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Brexit, Sir Watson: “È come la caduta dell’Impero Romano”

L'ex leader dei liberali europei teme che "in realta' il governo di Boris Johnson non lo voglia un accordo con l'Unione europea"

Pubblicato:21-12-2020 12:45
Ultimo aggiornamento:21-12-2020 12:45
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Di Alessio Pisanò

BRUXELLES – “Ho l’impressione di guardare alla caduta dell’Impero romano”: cosi’ Sir Graham Watson, ex eurodeputato britannico, presidente del gruppo dei Liberali al Parlamento europeo nonche’ del Partito liberale europeo, in un’intervista con l’agenzia Dire.

In primo piano le battute finali dell’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, prevista per il 31 dicembre. Un fatto che, nel caso non si raggiungesse un accordo sulle relazioni future tra Londra e l’Ue entro fine anno (hard Brexit), secondo Watson causera’ “danni economici ancora piu’ grandi” perche’, non avendo piu’ il Regno Unito accesso al mercato unico europeo, “ogni scambio commerciale tra Paesi Ue e Oltremanica avverra’ secondo le regole dell’Organizzazione mondiale del commercio”. Come dire, dazi fino al 15 per cento.


Secondo l’Osservatorio economico sul commercio internazionale del governo italiano, le esportazioni italiane nel Regno Unito nel 2019 hanno ammontato a 24 miliardi e 915 milioni di euro, in primis macchinari e apparecchiature (3.133 milioni), poi autoveicoli, rimorchi e semirimorchi (2.749 milioni), poi ancora prodotti alimentari (2.133 milioni) e abbigliamento (1.920 milioni).

Secondo Watson, la Brexit, e ancor piu’ una “hard” Brexit, avra’ tutta una serie di conseguenze anche sociali, a partire dai diritti dei cittadini europei che vorranno trasferirsi nel Regno Unito. Secondo l’Anagrafe degli italiani residenti all’estero (Aire), oggi gli italiani residenti nel Regno Unito sono piu’ di 400.000, cifra che non considera tutti gli italiani non registrati, come quelli che si trovano Oltremanica per un breve periodo, come studenti e giovani lavoratori. “Per gli italiani che sono gia’ in Gran Bretagna non dovrebbero esserci problemi ma per gli spostamenti futuri sara’ diverso” dice l’ex eurodeputato: “Sara’ piu’ difficile trasferirsi, lavorare e godere degli stessi diritti dei cittadini britannici”.

In caso di mancato accordo, “tutti i cittadini europei subiranno svantaggi”, incalza Watson, a partire dai “diritti civili di base” come nel caso di “matrimoni e divorzi transfrontalieri”, senza dimenticare “il caso della sicurezza internazionale, basti pensare che il mandato di arresto europeo non si applichera’ piu’ a Londra“.

L’ex leader dei liberali europei teme che “in realta’ il governo di Boris Johnson non lo voglia un accordo con l’Unione europea” bensi’ “faccia solo finta di cercarlo” ma in realta’ voglia “una forte rottura per potersi rivolgere interamente all’Atlantico ed inserirsi in un accordo commerciale con gli Stati Uniti”.

Secondo l’ex eurodeputato, “purtroppo i cittadini britannici non riusciranno a capire le reali conseguenze della Brexit perche’ le confonderanno con i danni del Covid e quindi non capiranno che tutti i futuri problemi verranno invece dall’uscita dell’Unione Europea”.

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