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Debutta a Roma la mostra su Lucio Dalla: uomo e artista geniale

All'Ara Pacis l'emozionante viaggio tra cimeli e ricordi. Alla presentazione le testimonianze di Carlo Verdone, Renzo Arbore e Pierdavide Carone

Pubblicato:21-09-2022 19:59
Ultimo aggiornamento:21-09-2022 19:59

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ROMA – Debutta domani a Roma la mostra evento ‘Lucio Dalla – anche se il tempo passa’, al Museo Ara Pacis fino al 6 gennaio 2023. Un viaggio immersivo nell’artista ma soprattutto dell’uomo che era il cantautore di Bologna, scomparso l’1 marzo 2012, esattamente 10 anni fa

La Capitale è solo la seconda tappa di un percorso che è iniziato a Bologna e proseguirà a Napoli dal 4 marzo 2023, in occasione degli 80 anni dalla nascita, e poi a Pesaro e Milano e infine all’estero.

TRA I RICORDI E I CIMELI PERSONALI DI DALLA

Emozionante e piena di ricordi e cimeli personali. Dalla stesura su carta e penna di canzoni come ‘Caruso’ agli abiti di scena, passando per le fotografie, le pagelle di scuola, i primi strumenti suonati. Il sassofono e il clarinetto. I celebri cappellini e berretti indossati sul palco o ai concerti. I dischi e i film a cui ha preso parte. Questa è l’esposizione. In tutto oltre dieci sezioni per scoprire Lucio, “un uomo gentile e generoso”, come lo definiscono più volte gli amici Carlo Verdone e Renzo Arbore.


LUCIO E IL SUO AMORE PER ROMA

Focus della mostra anche il rapporto di Dalla con Roma e gli incontri che ha fatto nella Capitale: da quello con Fellini allo stesso Verdone e fino a De Gregori e Venditti. Fino alla metà degli Anni 80, l’artista ha, infatti, abitato in vicolo del Buco 7, nel cuore del quartiere Trastevere. Nell’appartamento Dalla ha anche scritto la celebre ‘La sera dei Miracoli’.

“È impensabile che questa mostra itinerante- dichiara Miguel Gotor, assessore alla Cultura di Roma- non passasse da Roma. Per lui stesso era un palcoscenico unico al mondo capace di unire tutte le classi sociali”. Ed è importante, per Gotor, accogliere una “Stella che brilla” anche dopo la morte al Museo dell’Ara Pacis: “Celebrare Dalla qui, in un luogo millenario della classicità di questa città, è molto bello- dice Gotor- perché andiamo ad unire e mettere insieme un artista, un uomo, un cantautore che siamo sicuri resterà nella storia della musica Italiana. È significativo che la sede di questa mostra sia in un luogo così classico, così prestigioso, così  autorevole”.

CARLO VERDONE: “SONO DIVENTATO AMICO DI DALLA GRAZIE A BOROTALCO”

Il mio rapporto con Dalla inizia quando ho scritto il film più importante della mia carriera, ‘Boroatalco’. Dovevo dimostrare, dopo ‘Un sacco bello’, di poter affrontare un film con un personaggio unico. In pochi ci credevano. Volevo fosse un film che rappresentasse nel migliore dei modi l’inizio degli Anni 80, anni importanti, colorati, di riscatto dopo un decennio pieno di tormenti, attentati è brutta cronaca nera. Gli Anni 80 dovevano essere un rinascimento, soprattutto per il mondo giovanile. E il rinascimento partiva dall’ascolto di una nuova musica che non soltanto provenisse dall’Inghilterra ma anche dall’Italia. Quando cominciammo a capire chi era Lucio Dalla attraverso le sue composizioni alla fine degli Anni 70 e l’inizio degli Anni 80, capimmo la colonna sonora che avrebbe accompagnato quel decennio. Quindi io scrissi un film in cui Lucio Dalla è l’idolo dei due protagonisti”. Inizia così il ricordo che Carlo Verdone fa di Lucio Dalla in occasione della presentazione della mostra.

L’attore lo descrive come un uomo “generoso” sopra ogni cosa, tanto da donargli i suoi brani per la pellicola del 1982, cancellando la paura di un rifiuto netto alla concessione. Verdone e Dalla si incontrarono nell’abitazione romana del cantautore, a vicolo del Buco 7. “Mi dissi, un bolognese che va a cercare un vicolo un po’ buio, della vecchia Roma belliana, una cosa che solo un romano può fare, deve amare molto questa città”, svela Verdone che è stato uno dei tasselli importanti del rapporto di Dalla con la Capitale.

