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‘Lontano vicinissimo Ultrablu’, in mostra a Roma 8 artisti neurodivergenti

Dall’autismo alla sindrome di down. Mollicone (presidente Atelier artistico): Nelle loro menti dimensioni straordinarie

Pubblicato:21-10-2022 18:11
Ultimo aggiornamento:21-10-2022 19:12

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ROMA – ‘Lontano vicinissimo Ultrablu’ è la mostra collettiva e inaugurale della nuova sede di Ultrablu, un atelier attivo dal 2017 a Roma per far dialogare 30 artisti neurotipici e neurodivergenti. Oggi questo spazio diventa una galleria permanente dove sarà possibile conoscere, fino al 23 gennaio, la potenza espressiva di otto artisti neurodivergenti: Aurora Sabellotti, Simone Cassese, Lorenza Turchini, Andrea Calcagno, Giorgio Bianca, Marco Marraffa, Flavio Bologna, Maria Vittoria Basciani ed Elena Santori. “I ragazzi neurodivergenti che frequentano Ultrablu per l’80% sono coinvolti nei disturbi dello spettro autistico e per il 20% vanno dalla psicosi alla schizofrenia, dal ritardo mentale alle difficoltà nella parola e nell’udito, fino alla sindrome di down”, racconta alla Dire Virgilio Mollicone, ideatore e fondatore dell’associazione e laboratorio artistico Ultrablu e professore del liceo artistico di Via di Ripetta di Roma.

La nuova sede di Ultrablu è in piazza Americo Capponi 7 e non è una galleria silenziosa: “Pareti colorate e tavoli al centro della sala. Tutti i giorni qui ci sono almeno 15 artisti a lavoro che parlano, urlano, corrono, dipingono e disegnano. Tutto è coloratissimo- continua la curatrice Arianna Desideri- c’è una densità relazionale quotidiana. I corpi si incontrano, le storie si condividono e nascono nuovi progetti. C’è una dimensione relazionale, affettiva, artistica e creativa condivisa in maniera orizzontale”
Gli artisti outsider hanno tutti competenze artistiche e di linguaggio che li rendono protagonisti dell’attuale panorama dell’arte contemporanea. “Le opere sono molto diverse le une dalle altre e ci parlano di relazionalità e differenza- continua Desideri- perché qui si impara a stare insieme. Si ragiona sul linguaggio e sulle emozioni. ‘Altrimenti ci arrabbiamo’ è un’opera di Marraffa che riprende il titolo di un film western di Bud Spencer e Terence Hill. Marraffa è appassionato di film e di cultura pop. Ha ritratto, ad esempio, il calciatore del Catanzaro Massimo Palanca. Lui ama realizzare copertine di film, di libri e ritratti di personaggi famosi, oltre che opere sulle gradazioni di colori caldi e freddi”.

La mente autistica si sviluppa in maniera diversa da quella normotipica. “I ragazzi neurodivergenti non sono competitivi– spiega il professore- hanno un approccio disinteressato verso le cose, non è sempre diretto all’acquisizione di qualcosa. Si raccontano senza mediazioni, in loro non c’è la dimensione della comunicazione, non c’è una dimensione concettuale ma concreta. Se pure noi adottassimo questo approccio intuitivo staremmo meglio”, afferma con convinzione Mollicone.
Così ad animare la galleria di Ultrablu ci sono i disegni di Lorenza su leoni, canguri, koala, elefanti e pinguini. “Amo esplorare la natura volando dall’Australia al Polo Sud, e andando poi in Africa per raccontare quello che mi piace nel mondo”. Michele, 33 anni, ama l’arte astratta: “Il colore mi dà energia, positività ed emozioni belle. Ho realizzato il disegno del concorso per la Lotteria Italia che si intitola ‘disabilità e sport’. Ci sono due pallavoliste perché le mie tre nipotine praticano questo sport e dietro c’è un cielo colorato per dare energia e gioia a chi lo guarda”. Poi c’è Andrea Calcagno, che ha illustrato la Tosca di Giacomo Puccini in immagini: “A ogni cantante ha abbinato un animale. Il mio preferito è Cesare Angelotti l’elefante che rappresenta la memoria e la saggezza. Oggi servono entrambe”, dice.
Infine c’è Flavio, che scrive lettere e le disegna per raccontare al mondo come ci si sente ad avere la sindrome di down: “Ho la sindrome di down, cosa c’è di male?”, chiede nella lettera e sorride alla vita.
I loro lavori sono racchiusi nel catalogo della mostra ‘Lontano vicinissimo Ultrablu’, 160 pagine con oltre 50 opere selezionate. Il testo si apre con una domanda: ‘Cosa succede quando ci avviciniamo?’. “La risposta è nel disegno di Simone- spiega la curatrice- il lontano vicinissimo è un occhio aperto in un volto. Uno zoom su un viso di cui non conosciamo il corpo. Il lontano è una distanza relazionale che sentiamo tra le persone neurotipiche e neurodivergenti, ma se ci avviciniamo ci perdiamo ma poi subito iniziamo a capire come rimettere a fuoco le cose”.
Ultrablu è tutto questo. Uno spazio di incontri, letture e musica. C’è la libreria, si svolgono concerti il fine settimana e conferenze sui temi di una neurodiversità che è portatrice di ricchezza, perché ogni mente può avere un potenziale straordinario per la società. “Il nostro è un approccio non inclusivo ma relazionale. Nelle menti neurodivergenti ci sono straordinarie dimensioni– continua Mollicone- e in questo caso sono artistiche, espressive e autoriali perché si esprimono attraverso l’arte, la pittura, l’animazione, il fumetto e l’illustrazione. Un luogo dove è possibile conoscersi liberamente e in modo orizzontale. Io, noi, tu è Ultrablu. Si lavora insieme e nella relazione si costruisce un percorso di scoperta, conoscenza e realizzazione”.
La mostra è visibile fino al 23 gennaio, poi ne seguiranno altre sempre per valorizzare gli artisti neurodivergenti e farli conoscere anche fuori Ultrablu, negli spazi pubblici.


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