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VIDEO | Giornata mondiale della pace, Myers (Mop): “In Liberia la costruiamo pure al ‘peace club'”

La direttrice della ong Messengers of Peace alla Dire: "Con i giovani senza dimenticarci i social"

Pubblicato:21-09-2020 15:00
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 19:55
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ROMA – Attivismo “senza sosta”, lavoro sulla prevenzione dei conflitti e, non da ultimo, uso conspapevole dei media e di internet. Tutti elementi che servono per trasformare i giovani “da strumento della guerra” a “costruttori di pace”, secondo Gwendolyn Myers, direttrice in Liberia della ong Messengers of Peace. Nata nel Paese dell’Africa occidentale 30 anni fa, Myers ha nel curriculum una laurea in chimica e biologia a Monrovia, esperienze di studio negli Stati Uniti e un master in Relazioni internazionali e diritti umani alla University of London. Nel 2008, ha fondato Liberia Messangers of Peace (Mop) nell’ambito di un programma delle Nazioni Unite. L’intervista con l’agenzia Dire si tiene in occasione della Giornata mondiale della pace, che e’ stata istituita dall’Onu nel 1981 e si celebra ogni anno il 21 settembre. Myers lancia un appello di “incoraggiamento ai giovani di tutto il mondo a stare sempre in prima linea nella difesa e promozione della pace”. Poi si rivolge alla comunita’ internazionale: “E’ necessario incrementare gli investimenti per garantire la sicurezza di base degli esseri umani” dice: “Agricoltura, sicurezza alimentare, diritto all’acqua e all’assistenza sanitaria”. Secondo la direttrice, l’equazione per arrivare a una pace “sostenibile” esiste: “Chi e’ soddisfatto non pensera’ mai a uccidere e chi si sente ascoltato non partecipera’ a proteste o disordini”. Myers, che e’ anche membro del Gruppo di lavoro sulla riconciliazione istituito dal governo liberiano, parla degli strumenti per costruire pace in un Paese che negli ultimi 30 anni ha attraversato guerre civili – la prima tra il 1989 e il 1997 e la seconda tra il 1999 e il 2003 – che hanno causato tra le 650.000 e le 900.000 vittime. “In primo luogo c’e’ l’attivismo e l’impegno di difesa e promozione presso le istituzioni” spiega Myers: “Bisogna fare in modo che si crei la volonta’ politica di rafforzare la pace e di utilizzare gli strumenti forniti dal diritto internazionale in questo senso”. Un intervento che, pero’, non deve arrivare solo dall’alto. “Una delle nostre attivita’ principali e’ lavorare con scuole e comunita’, creando ‘peace club’ e formando mediatori e coach sul territorio”. Un aspetto fondamentale sarebbe rappresentato dai media e da internet. “Sono nostri partner, permettono al nostro messaggio di diffondersi e di arrivare, come in questo caso, fino a un’agenzia di stampa italiana” sottolinea Myers.

Convinta che la pace non e’ certo affare solo liberiano o africano: “La si costruisce solo tutti insieme e per farlo e’ importante insegnare ai giovani come fare un uso corretto di internet“. La direttrice continua: “Svolgiamo un lavoro quotidiano per impiegare i social media per diffondere messaggi di pace. E’ uno strumento utile per i giovani, che non va sottovalutato”. Secondo Myers, bisogna saper anche comunicare nel modo giusto l’impegno per la pace. “Deve diventare ‘sexy'” dice la direttrice: “Per molti giovani essere un mediatore o un volontario potrebbe non essere attrattivo. Noi ci lavoriamo, curiamo ogni dettaglio, dal modo di presentarsi alla comunicazione. Qualcuno potrebbe non essere disposto ad ascoltarmi all’inizio ma se richiamo la sua attenzione le cose cambiano”. L’obiettivo, secondo Myers, resta lo stesso: “Ispirare gli altri affinche’ diano un contributo“.


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