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Vaccini, Burioni contro Travaglio: “Ammetta di aver sbagliato”

Il direttore de'Il fatto quotidiano' aveva definito il morbillo "un tagliando" per i bambini della sua epoca, il virologo squaderna i numeri dei bambini morti nell'anno di nascita di Travaglio

Pubblicato:22-01-2018 07:38
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:22

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ROMA – La campagna elettorale si infiamma (di nuovo) sul tema dei vaccini obbligatori introdotti dalla ministra Beatrice Lorenzin. Qualche giorno fa il direttore de ‘Il fatto quotidiano’ Marco Travaglio aveva affermato, durante la trasmissione ‘Otto e mezzo’ di Lilli Gruber, che il morbillo era da considerarsi “un tagliando” per i bambini della sua epoca e non “la peste bubbonica”, mentre oggi “le vaccinazioni” sono “imposte dall’alto” e il “dissenso viene criminalizzato”, dice il giornalista. Sulla questione interviene il virologo Roberto Burioni, che, da anni, combatte le bufale sui vaccini con la divulgazione scientifica e avrebbe ricevuto da Matteo Renzi la proposta di candidarsi con il Partito democratico.

BURIONI: TRAVAGLIO INVECE DI SCHIUMARE BILE POTREBBE AMMETTERE DI ESSERSI SBAGLIATO

Marco Travaglio “qualche giorno fa ha detto in una intervista che il morbillo “era considerato un tagliando”. Marco Travaglio è nato nel 1964. Nel 1964 242 bambini sotto i cinque anni sono stati uccisi dal morbillo”, ha scritto Burioni su facebook.


“Sono 242 se io divento Senatore, rimangono 242 se io mi candido con il PD, non cambia il numero se lascio l’università e mi metto a fare il pittore, sono 242 anche se io alle elezioni non vado a votare. E’ un numero, un numero agghiacciante e non un’opinione”.

“Ora io chiedo a voi (e pure a Travaglio) di immaginarvi duecentoquarantadue piccole bare bianche, duecentoquarantadue banchi d’asilo vuoti per sempre, duecentoquarantadue funerali e oltre quattrocento genitori nel dolore per la perdita di un bambino. Poi, dopo avere fatto questo esercizio mentale, provate a definire la causa di tutto questo “un tagliando”. Dell’obbligo vaccinale possiamo – e dobbiamo – discutere”, prosegue.

“Però chi, per attaccare un avversario politico, definisce “un tagliando” una malattia che nel suo anno di nascita ha ammazzato 242 bambini, invece di schiumare di bile nel suo editoriale odierno contro Matteo Renzi e il sottoscritto potrebbe semplicemente ammettere di essersi sbagliato, di avere parlato a vanvera di un argomento che non conosce e andare avanti, non fosse altro per la fortuna che ha avuto a non essere tra quei 242.

Invece continua”, riflette il virologo.

RENZI: SUI VACCINI E SUI BAMBINI NON SI SCHERZA

Sulla questione Burioni-Travaglio è intervenuto anche Matteo Renzi, in difesa del virologo.

“”Io non so se Roberto Burioni accetterà o meno di candidarsi in Parlamento. Forse dirà di sì, forse dirà di no, non so. Ma so che sono orgoglioso che l’Italia abbia dei professionisti validi e capaci come lui. E sono orgoglioso di averlo conosciuto, qualche mese fa, per la qualità del suo lavoro, non per altro.  Burioni oltre a fare il medico, fa informazione corretta. A differenza di certi giornalisti, che non conoscono che cosa sia l’informazione corretta perché devono la loro notorietà solo alla polemica politica e all’esistenza di un nemico da attaccare tutti i giorni.  Oggi Roberto Burioni chiude i conti definitivamente con Marco Travaglio sui vaccini e sul morbillo. Leggete questo post, se avete un minuto.  Come si dice? Game, set, match.
Sui vaccini e sui bambini non si scherza: le polemiche fatele su altro, grazie. E buona domenica a tutti”, scriveva ieri su Facebook il segretario del Partito democratico.

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