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A Torino lo stop europeo alla vendita di auto a benzina fa paura

La leghista Maccanti ha presentato una mozione apprezzata anche dalla maggioranza contro la decisione del Parlamento europeo

Pubblicato:21-10-2022 19:17
Ultimo aggiornamento:21-10-2022 19:18

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Lo stop alla vendita di auto a motore benzina/diesel in Europa entro il 2035 inquieta i consiglieri torinesi, con la consigliera (e deputata) leghista Elena Maccanti che ha presentato un ordine del giorno per impegnare il sindaco Stefano Lo Russo a chiedere al Governo di “rendere più graduale l’impegno per la messa a bando” dei veicoli termici. La mozione che ha subito raccolto l’adesione del centrodestra, compresa Torino Bellissima, ma che riscuote successo anche nella maggioranza, con la consigliera dei Moderati Ivana Garione che dichiara: “Io sono favorevole a questo Odg perché se condo me costituisce un bagno nella realtà”. Secondo le associazioni datoriali infatti lo stop danneggerebbe il settore, con il rischio di un’ulteriore perdita di posti di lavoro per la Città e di margini economici e know how per le imprese.

Anche il sindaco Lo Russo si è opposto alla scelta europea

Uno stop su cui ha dichiarato di nutrire “fortissime perplessità” anche il sindaco di Torino Stefano Lo Russo, qui in contrasto con il voto positivo del centrosinistra al Parlamento europeo. Il democratico Claudio Cerrato durante la discussione ha ricordato come l’Italia sia indietro sull’elettrico e come chiedere più tempo sia la scelta più facile, ma ha anche sottolineato come lo stop chiesto dal Parlamento europeo al momento coinvolge “anche l’idrogeno e l’utilizzo di biocarburanti, tecnologie assolutamente innovative e da considerare”. Una posizione apprezzata dal meloniano Enzo Liardo e anche dalla leghista Maccanti, che ha attaccato: “Noi beviamo l’elettrico per pigrizia mentale. Magari l’elettrico è solo la strada più facile” e ha ribadito i rischi per le imprese del territorio.

Maccanti: “Temo che l’hub di riciclo batterie crei danni ambientali”

Maccanti ha anche sollevato i possibili rischi ambientali di questa tecnologia per Torino: “Non vorrei che tra trent’anni si dovesse tornare indietro rispetto all’elettrico avendo perso tempo, soldi e, come diceva il consigliere Liardo, avendo inquinato il nostro territorio. Noi qui diventeremo sostanzialmente coloro che rottamano le batterie”, ha spiegato Maccanti riferendosi all’hub di riciclo batterie annunciato da Stellantis per Mirafiori. “Perfetto, io non vorrei che tra trent’anni le mie figlie sotto quel luogo trovassero quello che noi abbiamo trovato sotto Fiat. E l’operazione Tne, guidata da Chiamparino e Bresso era tesa proprio ad andare a coprire quello che è rimasto nel sottosuolo di Torino”. Tne fu creata nel 2005 da Comune e Regione, all’epoca entrambi al centrosinistra, per la dismissione e riconversione degli spazi Fiat in esubero a Mirafiori e Collegno.


Crema (Pd): “Il confronto sul tema automotive andrà avanti”

Il presidente della commissione, il democratico Pierino Crema, per le prossime sedute pensa di allargare il campo invitando in commissione l’ente torinese Ismel (Istituto per la memoria e la cultura del lavoro), una realtà che ha sede nel Polo del ‘900 e coinvolge associazioni sindacali e datoriali torinesi. La leghista ha ringraziato il presidente Crema per l’approccio e ha chiesto un percorso “ordinato” per i prossimi appuntamenti sul tema. Posizioni più favorevoli verso lo stop alla vendita delle auto termiche chiesto del Parlamento europeo sono state espresse dalla consigliera di Sinistra ecologista Alice Ravinale e dal consigliere civico di maggioranza Silvio Viale.

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