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In Kenya allarme ghiacciai: spariranno entro 30 anni

Una volta per salire sul monte Kenya ci voleva l'attrezzatura da montagna. "Ora potrei arrampicarmi con le mie scarpe da safari" dice il naturalista Benson Maina

Pubblicato:22-01-2017 14:10
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 10:49

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ROMA – I ghiacciai del Monte Kenya stanno sparendo. Con essi, non se ne va solo una meraviglia della natura, ma anche una riserva d’acqua fondamentale per tutta la regione. “I ghiacciai stanno rapidamente scomparendo- spiega Benson Maina, un naturalista che da anni opera nella regione e che ha scalato decine di volte di montagna -. Si stima che nei prossimi 30 anni, non ci saranno più ghiacciai sul Monte Kenya. Il fenomeno dello scioglimento è, in gran parte, legato al riscaldamento del clima“. Negli ultimi 20 anni, le precipitazioni piovose hanno subito un drastico rallentamento. Così fiumi e torrenti si sono progressivamente prosciugati. Il 2016 è stato il primo Natale in cui la regione del Monte Kenya non è stata bagnata da piogge. “Fino a pochi anni fa- continua Maina, stando a fonti di stampa vaticana- era impossibile arrivare in vetta al Monte Kenya senza un’adeguata attrezzatura da montagna. Ora potrei arrampicarmi con le mie scarpe da safari“.

Quando Halford Mackinder e i suoi due compagni nel 1899 salirono per primi in cima, dovettero attraversare un gigantesco ghiacciaio, in seguito chiamato ghiacciaio Lewis, e poi il ghiacciaio Gregor. Ora il ghiacciaio Gregor non esiste più. Ma non è l’unico. Dei 16 ghiacciai che esistevano un secolo fa, ne rimangono solo sei o sette. E anche questi si stanno sciogliendo rapidamente. Il dramma non è solo naturalistico. Il Monte Kenya, la seconda montagna più alta dell’Africa e la più alta del Kenya, è una delle riserve idriche del Paese. I fiumi e i torrenti che scendono dalle sue pareti alimentano il fiume Tana che, a sua volta, fornisce acqua alla diga Masinga, un bacino fondamentale per le regioni secche del Nord. Con lo scioglimento dei ghiacciai i corsi d’acqua non sono più alimentati. Ciò porterebbe anche a un progressivo inaridimento della regione mettendo a rischio la sopravvivenza di milioni di persone che oggi dipendono dall’acqua del Monte Kenya.

di Alessandra Fabbretti, giornalista


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