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Castelli (Fdi): “Per l’alluvione cinque milioni del Governo sono pochi, servono più fondi”

"Le bufale sull’aborto negato nelle Marche derivano da quella stessa campagna di demonizzazione di cui è destinataria Giorgia Meloni"

Pubblicato:21-09-2022 11:44
Ultimo aggiornamento:21-09-2022 11:44
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ANCONA – Pragmatismo e capacità amministrativa sono di sicuro due doti che non mancano a Guido Castelli, capolista nel collegio plurinominale al Senato per Fratelli d’Italia nelle Marche. Assessore regionale al Bilancio dal 2020, quando il centrodestra per la prima volta ha conquistato la guida della Regione, Castelli è stato consigliere regionale dal 2000 al 2009 e poi sindaco della sua città, Ascoli Piceno, dal 2009 al 2019. Un’esperienza che, in caso di elezione, porterà a Roma e che potrà essere utile per aiutare i territori delle Marche messi in ginocchio da un’alluvione che per ora ha causato 11 vittime e due dispersi. “Il nuovo Esecutivo- dice alla Dire Castelli- sicuramente dovrà incrementare il fondo che il Governo ha stanziato per l’emergenza: 5 milioni sono niente di fronte ad una devastazione che ha riguardato un’area in cui insistono più di 20.000 imprese. In secondo luogo dovrà snellire e semplificare la normativa sugli appalti pubblici. Non può bastare l’opposizione di un comitato per bloccare opere necessarie per la pubblica incolumità”.

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“BOLLETTE? PRICE CAP E DISACCOPPIAMENTO DA SUBITO

L’attuale assessore marchigiano svela la sua ricetta per affrontare anche un’altra emergenza che sta colpendo il paese: quella del caro bollette. “Price cap e disaccoppiamento da subito e, poi, azione di contrasto alla speculazione autorizzata dalla borsa di Amsterdam– continua Castelli-. Per ottenere questo risultato è necessario che l’Italia sia governata da chi ha un forte consenso popolare”.

IL POTENZIAMENTO DELLA LINEA ADRIATICA

Tornando su temi più ‘marchigiani’ per Castelli è da rivedere anche il progetto di potenziamento della linea ferroviaria Adriatica che prevede per ora l’arretramento della ferrovia solo a Pesaro e Fano con la previsione eventualmente di arrivare fino a Falconara. “Il bicchiere per me è mezzo mezzo vuoto nel senso che la proposta del Governo uscente non può essere evasiva sul tema della completezza territoriale del progetto di arretramento- aggiunge Castelli-. Le Marche vanno da Gabicce a Porto d’Ascoli: un progetto di quella portata non può essere monco”.

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“SULL’ABORTO CAMPAGNA DI DEMONIZZAZIONE”

Altro tema che riguarda le Marche e che ha sollevato un vespaio di polemiche politiche anche a livello nazionale è quello relativo all’applicazione della Legge 194. “Le bufale sull’aborto negato nelle Marche derivano da quella stessa campagna di demonizzazione di cui è destinataria Giorgia Meloni a livello nazionale- dice Castelli-. Il rapporto annuale del ministero della Salute, a proposito delle Marche, parla chiaro: nella nostra regione la possibilità di accesso all’interruzione volontaria di gravidanza è superiore alla media nazionale. Per il resto noi in regione ci battiamo affinché la 194 sia applicata nella sua interezza. Anche nella parte che riguarda il sostegno alla maternità. Chi ha scelto di abortire per il timore di non farcela economicamente ha diritto di avere una possibilità di alternativa con il supporto dello Stato”.

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IL MODELLO MARCHE

Insomma quello delle Marche è un modello da esportare a Roma? “Giorgia Meloni ha le idee chiare su ciò di cui ha bisogno l’Italia- conclude-. In più ha una visione strategica che da tempo manca all’Italia. Quello che stiamo costruendo nelle Marche è frutto proprio di quella visione che mette al centro l’interesse della comunità”.

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