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Costa Rica, lo scrittore Herra: “Fantasia per descrivere il reale”

Domani all'Istituto Italo latino americano di Roma lo scrittore presenterà il suo ultimo lavoro, Artefactos. Appuntamento alle 17.45

Pubblicato:21-11-2016 17:57
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 09:20

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rafael-angel-herraROMA – Domani a Roma Rafael Angel Herra, uno dei più celebri scrittori del Costa Rica, presenterà il suo ultimo libro ‘Artefactos‘, una raccolta di centoundici racconti i cui protagonisti sono altrettanti oggetti della vita quotidiana, che si interrogano sul proprio lavoro e il proprio destino. Uno scrittore ancora sconosciuto al pubblico italiano, che può trovare tradotta in italiano solo la raccolta di poesie ‘Scrivo perché tu esista’, edito da Plumelia nel 2011. Ma questo autore vanta una produzione vastissima: romanzi, racconti brevi, poesie, saggi di letteratura e filosofia. L’agenzia Dire lo ha intervistato per cercare di tracciare la sua lunga carriera e l’origine di questo nuovo lavoro.

“L’idea di ‘Artefactos’ è nata durante una gita fuori porta– risponde Rafael Angel Herra- in cima al Poas, uno dei tanti vulcani del Costa Rica, tra la nebbia che a volte si dirada e svela il cratere imponente. Un amico tedesco voleva sapere in che direzione fosse il nord. Perciò, abbiamo cercato la bussola. Sorpresa: gli aghi delle bussole indicavano direzioni diverse. Una delle bussole si stava evidentemente ribellando. O entrambe. Immediatamente ho immaginato di scrivere una collezione di micro testimonianze, e ho iniziato il giorno dopo stesso. È così che sono nati i piccoli drammi dell’umore di ‘Artefactos’, quasi tragicomici, dove gli oggetti sono annoiati dal proprio dovere: il tappeto prende in giro i suoi colleghi ai quali non importa di essere calpestati; la gomma da cancellare si lamenta del fatto che perde una parte di sé ogni volta che elimina gli errori altrui; il preservativo si rompe per vendicare una violenza; il water che deve digerire il suo destino; la carta igienica che vorrebbe diventare ali di angelo, per poi ricordarsi che gli angeli non esistono, ecc. Alla fine sono 111 i racconti in totale che ho scritto in questo libro”.

La sua produzione è davvero varia: da cosa trae ispirazione, e qual è l’argomento di cui le piace di più scrivere?


herra_presentazione-libro“Traggo ispirazione da ciò che è insolito e dai ‘colpi di passione’ – per utilizzare la frase di Sartre – È curioso: per quanto mi riguarda, i periodi di creatività si intensificano nel momento in cui scrivo di più. È il lavoro stesso a ispirarmi. I temi della mia narrativa, romanzo o racconto che sia, non sono realisti- prosegue lo scrittore- salvo alcuni testi come ‘Don Juan de los manjares’ (‘Don Giovanni delle delizie’, ndr), un romanzo o piuttosto una parodia del realismo rigido. Secondo me il realismo è solo una convenzione, perché qualsiasi testo è una costruzione: da qui, la concezione che anche lo scritto più realista abbia qualcosa di irreale. Quando scrivo, organizzo situazioni narrative e creo personaggi tra il meraviglioso e la fantascienza – come Orellabac, il burattinaio che si crede un robot nel romanzo ‘Viaje al reino de los deseos’. (‘Viaggio nel regno dei desideri’, ndr). Capita anche che prenda spunto dalla pittura e dalle registrazioni, come nel romanzo ‘La guerra prodigiosa’. Riprendo anche generi datati – come i bestiari, per esempio – cosa che ho fatto nelle favole de ‘La divina chusma’. Infine, per quanto riguarda i miei temi preferiti, semplicemente non ne ho: non ne rifiuto mai nessuno a priori. L’importante è che mi permetta di costruire qualcosa di insolito, e che sappia ispirarmi, così come ho spiegato prima”.

Cosa le piace di più della letteratura italiana?

“Mi affascinano i classici italiani e quelli moderni. Italo Calvino è il mio autore preferito del Ventesimo secolo. Il suo estro innovatore non ha paragoni. Ammiro anche Umberto Eco. Più di altri, questi due scrittori avrebbero onorato il premio Nobel. Ma ormai sappiamo che i premi sono imprevedibili” afferma con ironia Herra.

Infine, una domanda su Donald Trump, il neo presidente degli Stati Uniti, eletto mentre in Europa crescono i populismi: la letteratura ci salverà?

“La letteratura è uno spazio privato di redenzione. Aiuta a sopraelevare la storia, non a salvarci da essa. Può essere vista anche come un indicatore del suo tempo, sebbene a volte agisca come quegli specchi deformanti che hanno ispirato lo scrittore spagnolo Valle Inclan per descrivere il grottesco. Probabilmente qualche scrittore parlerà di Trump- evidenzia ancora Rafael Angel Herra-. E con lui, le condizioni culturali, politiche, sociali ed economiche che hanno reso possibile ciò che dice e la sua elezione. La narrativa, soprattutto il romanzo, dà la possibilità di entrare in una soggettività intrappolata in un mezzo determinato e riesce ad individuare le due prospettive: l’epoca ed il soggetto in conflitto. La crisi delle politiche neoliberali, per non dire il loro fallimento, la violenza di stampo religioso, i rifugiati e le migrazioni forzate, i malfunzionamenti politici, l’irrazionalità di un mondo che viveva nel pregiudizio di credersi ordinato, come l’Ue, il populismo opportunista: per lo scrittore conta tutto. Il romanzo può nutrirsi di caos così come il ciclone attinge energia dall’acqua. Che questo possa salvarci, non credo. Ma può ispirare”.

Domani, la presentazione di ‘Artefactos’ (Uruk Editores, 2016) e l’incontro con l’autore si terranno all’Istituto Italo latino americano (Ilaa) a Roma, alle 17,45. Insieme all’autore interverranno Stefano tedeschi, docente di Lingue e Letterature ispanoamericane all’università ‘La Sapienza’ di Roma, Gianfranco Pani, psicanalista, e l’Ambasciatore di Costa Rica in Italia Cristina Eguizabal Mendoza.

di Alessandra Fabbretti, giornalista

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