NEWS:

Sgombero ex Telecom, cosa succede adesso

Il grande portone dello stabile ex Telecom non è stato murato, ma sui vetri compaiono i sigilli della Questura: "Immobile sottoposto a sequestro"

Pubblicato:21-10-2015 11:19
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:40

FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

BOLOGNA – Lo sgombero dell’ex Telecom di Bologna si è concluso ieri sera, ma attualmente l’edificio in via Fioravanti è ancora presidiato dalle Forze dell’ordine: davanti all’ingresso sono schierate diverse camionette e numerosi agenti del Reparto mobile; un altro mezzo della Polizia è collocato all’angolo con una delle strade laterali. Il grande portone dello stabile non è stato murato, ma sui vetri compaiono i sigilli della Questura: “Immobile sottoposto a sequestro”, per ordinanza del Tribunale del riesame datata 3 marzo 2015. Uno dei cartelli è stato affisso proprio sotto il fiocco azzurro che testimonia una delle diverse nascite registrate tra le famiglie dello stabile durante l’occupazione. Intanto di fronte all’ex Telecom, dove si trovano gli uffici comunali di piazza Liber Paradisus, campeggiano ancora due striscioni lasciati durante le proteste di ieri su una balaustra che corre sotto le finestre: “La casa è di chi l’abita, basta sfratti e sgomberi” e “Comune commissariato: governa Coccia”, ovvero il questore di Bologna.

MEROLA POSSIBILISTA SUL BLOCCO DEGLI SFRATTI – Potrebbe servire anche a Bologna un blocco di sfratti e sgomberi, come deciso a Roma dal prefetto Franco Gabrielli? “Potrebbe servire. Credo che la situazione a Roma sia un po’ più complicata della nostra. Le valutazioni in questo senso appartengono alla Prefettura”, dichiara il sindaco del capoluogo emiliano, Virginio Merola, durante la conferenza stampa sulla vicenda ex Telecom.

frascaroli_merola


Ieri operatrici e operatori del Pronto intervento sociale, del Servizio a bassa soglia e dei Servizi sociali territoriali del Comune di Bologna “hanno garantito una risposta dignitosa alle persone in stato di bisogno, a partire dalle famiglie con minori, dopo lo sgombero dell’occupazione dello stabile ex Telecom di via Fioravanti”. E di questo l’assessore comunale alla Sanità Luca Rizzo Nervo, nel ringraziarli, si dice oggi “orgoglioso e fiero”.

Il Comune, nel tumultuoso sgombero dell’ex Telecom e non solo, si è dimostrato capace di mettere in campo “professionalità che sono state fondamentali non solo ieri ma nella quotidiana gestione delle tante fragilità, nella gestione dell’emergenza (che emergenza non è, ma dato storico e strutturale) dei profughi con la chiusura del Cie e la realizzazione di due strutture di accoglienza hub di carattere regionale per adulti e minori senza che questo producesse impatti sul territorio”. Un contributo fondamentale, conclude su Facebook, “nel mantenere questa città una città umana”.

AVVOCATO OCCUPANTI EX TELECOM PREPARA AZIONI LEGALI – Azioni legali in arrivo per fare chiarezza sulle decisioni prese e le modalità con cui ieri, a Bologna, è stato eseguito il sequestro dell’ex Telecom di via Fioravanti. Le annuncia l’avvocato Marina Prosperi, che ieri per tutta la giornata ha assistito le persone che vivevano all’interno dello stabile. “Le azioni verranno fatte tutte”, dichiara Prosperi stamattina ai microfoni di Radio città del capo, aggiungendo che oggi verrà convocata una conferenza stampa nella quale “spiegheremo il materiale e le intenzioni che abbiamo, appena avremo raccolto tutto quello che serve”. Prosperi assicura che “verrà portato tutto all’attenzione di tutti”: di certo le “modalità” dell’azione delle forze dell’ordine, ma l’avvocato intende anche verificare “se c’è stato un abuso d’ufficio nell’esecuzione dello sgombero e quindi parlo delle decisioni” prese a monte. Dichiarazioni che Prosperi rilascia dopo aver passato, ieri, “quasi l’intera giornata all’interno dell’immobile- racconta la diretta interessata- prima al piano di sotto con le donne e i bambini, poi successivamente sul tetto”. Una presenza garantita agli occupanti per verificare “che tutto avvenisse nel pieno rispetto dei diritti”, sottolinea la legale, lasciando intendere che a suo modo di vedere non tutto è andato per il verso giusto: “La pagina di ieri vista dall’esterno è stata dura, ma vista dall’interno è stata durissima” ed è questa una cosa “sulla quale io credo bisogna sviluppare una riflessione forte”. Fin dall’avvio delle operazioni “l’impatto è stato fortissimo” e “scioccante“, dichiara l’avvocato, chiamando in causa l’ingente dispiegamento di agenti e camionette: del resto “le modalità sono pubbliche, si è espresso tutto di fronte al Comune e davanti agli occhi di tutti”.

L’ingresso dell’ex Telecom “era murato da ogni tipo di Forza dell’ordine in tenuta antisommossa e questo per eseguire lo sgombero di donne e bambini- attacca la legale- era inaccettabile perchè, come giustamente hanno rilevato tutti, compreso il procuratore del Tribunale dei minori, le modalità di esecuzione di uno sgombero o comunque di qualunque attività di Polizia quando si è in presenza di minori e persone fragili, quindi donne incinte, persone malate e tutte quelle nell’incapacità di poter gestire in senso razionale quello che avviene, dovrebbe essere oggetto di modalità mediate”. Ma “in questa circostanza non è avvenuto”. Anzi. All’interno, infatti, si è determinato un “salto” di qualità in negativo, continua l’avvocato, “perchè le modalità sono state quelle dell’esecuzione di un’azione di Polizia. Nel senso che la polizia, in genere- ricorda l’avvocato- agisce in un contesto di reato, in cui devi interrompere un’attività criminosa”. Nel caso dell’ex Telecom, però, “siamo di fronte a persone che abitano case: questa è l’attività- afferma Prosperi- ed è molto diverso relazionarsi nei confronti di persone che comunque sono assistite da quelle che tecnicamente sono delle scusanti, delle cause di giustificazione che un domani, in un processo, semmai ci sarà, saranno evidenti e facili da dimostrare”. Si parla, per la legale, di “persone che non stanno commettendo un reato ma stanno prioritariamente soddisfacendo un bisogno per sè e la propria famiglia”. Nonostante questo, ieri si è visto l’ingresso degli agenti “in tenuta antisommossa, con caschi e manganelli, ben sapendo che all’interno non soltanto c’erano centinaia di minori e persone gravemente malate”. Ad esempio, “l’abbiamo vista tutti la scena penosa, penosissima- conclude l’avvocato- del bambino portato via con il respiratore”.

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it