NEWS:

Il cibo diventa la prima ricchezza dell’Italia: vale il 25% del Pil

Il successo dell'alimentare Made in Italy è confermato dal record storico nelle esportazioni

Pubblicato:21-08-2021 16:35
Ultimo aggiornamento:21-08-2021 16:35
Autore:

FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

ROMA – Con l’emergenza Covid il cibo è diventato la prima ricchezza dell’Italia per un valore pari al 25% del Pil con 538 miliardi di euro lungo l’intera filiera agroalimentare dal campo alla tavola e ben 4 milioni di lavoratori impegnati in 740mila aziende agricole, 70mila industrie alimentari, oltre 330mila realtà della ristorazione e 230mila punti vendita al dettaglio. Lo ha reso noto il presidente della Coldiretti Ettore Prandini con il suo intervento nell’ambito dell’incontro ‘Food Coalition “La sfida della nutrizione in tempo di pandemia’ al Meeting di Rimini dove la Coldiretti ha aperto il primo salone 2021 dei tesori agroalimentari salvati dall’estinzione grazie all’impegno e al lavoro dei contadini italiani.

Il successo dell’alimentare Made in Italy è confermato dal record storico nelle esportazioni con un balzo dell’11,2% nei primi sei mesi dell’anno – spiega Coldiretti – e punta per il 2021 verso la cifra di 50 miliardi di euro, mai registrata nella storia dell’Italia. Un risultato ottenuto – sottolinea la Coldiretti – nonostante le difficoltà degli scambi commerciali e i lockdown con il blocco della ristorazione che ha pesantemente colpito i prodotti Made in Italy.

Tra i principali appassionati dell’Italia a tavola ci sono gli Stati Uniti che fanno registrare un balzo delle richieste del 18,4%. Positivo l’andamento anche in Germania – spiega Coldiretti – che si classifica al primo posto tra i Paesi importatori di italian food con un incremento del 6,8%, praticamente lo stesso della Francia (+6,7%) che si colloca al terzo posto mentre al quarto c’è la Gran Bretagna dove a causa della Brexit, con l’appesantimento dei carichi amministrativi, l’export alimentare crolla del 4,6%. Fra gli altri mercati – evidenzia la Coldiretti – si segnala la crescita del 16,5% di quello russo e un vero e proprio balzo in avanti di quello cinese con +57,7%.


Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it