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Scuola, Giannelli (Anp): “Vaccino in via prioritaria al personale”

"Per riaprire in sicurezza è fondamentale risolvere il nodo dei trasporti"

Pubblicato:21-12-2020 17:27
Ultimo aggiornamento:21-12-2020 17:34

antonello giannelli
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ROMA – Lo sostiene da diverso tempo, prima ancora che vi fosse l’ultima sospensione delle attività in presenza nelle scuole superiori: se non si migliorano i trasporti, è difficile se non impossibile garantire una riapertura sicura delle lezioni in presenza. È la posizione di Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi che – intervistato dalla Dire – ha espresso le sue valutazioni anche sulla possibilità di somministrare il vaccino Covid in via prioritaria al personale scolastico.Presidente Giannelli, cosa ne pensa dell’idea di considerare gli insegnanti e i lavoratori della scuola tra le categorie da vaccinare in via prioritaria, come espresso dal coordinatore del Cts Agostino Miozzo?
“I docenti e tutto il personale scolastico sono a contatto con gli studenti molte ore al giorno, quindi sono d’accordo con questa proposta. Non ho notizie su come si svolgerà la campagna vaccinale, so che è prevista la vaccinazione del personale docente e non docente e farlo in modo prioritario, come per il personale sanitario, potrebbe essere molto utile. Il personale nelle scuole rappresenta un milione di dipendenti, una volta prese in considerazione le persone con fragilità e gli operatori sanitari, si potrebbe passare al personale scolastico, qualora vi fossero delle dosi disponibili”.

Come Associazione nazionale presidi, avete avviato un’interlocuzione con il governo su questo?
“Ancora non ci sono stati confronti con il governo su questo aspetto, attendiamo informazioni. Certamente vorremmo poter partecipare con le nostre rappresentanze presso i Tavoli di lavoro nelle Prefetture perché alcune competenze le possiamo portare solo noi: trasporti pubblici e scaglionamenti degli orari di ingresso. Ipotizzare uguali soluzioni per tutte le scuole ci sembra non appropriato. Laddove, per esempio, c’è una singola corsa per il bus, nel caso di un piccolo Comune, non hanno senso gli scaglionamenti”.


Crede che il vaccino anti-Covid anche al personale scolastico possa garantire, in qualche modo, la riapertura delle scuole e la continuità in presenza?
“Per garantire la continuità serve che il sistema dei trasporti venga migliorato e che vengano coperti i buchi degli organici del personale docente, certo il vaccino aiuterebbe ma queste due condizioni sono essenziali per la riapertura”.

Sanati questi due aspetti, oltre al vaccino in via prioritaria, si riparte in presenza il 7 gennaio?
“Il valore simbolico della riapertura del 7 gennaio è molto importante e la spinta per ripartire è forte ma dobbiamo farlo in sicurezza. Nel momento in cui avremo le scuole con gli organici al 100%, una migliore organizzazione dei trasporti, il tracciamento sanitario dei contagi e una campagna di screening di massa in attesa del vaccino, che è essenziale, ci saranno tutte le condizioni di riapertura e continuità delle attività, sempre auspicando un’evoluzione controllata dell’epidemia”.

Serve il medico scolastico?
“Se le Asl riescono a sopperire non serve. Può servire in funzione di sostituto delle Asl, qualora fossero carenti nelle risorse e nel tracciamento”.

La scuola si è rivelata un luogo sicuro per evitare il contagio?
“Sulla base del rispetto delle regole e del sistema messo in piedi, la sicurezza è stata abbastanza elevata. Se si fosse mantenuto uno standard di sicurezza maggiore anche sui trasporti avremmo avuto un pre e un dopo scuola più sicuro”.

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