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A Rimini gli scettici del virus non mollano: “Sabato in piazza”

I movimenti riuniti nella sigla 'Romagna per la Costituzione" rilanciano la manifestazione: "Con la scusa dei contagi si impedisce la libera espressione di parola e di manifestazione"

Pubblicato:21-10-2020 10:40
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 20:05
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RIMINI – Gli scettici del Covid non si arrendono: sabato “senza se e senza ma” sarà in piazza a Rimini ‘Romagna per la Costituzione’, il movimento che riunisce tra gli altri Vox Italia, Libertà di scelta, Movimento 3v, in cui confluiscono attivisti no vax, no 5G e anche i dubbiosi del coronavirus arrabbiati per le misure restrittive decise dalle istituzioni.

La compagine di associazioni ribadisce oggi che sabato scenderà in piazza e respinge gli “attacchi faziosi e strumentali da parte dei soliti piddini anti-democratici, in primis il sindaco Andrea Gnassi”, che “si riempiono retoricamente la bocca di salute e sicurezza, autorizzando poi notti rosa affollate, eventi pseudo-culturali e assembramenti ciclistici vari”. Un atteggiamento che per il movimento dimostra l’uso “del potere politico non per evitare la diffusione di eventuali nuovi focolai, ma per cercare di impedire la libera espressione di parola e di manifestazione e riducendo così a carta straccia la Costituzione sulla quale dovrebbero aver giurato fedeltà”.

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Di fronte a questo “con forza e determinazione”, ‘Romagna per la Costituzione’ chiama a raccolta i riminesi dalle 14.30, in piazza Cavour a Rimini, ribadendo “la piena volontà di rispettare tutte le normative vigenti” e anche che “faremo tutto il possibile affinché la manifestazione si svolga in piena sicurezza”. Tutto ciò fuori “dalle sterili polemiche, mascherina sì, mascherina no“, e sottolineando di non considerarsi “né negazionisti né complottisti”, ma “cittadini liberi e pensanti, che si interrogano senza pregiudizi su ciò che sta accadendo nel nostro territorio e nel nostro paese in tempo di emergenza covid, per quanto riguarda la sanità, il lavoro, la scuola, l’economia, la società”. In particolare, il movimento si chiede “quali saranno gli effetti di certe normative e dpcm sul presente e soprattutto sul futuro nostro e dei nostri figli in termini psicologici, antropologici e culturali”.

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