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ROMA – Perquisizione dei carabinieri in casa di Maria Rosaria Boccia, l’imprenditrice di Pompei al centro della bufera politico-mediatica che ha portato alle dimissioni dell’ex ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano.
Il provvedimento, arrivato a seguito della denuncia sporta dall’ex esponente di Governo, è stato disposto dalla Procura di Roma, che adesso indaga per lesioni e violazione della privacy.
Sangiuliano ha fornito ai magistrati una dettagliata documentazione, tra cui la trascrizione delle chat con la donna e una foto del graffio sulla fronte procuratosi questa estate, una ferita ancora visibile nell’intervista al Tg1 dello scorso 4 settembre.
Un graffio che, secondo Sangiuliano, sarebbe stato causato dalle unghie dell’imprenditrice, al culmine di una lite avvenuta a inizio luglio. Episodio che si somma alla fede sottratta momentaneamente durante un altro duro confronto tra i due.
Dalle chat si evince inoltre che Boccia avrebbe cercato di fare pressioni per poter controllare il telefono di Sangiuliano, minacciandolo di installare un ‘trojan’ nel dispositivo.
I militari dell’Arma hanno prelevato il telefono di Boccia e gli occhiali con telecamera che l’imprenditrice ha utilizzato per effettuare le riprese a Montecitorio, video poi postati sui social e costati il ritiro del pass d’ingresso alla Camera dei deputati.
La vicenda si sposta dunque dal piano politico a quello giudiziario.
Sono tre, infatti, i filoni: l’ultimo nato dalla denuncia di Sangiuliano, quello derivante da un esposto del portavoce dei Verdi Angelo Bonelli che vede l’ex direttore del Tg2 accusato di peculato e rivelazione del segreto d’ufficio, infine l’indagine della corte dei Conti sull’eventuale danno erariale derivante dalle spese sostenute dal Ministero per le trasferte di Boccia.
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