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Fondazione Carisbo, lo scontro sul collegio andrà in tribunale a maggio

Prosegue la vertenza legale aperta da quattro soci per impugnare il voto che lo scorso 24 luglio ha portato alla designazione nel Collegio di indirizzo di dieci rappresentanti dell'assemblea: secondo i promotori dell'esposto la procedura di voto era viziata

Pubblicato:22-01-2021 14:02
Ultimo aggiornamento:23-01-2021 11:04

fondazione carisbo
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BOLOGNA – In attesa che il ministero delle Finanze si pronunci sulle tante questioni che hanno reso turbolenta la vita della Fondazione Carisbo nell’ultimo anno, va avanti anche la vertenza legale aperta da quattro soci proprio per impugnare il voto che lo scorso 24 luglio ha portato alla designazione nel Collegio di indirizzo di dieci rappresentanti dell’assemblea (Cristina Boari, Stefano Borghi, Roberto Di Bartolomeo, Piera Filippi, Giordano Jacchia, Susi Pelotti, Pietro Ricci, Gianguido Sacchi Morsiani, Daniele Salati Chiodini e Michele Sesta), tutti eletti dalla lista presentata dall”opposizione’.

Oggi c’è stata la prima udienza in Tribunale, che, senza per ora entrare nel merito, ha rinviato la discussione all’11 maggio. A firmare l’esposto, subito dopo l’elezione, furono quattro soci vicini al presidente Carlo Monti (Gianandrea Rocco di Torrepadula, Paolo Messina, Adolfo Sgambaro e Stefano Zanoli), secondo i quali la procedura di voto era viziata, perché prima dell’elezione del collegio, l’assemblea avrebbe dovuto essere convocata per eleggere i soci mancanti, cosa che è avvenuta solo a settembre. Inoltre, non fu concesso il voto segreto, nonostante una parte sufficiente dei soci l’avesse richiesto. Rimostranze che furono presentate anche al ministero delle Finanze, che dunque dovrà pronunciarsi sulla legittimità di quell’elezione assieme a tutta un’altra serie di questioni sollevate nel frattempo da altri esponenti di Casa Saraceni. Un verdetto molto atteso in via Farini, anche perché il mancato rinnovo del Collegio ha portato, proprio su indicazione di Roma, al blocco dell’attività della Fondazione. Ora, se il ministero si pronuncerà a favore della legittimità di quell’assemblea, i promotori dell’esposto, assicura Torrepadula, lo ritireranno. In caso contrario, la causa andrà avanti.

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