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Inchiesta sui bilanci del Comune di Palermo: indagati Orlando e altri 23

L'accusa è di falso materiale nei documenti di preparazione degli strumenti contabili

Pubblicato:21-10-2021 09:00
Ultimo aggiornamento:21-10-2021 15:27

leoluca orlando
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PALERMO – Indagine della Procura di Palermo sui bilanci del Comune. Sotto inchiesta anche il sindaco, Leoluca Orlando, insieme con altri 23 tra ex assessori, dirigenti e capi area di Palazzo delle Aquile. L’accusa è di falso materiale commesso da pubblico ufficiale in atto pubblico. Gli indagati avrebbero predisposto gli atti di preparazione alla redazione dei bilanci “attestando falsamente fatti dei quali tali atti erano destinati a provare la verità”.

Per tutti è arrivato l’avviso di conclusione delle indagini, che riguardano la predisposizione dei bilanci di previsione 2016, 2017 e 2018, oltre che i Rendiconto 2015, 2016, 2017 e 2018. Questi gli altri indagati: Luciano Abbonato, Lucetta Accordino, Carmela Agnello, Cosimo Aiello, Marcello Barbaro, Bohuslav Basile, Leonardo Brucato, Roberto D’Agostino, Paola Di Trapani, Salvatore Di Trapani, Giovanni Carlo Galvano, Antonino Gentile, Mario Li Castri, Gabriele Marchese, Marco Mazzurco, Vincenzo Messina, Antonino Mineo, Luigi Mortillaro, Sebastiano Orlando, Sergio Pollicita, Paolo Porretto, Stefano Puleo e Daniela Rimedio.

LA LEGA ATTACCA: VOTARE SUBITO LA SFIDUCIA A ORLANDO

Saranno i giudici a stabilire le eventuali responsabilità penali del sindaco Orlando e delle altre persone indagate dalla Procura di Palermo per possibili irregolarità nei bilanci e fino ad allora vale come per tutti la presunzione di innocenza. Ma è evidente che vi è un problema tutto politico nel momento in cui il Comune si avvia al dissesto finanziario ed è già da tempo in totale dissesto funzionale”. Lo affermano il capogruppo della Lega al consiglio comunale di Palermo, Igor Gelarda, e la collega Marianna Caronia.


“Lo diciamo da tempo e torniamo a ribadirlo: è ora di votare la sfiducia – aggiungono -. Quella sfiducia che abbiamo promosso da mesi e che finora ha raccolto una decina di firme è la cartina al tornasole di come qualcuno a Palermo abbia fatto opposizione solo a parole. Ma oggi più di prima e in maniera definitiva non ci possono più essere mezze misure. O si è con Palermo o si è con Orlando. O si firma e vota la sfiducia o si è contro la città”.

ORLANDO: “ATTENDO DI ESSERE ASCOLTATO PER FARE CHIAREZZA”

“Ho avuto comunicazione dell’avviso di un’indagine, esaminerò gli atti depositati dalla Procura della Repubblica e per fare massima chiarezza attendo di essere ascoltato dai magistrati titolari delle indagini sul merito e sulle competenze in una materia, peraltro, particolarmente tecnica”. Lo dichiara il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, in merito all’inchiesta sui bilanci del Comune che lo vede tra gli indagati.

“NON CONOSCO LE CARTE, PM INDIVIDUERANNO RESPONSABILI

“Ho sempre fiducia nella magistratura – assicura Orlando – e sono convinto che saprà fare massima chiarezza individuando responsabilità e responsabili in base ai documenti che non conosco e che mi riservo di conoscere”.

MUSUMECI: “RISPETTO PER LA MAGISTRATURA

“Il presidente della Regione non ha assolutamente interesse a commentare questo tipo di notizie, bisogna avere sempre rispetto per la magistratura. Un’indagine non è mai un reato, non è mai una condanna, non è mai una sentenza definitiva”. Lo dice il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci commentando, a margine di un convegno promosso da Confindustria a Napoli, l’inchiesta della procura di Palermo sui bilanci del Comune.

Tra gli indagati anche il sindaco Leoluca Orlando. “Mi auguro che anche lui – aggiunge Musumeci -, come tutte le persone coinvolte in indagini, possa presto dimostrare la sua estraneità ai fatti contestati”. “Io sono molto garantista – prosegue -, fa bene la magistratura a indagare. Lo faccia a 360 gradi. Sono convinto che abbiamo bisogno di tenere alta l’attenzione soprattutto ora che, con il Pnrr, le organizzazioni criminali potranno tornare ad alzare la testa perché la mafia va dove c’è denaro. Ma, se le istituzioni dello Stato sono più forti della mafia, e non possono che esserlo, io credo che i criminali troveranno porte chiuse”.

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