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Bologna, professore universitario condannato per molestie e violenze sulle studentesse

Il docente dell'Alma Mater ha patteggiato la pena a un anno e otto mesi. Il caso è emerso dopo la denuncia di tre ragazze

Pubblicato:21-11-2022 19:54
Ultimo aggiornamento:21-11-2022 19:54

Rettorato ateneo bologna
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BOLOGNA – Un docente dell’Università di Bologna, ex direttore di dipartimento ormai in pensione, è stato condannato per violenze e molestie sessuali su alcune studentesse, alunne dei suoi corsi. L’ultrasessantenne ha patteggiato la pena a un anno e otto mesi. I fatti sono emersi grazie alla denuncia di tre ragazze che si sono rivolte a MalaConsilia, la Consultoria studentesca autogestita all’interno dell’Alma Mater. Le studentesse, assistite dall’avvocato Milli Virgilio, hanno portato alla luce vicende accadute negli anni scorsi e che hanno condotto prima l’Ateneo a sospendere il professore e poi alla sentenza del Tribunale di Bologna.

LE AVANCE SESSUALI DEL PROF

In una lettera, in cui rendono pubblica la loro storia, le tre studentesse parlano di “avance sessuali” da parte del docente, che faceva leva “sulle paure e il senso di colpa” delle sue alunne. Allo stesso tempo, però, le ragazze denunciano anche “il silenzio generale e l’omertà di colleghi e dipartimento” del docente, i cui libri peraltro “vengono ancora adottati come testi all’interno dell’Università”. Un professore, scrivono ancora le ragazze, in Ateneo “noto per il suo linguaggio ‘colorato’ e per distinguere le donne in ‘frigide’ o ‘puttane’“.

IL RACCONTO DI UNA RAGAZZA

Una studentessa racconta: “Si dichiarò disponibile a farmi da relatore per la tesi, si disse colpito dal mio impegno e dalla mia empatia, mi propose di nominarmi la sua assistente e, quando quel giorno mi molestò, diventò il mostro che mi porto ancora dietro nelle notti. Essere costretta a stare seduta su di lui e a tenergli la mano, a subire umiliazioni devastanti e lavaggi psicologici, ad ascoltare le sue fantasie sessuali e di come voleva gli venisse praticato un rapporto orale, e ancora, toccamenti, insulti e schiaffi: sono solo alcune delle cose successe in quelle sei ore che mi annullarono completamente. E quando chiesi chiarimenti lui mi rispose: ‘Qui dentro funziona così, come cazzo pensi che vada avanti questo posto?'”.


“NON POTEVO STARE ZITTA”

Lo shock e lo spaesamento, in un primo momento, per quanto accaduto lasciarono il posto alla decisione di “non stare zitta”. E così la ragazza conobbe altre studentesse che avevano subito la stessa violenza e le stesse molestie. “Allora abbiamo trovato la forza e ci siamo convinte che bisognava assolutamente fare qualcosa, per noi e per evitare che succedesse ad altre – scrivono – con MalaConsilia abbiamo trovato storie di violenze identiche alle nostre con lo stesso docente, risalenti addirittura a tantissimi anni prima. Tutte insieme abbiamo denunciato le violenze di questo professore. Abbiamo affrontato un sistema universitario complice e omertoso che ha taciuto per anni e che non ci ha protette, avvocate che ci hanno voltato le spalle, colleghi di università e testate investigativo-giornalistiche che ritenevano più forte e importante il senso di curiosità verso lo scandalo e il gossip che la vicinanza di cui avevamo bisogno”.

UN NUOVO SPORTELLO UNIVERSITARIO

Per Silvia Mazzaglia, attivista di MalaConsilia, “è necessario vigilare sugli spazi universitari affinché eventi del genere non si ripetano. In questo caso l’Ateneo è intervenuto tempestivamente prendendo provvedimenti, ma sappiamo che di casi simili ce ne potrebbero essere tanti, troppi. In questo senso il nuovo sportello universitario gestito dalla Casa delle Donne e la Consultoria svolgeranno un ruolo fondamentale, nel contrasto alle molestie e alle violenze in università”. Per venerdì prossimo, 25 novembre, in occasione della Giornata internazionale contro la violenza di genere, si svolgerà alle 17.30 un presidio organizzato dai collettivi femministi al Portico dei Servi.

LA REPLICA DELL’ATENEO

Dopo il caso, l’Alma Mater di Bologna conferma il suo impegno contro la violenza sulle donne. “I fatti sono stati portati alla nostra attenzione nel dicembre 2021 – sottolinea l’Università di Bologna – non appena ricevuta la segnalazione, l’Ateneo è intervenuto immediatamente con la Procura, trasmettendo tutte le informazioni in suo possesso. Congiuntamente, è stata data disposizione di sospendere il docente da ogni funzione didattica fino alla conclusione dell’indagine”.

L’Università di Bologna ribadisce quindi “il suo convinto e deciso impegno per contrastare ogni forma di violenza di genere. A riprova di questo impegno, lo scorso ottobre è stato istituito, d’intesa con la Casa delle Donne di Bologna, uno specifico sportello antiviolenza aperto a tutta la comunità dell’Alma Mater. Una misura ancora rara per il panorama universitario italiano e che riteniamo fondamentale”, rimarca l’Ateneo.

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