Istruzione: “I commenti negativi riflettono un momento in cui la piena attuazione di quanto deciso in Consiglio non si è verificata. La continuità didattica va salvaguardata, siamo d’accordo. C’è molto da fare per le Direzioni scolastiche nell’assegnare i lavori, per evitare casi come quello segnalato dagli istanti. La problematica è sotto osservazione. E’ necessario capire quali elementi di oggettiva operatività determinerà il decreto dal prossimo anno scolastico. L’Università si sta dotando di strumenti per formare i nostri insegnanti. Il decreto troverà migliore attuazione quando sarà definito il fabbisogno del mondo della scuola. Ci auguriamo che avvenga già nei prossimi mesi. Aiuterà a dare risposte che devono arrivare”.

Istanza n.4 – Perché si proceda alla modifica dell’art.12 della Legge n.134/1995 prevedendo criteri più rigorosi in caso di rinnovo della patente per gli over 75 anni / Respinta a maggioranza
Francesco Mussoni, Segretario di Stato alla Sanità: “Verrebbe da dire che non sono mai sufficienti i controlli, e mai troppo severi. E’ stata fatta una verifica sulle procedure attuali. La visita al momento assicura che il paziente sia o meno portatore di apparecchi acustici, in tal caso viene inviato dall’otorino. In caso di problemi neurologici, c’è una visita specialistica. Dopo 70 anni l’idoneità viene rilasciata per 3 anni. In caso di particolari patologie è un periodo più breve. La prassi sanitaria è quindi attenta alle procedure sulle capacità, da tutti i punti di vista. I servizi garantiscono in questo momento una adeguata tutela. L’orientamento è di respingere l’istanza”.
Tony Margiotta, Sinistra Unita: “La richiesta evidenzia attraverso dei dati alcune problematiche legate alla circolazione, incidenti in cui c’è corresponsabilità di anziani di oltre 75 anni. Siamo contrari all’istanza. Ci sono già protocolli che evidenziano le varie possibilità o criticità che persone anziane possono avere. Andare ad aumentare i vari esami, con regole più inflessibili che però esistono già, può creare un problema sociale. Non credo che per gli incidenti che capitano nel nostro territorio siano particolarmente responsabili gli anziani, in tante occasioni”.
Elena Tonnini, Rete: “Voteremo a favore. Si chiedono test più specifici per verificare la reattività del guidatore. Il segretario ha parlato di protocolli. Si possono revisionare inserendo test specifici”.
Nicola Selva, Upr: “Quando si ha una certa età possono mancare i riflessi. Non farei una campagna contro chi ha più di 70 o 75 anni, queste cose succedono anche per altre fasce di età. Sono d’accordo con chi dice che serve un controllo particolare. Propongo al segretario di fare verifiche ulteriori su eventuali necessità. Ma non esprimo un giudizio positivo rispetto all’istanza”.
Franco Santi, Civico 10: “L’istanza chiede una maggiore attenzione rispetto a un approccio sulla verifica delle condizioni psicofisiche di una certa fascia di età. Chiede se è opportuno ampliare lo spettro degli esami per accertare queste singole possibili disfunzioni che andrebbero a limitare la capacità della guida. E’ un problema di sicurezza per tutta la cittadinanza. Il segretario ha spiegato come funziona adesso. Mi sarebbe piaciuto poter decidere su elementi più certi. E’ vero che ci sono protocolli e procedure assolutamente testati. Ma è anche vero che va capito se funzionano. Sarebbe stato interessato accedere a statistiche per capire se i controlli sono efficaci”.
Augusto Michelotti, Sinistra Unita: “Ritengo l’istanza incompleta. Il problema c’è senz’altro. Il livello di mortalità di questi incidenti quale è? Basso, perché gli anziani vanno piano. Forse il problema è quello, andare piano è pericoloso quanto andare forte. Nessuno si preoccupa dei diciottenni che il più delle volte non capiscono niente e, come successo di recente, magari ammazzano qualcuno. Il mezzo gli permette di sentirsi uomini veri e vanno come i matti. Controlliamo i dati degli incidenti mortali. Vediamo l’età media di chi guidava le macchine. Forse è il caso di spostare a 21 l’età per la patente. I mezzi pubblici non funzionano, non possiamo quindi chiedere agli anziani di usarli. Per alcuni anziani, sono d’accordo, la patente andrebbe privata. Sono a decine. Ci sono anziani che si perdono nelle rotonde. Ma i danni grossi li fanno i giovani. Non mi risultano incidenti mortali provocati da anziani negli ultimi 20 anni. Non la ritengo un’istanza completa. Voterò contro”.
Gianfranco Terenzi, Pdcs: “La prevenzione è importante, soprattutto per soggetti che provocano incidenti gravi e che non sono gli over 75. I controlli nell’ambito delle patenti vengono fatti. Nelle strutture c’è un’attenta fase di controllo sugli over 75”.
Francesco Mussoni, Segretario di Stato alla Sanità: “Le nostre procedure sono compatibili con i migliori sistemi europei. Nell’istanza non colgo consapevolezza rispetto alle nostre procedure. Vedo analisi, dati, che riflettono forse una non piena conoscenza del nostro sistema. Sono per il voto contrario all’istanza”:

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it