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Speranza: “Più risorse per la sanità, è la lezione del Covid”

Il ministro della Salute al Meeting di Rimini: "Le Case della Comunità sono un passo avanti"

Pubblicato:21-08-2022 17:01
Ultimo aggiornamento:21-08-2022 17:01

quarta dose
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ROMA – Si può andare oltre il Covid per il ministro della Salute, Roberto Speranza, perché ormai “abbiamo una forza che non avevamo prima: la campagna di vaccinazione e gli antivirali. Ma ‘oltre il Covid’ non significa che il virus sia evaporato. Ci vuole cautela, prudenza e piedi per terra. In questi tre anni abbiamo visto che il Covid è un nemico insidioso e la battaglia non è ancora vinta”, ricorda il ministro della Salute aprendo il Talk ‘Il cambiamento possibile. La Sanità oltre il Covid’, al meeting di Rimini.

Però il virus Sar-Cov2 “ci ha insegnato alcune cose – continua Speranza – Papa Francesco disse ‘Peggio di questa crisi, è il rischio di sprecarla’. Noi dobbiamo mettere più risorse sul fondo sanitario nazionale – sottolinea il ministro – e negli ultimi dieci anni abbiamo messo 124 miliardi, una media periodica di 3,3 miliardi l’anno”.

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SPERANZA: “CASE COMUNITÀ PASSO AVANTI, PRESA IN CARICO ANCHE SOCIALE”

Casa della Salute e Casa della Comunità, qual è la differenza? “La prima era esistita solo in poche regioni in ambito essenzialmente sanitario. La casa della comunità rappresenta, invece, un passo avanti: è un luogo di presa in carico anche sociale”, spiega Speranza al Meeting di Rimini. “In Italia a livello amministrativo l’ambito sociale e quello sanitario sono quasi sempre divisi. Nella vita delle persone, invece, sono due pezzi della stessa medaglia – spiega Speranza – ma dove c’è un problema sociale arriva spesso un problema sanitario e viceversa. La Casa della Comunità è il luogo di prima assunzione dei problemi sociali e sanitari. Un luogo di prossimità”.

SPERANZA: “CON DRAGHI RIFORMA SANITÀ QUASI PRONTA”

Pochi giovani decidono di intraprendere la professione. Come si può rimodulare la figura del medico di base? “La figura del medico di famiglia è essenziale e irrinunciabile nel nostro Sistema sanitario nazionale – osserva il ministro della Salute -. Nell’ultimo discorso in Parlamento, Draghi aveva annunciato una riforma, che sarebbe arrivata di lì a poche settimane, per valorizzare questa figura di prossimità essenziale. Sono oltre 40mila i medici di base. Noi abbiamo provato a intervenire in un punto specifico di debolezza: tra il lavoro del medico di medicina generale e il resto del Sistema sanitario nazionale c’è troppa separatezza in alcuni casi. Su questo punto – ricorda Speranza – c’era già stato un confronto con i sindacati, l’Ordine e le Regioni. Mi auguro che qualsiasi governo arriverà dopo potrà portare avanti questa riforma che è importante“.

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Speranza poi punta l’attenzione sulle borse di specializzazione perché è stato affrontato il tema dell’imbuto formativo: i giovani laureati in Medicina rimasti senza borsa di specializzazione, che non potevano lavorare nel Sistema sanitario nazionale. “L’anno scorso sono state portate a 17.400 le borse – ricorda il ministro – il triplo di tre anni fa e il doppio di due anni fa. Non esiste più l’imbuto formativo, che era uno spreco enorme”.

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