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VIDEO | In Cile infiammano le proteste, almeno 10 morti. Il presidente: “Siamo in guerra”

Un aumento del prezzo del trasporto pubblico ha fatto scattare in Cile un'ondata di violente proteste: ieri il rogo in una fabbrica saccheggiata ha provocato 5 morti

Pubblicato:21-10-2019 09:08
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:51

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ROMA – Almeno cinque persone sono rimaste uccise in un incendio divampato durante il saccheggio di una fabbrica tessile alle porte di Santiago del Cile: lo ha confermato il ministero dell’Interno, dopo giorni di proteste e violenze innescate da un aumento dei prezzi del trasporto pubblico. Secondo Andrés Chadwick, alla guida del dicastero, in incidenti legati ai disordini sono morte finora sette persone. Altre fonti hanno riferito di almeno dieci vittime.









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Lo stato di emergenza e il coprifuoco già in vigore nella capitale dalle dieci della sera alle sette della mattina dovrebbero essere presto estesi nel nord e nel sud del Cile. In un discorso pronunciato nella tarda serata di ieri, il presidente Sebastian Pinera ha parlato di una situazione di conflitto.


Pinera: “Siamo in guerra”

Siamo in guerra con un nemico potente che vuol utilizzare la violenza contro ogni limite” ha sostenuto il capo dello Stato. A scatenare le proteste tra giovedì e venerdì l’incremento del prezzo del biglietto della metropolitana da 800 a 830 pesos, da 1,01 a 1,05 euro. Secondo fonti della stampa locale, l’aumento è il ventesimo in 12 anni. La mobilitazione popolare si spiegherebbe con un disagio diffuso, conseguenza di un costo della vita cresciuto di oltre il 150 per cento negli ultimi dieci anni.

In Cile lo stato di emergenza era stato proclamato per l’ultima volta nel 1987, ai tempi della dittatura del generale Augustino Pinochet.

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