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Volkswagen, Squinzi: “Si tratta di frode ma le nostre imprese sono sane, nessun ‘dieselgate'”

"Il comportamento della Volkswagen- continua- rischia di tradursi in minore fiducia verso tutta l'industria europea, anche quella italiana. Sarebbe un esito estremamente dannoso, che va scongiurato, ricordando e sottolineando anzitutto le punte di eccellenza del nostro settore manifatturiero in materia di efficienza energetica, sostenibilità e rispetto delle regole ambientali"

Pubblicato:21-10-2015 13:11
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:40

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squinziROMA – La vicenda Volkswagen va vista “per quello che realmente è: una frode”. Così il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, nel corso di una audizione alla Camera sul caso Volkswagen di fronte alle commissioni Attività produttive e Ambiente. “Un fatto complesso e grave, perché investe non solo la salute dei cittadini e l’ambiente, ma anche l’immagine e la credibilità di un’industria che ha fatto dell’affidabilità e della tecnologia il suo vanto”, sottolinea.

“Il comportamento della Volkswagen- continua- rischia di tradursi in minore fiducia verso tutta l’industria europea, anche quella italiana. Sarebbe un esito estremamente dannoso, che va scongiurato, ricordando e sottolineando anzitutto le punte di eccellenza  del nostro settore manifatturiero in materia di efficienza energetica, sostenibilità e rispetto delle regole ambientali”. Squinzi vuole “riconoscere alle nostre imprese di aver realizzato cospicui investimenti in ricerca e in nuove tecnologie, per raggiungere gli obiettivi e applicare gli standard sempre più rigorosi e stringenti  adottati a livello europeo, evitando che un caso singolo diventi il paradigma di un’intera industria. Per questo voglio subito ribadire che non esiste un ‘dieselgate’ o una ‘questione diesel”.

Lo scandalo è scoppiato il 18 settembre e “solo tra tre-quattro mesi avremo indicatori che ci daranno uno scenario attendibile delle ricadute. Allo stato attuale, e mancando ancora un set di dati solido, si può notare solo la marcata caduta in ottobre dell’indice che sintetizza la fiducia degli investitori tedeschi. Le indicazioni, invece, dalle imprese italiane non segnalano al momento rilevanti e anomali cambiamenti negli ordini”, conclude.


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