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ROMA – Sono in crescita le rimesse dall’Italia: lo rivela un rapporto dell’Osservatorio nazionale sull’inclusione finanziaria dei migranti in Italia, aggiornato al terzo trimestre 2024. Nello studio si evidenzia una crescita del 6% rispetto al trimestre precedente, con volumi che hanno raggiunto 6,2 miliardi di euro nei primi nove mesi dell’anno scorso. Il dossier è stato diffuso alcuni giorni fa dal Cespi, il Centro studi di politica internazionale, nato nel 1978 e riuscito presto ad anticipare temi oggi centrali a livello globale.
Secondo il rapporto, l’Asia si conferma il principale continente di destinazione, rappresentando il 40% dei flussi complessivi. L’analisi evidenzia variazioni significative nei flussi verso specifici Paesi, influenzate da fattori migratori e dall’evoluzione dei sistemi finanziari.
Sul fronte dei costi, monitorati tramite il sito Mandasoldiacasa, l’Italia continua a lavorare per ridurre le spese di transazione, con un focus sull’espansione dei canali digitali, anche se si rileva una inversione di tendenza nell’ultimo trimestre del 2024, con un incremento dei costi medi di invio.
Secondo l’aggiornamento dei dati Banca d’Italia al terzo trimestre 2024, il volume delle rimesse dall’Italia verso il resto del mondo ha raggiunto i 2,172 miliardi di euro con una crescita del 6% rispetto al secondo trimestre dell’anno e del 2,4% rispetto allo stesso periodo del 2023.
Complessivamente, nei primi tre trimestri del 2024 il flusso di rimesse dall’Italia ha raggiunto i 6,2 miliardi di euro, con un lieve incremento dell’1,4% rispetto ai primi 9 mesi del 2023.
Flussi quindi sostanzialmente stabili negli ultimi anni, dopo il forte incremento legato alla pandemia di Covid-19. Se anche nel quarto trimestre i dati convalidassero il trend evidenziato nei primi nove mesi, si confermerebbe un andamento che sta caratterizzando gli ultimi anni di sostanziale stabilità del mercato (fra il 2022 e il 2023 il volume dei flussi in uscita dall’Italia avevano fatto registrare un -0,4%).
L’Asia continua dunque a rappresentare il principale continente di destinazione delle rimesse in uscita dall’Italia: fra i primi 10 paesi destinatari dei flussi dall’Italia figurano 5 Paesi del continente: Bangladesh, Filippine, India, Pakistan e SriLanka, che complessivamente rappresentano il 40% dei flussi.
Il dettaglio per singolo Paese di destinazione consente un ulteriore livello di approfondimento, mostrando come i flussi tendono a modificarsi nel tempo, seguendo dinamiche legate ad una molteplicità di fattori, come l’evoluzione dei flussi migratori in Italia e dei processi di integrazione, l’anzianità migratoria, le esigenze dei paesi di destinazione e la presenza di politiche finalizzate ad attrarre le rimesse, ma anche l’evoluzione dei sistemi finanziari. Guardando alle prime 12 nazionalità per flussi di rimesse che rappresentano il 72% dei flussi complessivi dall’Italia, emerge una grande variabilità con riferimento al confronto fra i primi nove mesi del 2024 rispetto al 2023, che a sua volta modifica il peso di ciascuna nazionalità rispetto al totale dei flussi.
I dati segnalano alcuni incrementi significativi, superiori al 10% per Bangladesh, Georgia o Perù, a fronte di riduzioni altrettanto significative (sempre maggiori o uguali al 10%) per Pakistan, Romania, Senegal e Nigeria.
Ciascuna variazione, si legge nel rapporto, può essere utilmente indagata per comprendere i diversi comportamenti e propensioni sottostanti e come si modificano nel tempo. Alcuni elementi possono contribuire a spiegare alcuni dei fenomeni rilevati. Nel caso della Georgia, del Marocco e dei
principali paesi asiatici la crescita nei volumi è spiegabile con i flussi di cittadini dei rispettivi paesi che hanno interessato l’Italia negli ultimi anni, in prevalenza persone sole (uomini o donne) e che quindi hanno esigenza di inviare il risparmio ai famigliari rimasti in patria. Fa eccezione il Pakistan, rispetto al quale andrebbero meglio indagate le cause della contrazione registrata, così come per l’incremento significativo, per il secondo anno consecutivo, dei flussi verso il Perù (+14% fra il 2022 e il 2023).
Le contrazioni significative evidenziate per Senegal e Romania sono invece in parte spiegabili dall’evoluzione dei sistemi finanziari dei rispettivi Paesi. Nel caso della Romania, il suo ingresso nell’area del sistema di pagamenti europeo Sepa, rende di fatto più conveniente l’uso dei canali bancari tradizionali, configurando il trasferimento come un bonifico europeo e, come tale, esclusa dalla rilevazione delle rimesse.
Nel caso del Senegal, invece, si sta assistendo ad una graduale disintermediazione delle rimesse da parte degli operatori tradizionali, a favore dell’uso dei wallet elettronici che si stanno diffondendo rapidamente nel paese africano. Sempre il dettaglio per nazionalità mostra che nel confronto fra i primi nove mesi del 2023 e del 2024, sono 108 le destinazioni che hanno fatto registrare una riduzione dei flussi di rimesse dall’Italia e 99 quelle che hanno evidenziato un incremento. Fra le destinazioni che hanno fatto registrare degli incrementi rilevanti, oltre a quelle già citate in precedenza, segnaliamo l’Egitto (+36%), la Lituania (che raddoppia i volumi di rimesse) e il Venezuela (+19%). In territorio negativo segnaliamo invece la Cina (-62%, un processo di riduzione dei flussi verso questo paese che prosegue da diversi anni), il Messico (-16%) e la Turchia e la Bolivia (-13%).
Nello studio si affronta la questione dei costi delle transazioni. Il riferimento è qui l’Obiettivo di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite numero 10 dal titolo “Ridurre le disuguaglianze”, che fra i target da raggiungere prevede: “Entro il 2030, ridurre a meno del 3% i costi di transazione delle rimesse dei migranti ed eliminare i corridoi di rimesse con costi oltre il 5%”. La riduzione dei costi di invio delle rimesse e l’inclusione finanziaria nel Paese di partenza e in quello di destinazione rappresentano condizioni necessarie per accrescere il ruolo che queste risorse finanziarie private possono avere sullo
sviluppo dei Paesi e delle comunità riceventi. A livello internazionale questi obiettivi sono stati assunti in sede G20, attraverso un sistema di iniziative coordinate all’interno della Global Partnership for Financial Inclusion. Queste iniziative prevedono la redazione, per ciascun Paese membro, di un Piano pluriennale sulle rimesse e l’inclusione finanziaria, oggetto di verifica su base annua e un sistema di monitoraggio dei costi a livello globale da parte della Banca mondiale.
Il rapporto propone anche un’analisi dell’andamento dei costi medi di invio dall’Italia riferiti ai tre importi rilevati (150, 300 e 950 euro). Secondo la metodologia adottata dalla Banca mondiale, il costo totale è dato dalla somma delle commissioni e del margine sul tasso di cambio calcolato alla data della rilevazione.
La curva da un lato evidenzia gli importanti risultati ottenuti, grazie alla collaborazione di tutti gli attori coinvolti, ma dall’altro mostra una inversione di tendenza significativa nell’ultimo trimestre del 2024. A dicembre 2024 il costo medio di invio dall’Italia, per l’importo di 150 euro, ha raggiunto il 4,7%, con un incremento costante a partire dal settembre 2024.
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