Di Antonio Bravetti e Alfonso Raimo
ROMA – Dopo il fiume di parole dei giorni scorsi, a cominciare dagli audio ‘rubati’ alla Camera, neanche una parola da Berlusconi al Colle. Neanche la conta con le mani, “uno, due, tre” che riservò al discorso di Matteo Salvini nel 2018. Stavolta Berlusconi al Quirinale è da film muto. Roba da fare invidia a Charlie Chaplin.
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Il Cavaliere attraversa il salone del Quirinale, dopo l’incontro con Sergio Mattarella, in rigoroso silenzio. Annuisce un poco mentre Giorgia Meloni parla. Alza le sopracciglia, all’indirizzo di Matteo Salvini, quando la leader di FdI parla di indicazione “unanime” sul suo nome per palazzo Chigi. Uno sguardo eloquente. Di rammarico? Qualcosa del tipo: “Vecchio mio che ci vuoi fare, tocca a lei?”. Difficile dirlo.
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Forse solo soddisfazione, trattenuta a stento. Di fatto stavolta lo show non c’è. Dopo una frase sussurrata a Licia Ronzulli, Berlusconi prende la strada dell’uscita, dietro a Meloni. Qualcuno, con un po’ di ironia, domanda a entrambi: “Lo mangiate il panettone o litigate prima?“. Meloni sorride, lui sta per rispondere qualcosa ma alla fine si trattiene. Agita la mano, sorride ed esce.
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