Omaggio alla personalità di Dalla, Verdone non dimenticherà mai quello che dopo quel film sarebbe diventato un amico: “Lo ricorderò sempre come una grande persona, che amava stare con gli amici, che condivideva tutto con gli altri, che aveva un grande senso dell’ironia e autoironia, come vediamo nei testi e soprattutto è stato importante perché non si è dimenticato della grande tradizione melodica italiana ed è riuscito a creare un sincretismo con nuovi arrangiamenti e testi spesso enigmatici, o alcune volte molto chiari. Era qualcosa di nuovo e di alta professionalità. Gli diremo sempre grazie per la bella musica, per l’intelligenza e la poesia che ci ha dato. E per la generosità che ha dimostrato, mai vista una persona così generosa come lui nel campo della musica e ancora oggi gli dico grazie”.

RENZO ARBORE: “HO CONOSCIUTO DALLA DA BAMBINO”

“All’inizio per me è stato il figlio della signora Melotti, la modista di mia madre. Veniva a casa mia a Foggia e cercava di vendere i vestiti all’ultimo grido. Io avevo 7 anni e mi ricordo questa signora, le sue valige e questo bambino irrequieto che mi fu affidato perché io lo trastullasti”. È questo il primo ricordo che Renzo Arbore ha di Lucio Dalla, lo racconta all’anteprima  della mostra.

Ci accomunava questa grande passione per il clarinetto, ci intendevamo. Quando vinsi il secondo posto a Sanremo con ‘Il clarinetto’, il primo a chiamarmi fu Lucio Dalla e mi disse: ‘Grazie per il pezzo sul nostro strumento’. Tante volte abbiamo suonato insieme”, ricorda Arbore che ha inserito Lucio anche nel prossimo programma, ‘Appresso alla musica’, che lo vedrà protagonista su Rai 5 dal 10 ottobre. “Lucio aveva un dono straordinario che gli invidio, che è quello che apprezzo nelle persone: la grande fantasia ed era dominato dalle passioni”, dice ancora Arbore.

“La sua ecletticità lo faceva amare moltissimo- dichiara il musicista- attingeva a tutte le musiche del mondo partendo dal jazz”. E, per questo suo straordinario talento, “avrebbe potuto, oltre ‘Caruso’, far conoscere il suo repertorio internazionale anche in paesi lontani, come gli Stati Uniti”.

PIERDAVIDE CARONE: “LUCIO CELEBRAVA IL FUTURO, UNICO MECENATE DEI TALENTI ALTRUI”

“Lucio era uno che celebrava il futuro che ancora doveva arrivare, tanto che ha lanciato una serie di artisti. Come cantautore è stato l’unico vero mecenate dei talenti altrui e io ho avuto la fortuna di essere uno di quelli”. Alla anche il ricordo emozionato di Pierdavide Carone, ex Amici e cantautore. L’artista di Bologna è stato suo mentore e direttore d’orchestra al Festival di Sanremo 2012 che lo ha visto partecipare con ‘Nanì’. Quella è stata di fatto l’ultima apparizione di Dalla, prima della morte l’1 marzo di quell’anno.

“Sono diventato un artista consapevole di me stesso, nonostante avessi fatto cose prima, grazie alla guida/non guida di Lucio- racconta Pierdavide- non dava insegnamenti ma stargli vicino e dirigendo l’orchestra al Festival mi ha aperto diversi chakra artistici. Questo è il regalo più bello che mi potesse fare”.

UNA MOSTRA ACCESSIBILE A TUTTI

Vanto della Sovraintendenza Capitolina  per questo percorso è l’accessibilità a tutti: la mostra è, infatti, fruibile anche ai visitatori sordi con le performance in Lingua Italiana dei Segni (Lis) di Mauro Iandolo, della cooperativa Segni di Integrazione-Lazio, che interpreta con il suo corpo ‘La sera dei miracoli’, ‘Cara’ e ‘4 marzo 1943’.

Anche le persone con disabilità visiva avranno a disposizione ausili dedicati ed, in particolare, un percorso dotato di pannelli in braille e relative audiodescrizioni, realizzato in collaborazione con il Museo Tattile Statale Omero. Sarà, inoltre, disponibile un calendario di visite tattili gratuite, guidate da operatori specializzati.

INFO E BIGLIETTI

La mostra è aperta ogni giorno dalle 9.30 alle 19.30. Il 24 e 31 dicembre dalle 9.30 alle 14. È chiusa nei giorni 25 dicembre e 1 gennaio. La prevendita dei biglietti è disponibile sul sito museiincomuneroma.vivaticket.it.

Il costo intero è di 13 euro, ridotto (under 26, over 65, Mic card e Roma pass) di 11, ridotto scuole di 4 euro e ridotto famiglie (due adulti più un under 18) di 22 euro. L’ingresso alla mostra è in via di Ripetta, 180.

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