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Bologna, il turismo corre. Ma esperti avvertono: “Evitare invasione”

BOLOGNA - Il turismo fa bene a Bologna, che tuttavia deve guardarsi dal rischio di esserne travolta. Ne parla il

Pubblicato:22-01-2019 12:55
Ultimo aggiornamento:22-01-2019 12:55
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BOLOGNA – Il turismo fa bene a Bologna, che tuttavia deve guardarsi dal rischio di esserne travolta. Ne parla il quarto rapporto sulle città di Urban@it, intitolato “Il governo debole delle economie urbane” e pubblicato dal Mulino. Il volume, che sarà presentato a Bologna venerdì a San Giovanni in Monte alla presenza del rettore dell’Alma mater Francesco Ubertini e dell’assessore comunale al Turismo Matteo Lepore, si concentra in particolare sull’impatto di turismo e cibo sulle città. A Bologna in particolare la crescita di questi settori “aiuta la diversificazione e lo sviluppo integrato dell’economia metropolitana”. Ma il boom bolognese ha i suoi lati oscuri.

“La crescita incontrollata del turismo ha controindicazioni”

“La crescita incontrollata del turismo– si legge in una nota- ha gravi controindicazioni che stanno esplodendo nelle cosiddette città mito, come Venezia (35 milioni di presenze negli esercizi ricettivi a livello metropolitano nel 2016) o Firenze (14 milioni di presenze). È bene prevenirle prima che deflagrino inevitabilmente anche a Bologna (quattro milioni di presenze). L’impatto problematico del turismo, che in termini assoluti si può sintetizzare nell’overcrowding cioè il superamento della capacità di carico turistica, è associato sia a fenomeni di espulsione (di residenti, di studenti ma anche del commercio, della ristorazione e dell’artigianato storico) sia di concentrazione spaziale su aree limitate del centro che in alcuni mesi dell’anno vivono una vera e propria aggressione“. 

Il rischio è uno scontro fra turisti e residenti 

La competizione fra turisti (o escursionisti, cioè chi non rimane almeno una notte) e residenti, ricorda lo studio, “si è trasformata in protesta in diverse città, tanto da spingere il Governo a introdurre ad esempio la tassa di sbarco per Venezia”. La strada sbagliata, secondo i curatori del volume, “è guardare al turismo solo per la sua capacità di produrre reddito tout court. Quella giusta è cercare una interazione con il resto del tessuto produttivo (industrie culturali e creative, settori manifatturiero e artigianale, enogastronomia, ecc.), inserendo il turismo nella catena del valore locale e stimolando investimenti e capacità innovativa degli operatori economici”.


A questo “va accompagnata un’azione per contenere gli effetti di espulsione degli abitanti provocati dagli affitti a breve termine offerti dalle piattaforme online come Aibnb e per attuare la norma del 2016 che dà la facoltà ai comuni di non autorizzare l’apertura di attività economiche e commerciali incompatibili con le esigenze di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale. Il Comune di Bologna si sta muovendo in entrambe queste direzioni, nel primo caso con proposte al Governo nazionale e nel secondo caso con regolamentazioni mirate a particolari zone del centro storico come è già accaduto a Firenze e Bergamo”.

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