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A Cagliari sono 50.000 i bisognosi secondo il dossier della Caritas

La Caritas diocesana della città sarda ha presentato il dossier "Luci di carità in tempi di pandemia", dal quale emerge uno scenario preoccupante

Pubblicato:21-12-2020 14:19
Ultimo aggiornamento:21-12-2020 14:20
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povertà sardegna
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CAGLIARI – Dallo scoppio della pandemia quasi 50.000 persone, nel solo territorio di Cagliari, si sono rivolte alla Caritas diocesana e ad altre organizzazioni riunite nella Consulta del volontariato per ricevere assistenza. È forse questo il dato più significativo per spiegare la crisi economica e sociale che sta stritolando intere fette della popolazione nella provincia del capoluogo sardo, emerso dal decimo dossier della Caritas diocesana di Cagliari, non ha caso intitolato “Luci di carità in tempi di pandemia”. Il report è stato illustrato durante una conferenza stampa alla quale hanno preso parte l’arcivescovo di Cagliari, monsignor Giuseppe Baturi, il direttore della Caritas diocesana, don Marco Lai, e il responsabile del Centro studi-Osservatorio povertà e risorse della stessa Caritas, Francesco Manca.

Il dossier parte naturalmente dalla crisi economica scatenata dal coronavirus. Un dato su tutti: dall’inizio del 2020 a settembre, si sono registrate in Sardegna 18.000 assunzioni in meno rispetto al 2019, a cui ha fatto seguito un aumento delle povertà impressionante: nell’arco dei 64 giorni di apertura, da aprile a giugno 2020, nel Centro temporaneo di distribuzione nella Fiera internazionale di Cagliari sono stati consegnati pacchi spesa a 6.186 persone, e a questi bisogna sommare gli oltre 150.000 pasti distribuiti nelle mense Caritas. Sono circa 5.000 le persone che hanno beneficiato dei pacchi alimentari e non solo, distribuiti dal Centro diocesano di assistenza.

Altro dato significativo, riguarda il repentino mutare di volti della povertà: oltre alla netta preponderanza di italiani che hanno presentato domanda per le derrate alimentari (5.007 persone, pari all’80,9% del totale), si sono viste nuove figure professionali, come piccoli commercianti, artigiani, operai e impiegati che hanno perso il lavoro, cassaintegrati che hanno dovuto aspettare mesi prima di ricevere i sussidi, ambulanti e lavoratori in nero. Sono invece 1.112 gli stranieri che hanno richiesto la spesa nella Fiera, il 17,9% del totale. Dal 6 aprile al 30 giugno 2020, sono stati globalmente aiutati 3.127 nuclei familiari, per un totale di 22.265 persone raggiunte, comprendendo tutti i ritiri effettuati, 6.186 le spese consegnate, di cui il 76,7% (4.478) a domicilio lungo il territorio della Diocesi e della Provincia di Cagliari.


“La pandemia ha certamente svelato delle iniquità già presenti, accentuandole- spiega monsignor Baturi-. Lo vediamo nella composizione negli utenti della Caritas: sono sempre più persone di un ceto medio che fino a poco tempo fa si sentivano garantite e che adesso vedono compromesse alcune mete raggiunte fino a quel momento”. Sottolinea Manca: “La quantità di persone che si sono rivolte ai nostri servizi è cresciuta in maniera esponenziale, e sono cresciuti soprattutto gli italiani. Si sono affacciati nuovi volti della povertà, abbiamo avuto tanti piccoli commercianti, artigiani, cassa integrati che non sono riusciti ad avere per tempo il reddito di sussistenza. Questa situazione ha coinvolto tra la Caritas e le altre associazioni poco meno di 50.000 persone nella Diocesi di Cagliari, un dato molto pesante”. E purtroppo, prosegue, “per l’anno prossimo non si prevedono situazioni di sviluppo: i dati economici sono anche per il 2021 negativi, il Pil secondo gli analisti crescerà dello 0,5% e ci sarà il problema del mercato del lavoro, in particolare sul rinnovo della cassa integrazione e blocco dei licenziamenti. Se queste due misure dovessero saltare, il tema del mercato del lavoro diventa prioritario”. Per questo, “dobbiamo continuare sul terreno dell’assistenza. Quest’anno è stato fatto uno sforzo davvero importante, non solo dalla Caritas con l’8 per mille, ma con il supporto di istituzioni, imprese e singoli privati. Continueremo con tutti i 50 servizi che abbiamo, speriamo di potercela fare con le risorse. Il tema do fondo è cercare di creare un modello di sviluppo che sia capace di evitare l’emarginazione delle persone”. Chiude don Lai: “Questo dossier non è una sterile denuncia, ma vuole essere un contributo, perché ciascuno di noi può essere importante e protagonista nel suo piccolo. Molti giovani, ad esempio, negli ultimi mesi sono stati in prima fila per aiutare chi è in difficoltà. Luci di carità in un periodo buio”.

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