VIDEO | Bayesian, recuperati 4 corpi dal relitto. Si cerca ancora con il robot subacqueo

Le ricerche di oggi hanno portato al recupero di quattro corpi all'interno del relitto del Bayesian. Individuato un quinto. Continua il lavoro di Vigili del fuoco e Guardia costiera, che sta operando con l'aiuto di un robot subacqueo

PALERMO – Trovati e trasportati sulla banchina dell’approdo di Porticello quattro corpi delle vittime del naufragio del ‘Bayesian’, individuato infine un quinto corpo. Erano tutti all’interno del ‘Bayesian’, il veliero affondato nelle acque di Porticello (Palermo). A questo punto manca all’appello un ultimo disperso.

Gli speleo-sub dei vigili del fuoco hanno tirati fuori quattro corpi dalle cabine del veliero affondato lunedì mattina nello specchio d’acqua di fronte alla costa palermitana. Il bilancio delle vittime del naufragio sale a sei. Ancora due i dispersi.

I primi due corpi individuati e recuperati risulterebbero un uomo e una donna. A questo punto si attende l’arrivo dei familiari dei dispersi, ospitati nel vicino hotel Domina Zagarella, per il riconoscimento. Proseguono, intanto, le attività di recupero dell’ultimo corpo individuato e le ricerche dell’ultimo disperso nella tragedia del ‘Bayesian’.

Questo l’elenco dei sei che fino a questa mattina risultavano dispersi: il tycoon inglese Mike Lynch e la figlia Hannah; Jonathan Bloomer, presidente della banca d’affari Morgan Stanley International, e la moglie Judy; Chris Morvillo, legale di Lynch, e la moglie Neda. Nelle ore successive al naufragio era stato recuperato il corpo dello chef di bordo, Thomas Recaldo.

Mentre proseguono le ricerche, la Procura (che ieri ha ascoltato per due ore il comandante del veliero James Cutfield) sta sentendo tutti i superstiti per cercare di ricostruire i tragici istanti del naufragio.

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Nelle operazioni di ricerca dei dispersi, oltre ai sommozzatori speleo dei Vigili del fuoco, è al lavoro anche la Guardia costiera, con i sommozzatori dei Nuclei sub della guardia costiera di Napoli e Messina, che stanno operando con l’ausilio di un ulteriore veicolo subacqueo a controllo remoto, un Rov (Remotely operated vehicle).

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IL ROBOT PUÒ ARRIVARE FINO A 300 METRI SOTTO IL MARE

Il robot è capace di operare sul fondale marino ad una quota fino a 300 metri e ha un’autonomia tra le 6 e le 7 ore. Il dispositivo messo in campo dalla guardia costiera, dotato di un’avanzata tecnologia che permette di indagare i fondali e di registrare video e immagini dettagliate, “punta a fornire elementi utili e puntuali – sottolineano dalla direzione marittima della guardia costiera di Palermo – per ricostruire la dinamica dell’incidente a beneficio della procura della Repubblica di Termini Imerese”.