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Dj morta a Messina, i legali della famiglia: “Omicidio-suicidio comoda via d’uscita”

In una nota, i legali della famiglia Mondello smentiscono il tentativo di suicidio della donna e attaccano i soccorsi

Pubblicato:21-08-2020 16:38
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 19:47

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PALERMO – Gli avvocati Nicodemo Gentile e Antonio Cozza, legali della famiglia di Viviana Parisi, in una nota diffusa su Facebook denunciano “l’amarezza per le pesanti indiscrezioni che stanno emergendo circa la vita privata e lo stato di salute” della donna trovata morta l’8 agosto nei pressi dell’autostrada Messina-Palermo “che purtroppo- aggiungono- non puo’ piu’ difendersi”.

La madre del piccolo Gioele, il cui corpo e’ stato ritrovato in seguito da uno dei volontari giunti a Caronia per le ricerche del bimbo, “stava sicuramente vivendo un periodo di reale affaticamento- ancora i legali- ma non e’ emerso allo stato nessun elemento, neanche indiretto o latente, che possa far presupporre l’intenzione della stessa di uccidere suo figlio“.

Da qui la convinzione degli avvocati della famiglia Parisi: “Questa ipotesi dell’omicidio-suicidio appare forzata ovvero il ‘commodus discessus’, la facile via d’uscita, in considerazione del fatto che sembra assai improbabile che Viviana avrebbe percorso oltre 100 chilometri per lanciarsi poi da un traliccio della corrente (che non costituiva sicuramente la meta del suo viaggio) avendo tra l’altro a disposizione il terrazzo di casa e senza sottovalutare neanche il fatto che, la mattina prima di uscire, aveva messo in preparazione il sugo per il pranzo con marito e figlio. In certe circostanze, in assenza tra l’altro di una indispensabile quanto completa, valida e professionale relazione psico/socio/ familiare e di risultati qualificati di natura medico/legale, sarebbe preferibile, da parte di tutti, il silenzio- concludono Gentile e Cozza- e il rispetto per due morti cosi’ dolorose e per le loro famiglie”.


“VIVIANA NON HA TENTATO IL SUICIDIO”

“Nessun tentativo di suicidio” il 28 giugno scorso da parte di Viviana Parisi, la dj di origini torinesi trovata morta l’8 agosto nei pressi dell’autostrada A20 Messina-Palermo, affermano ancora i legali che hanno reso noto il verbale del pronto soccorso relativo a quel giorno.

Il documento definisce la paziente “eupnoica”, cioe’ con respirazione normale. “Due ore, circa, dopo tale accesso, Viviana era a casa- spiegano i legali- Il giorno seguente: a mare con la propria famiglia. Cosa era accaduto? Nel dubbio (Viviana non ne era certa) che avesse assunto un quantitativo leggermente maggiore del farmaco prescrittole, Viviana rappresentava tale circostanza ai familiari i quali (come sempre solerti, attenti, amorevoli e premurosi), nel dubbio, preferivano accedere a pubblico nosocomio al fine di operare i dovuti accertamenti”.

“RIFLETTERE SU MODALITÀ RICERCHE”

“Forse oggi c’e’ soprattutto da chiedersi come sia stato possibile non vedere il corpicino di Gioele, a poca distanza da sua madre, e durante ben sedici giorni di ricerche”, continuano i legali.

Le battute in zona sono state molte, con un dispiegamento di tanti uomini tra vigili del fuoco, polizia, carabinieri, forestali, corpi speciali ed unita’ cinofile, per poi arrivare al ritrovamento avvenuto grazie ad un volontario, dopo sole 5 ore di ricerche– aggiungono- E purtroppo non e’ la prima volta che accade”.

“Il caso piu’ clamoroso e’ stato sicuramente quello di Yara Gambirasio, il cui corpo fu rinvenuto in un terreno da un appassionato di aeromodellismo, quando in quell’area, nei mesi precedenti, le ricerche erano state eseguite con l’impiego di svariate forze dello Stato. Ma dobbiamo ricordare anche il caso di Elena Ceste, rinvenuta dopo nove mesi dalla sua scomparsa, a due passi da casa, da alcuni dipendenti comunali impegnati nella pulizia del canale. E non possiamo neanche dimenticare il caso di Eleonora Gizzi, l’insegnante di Vasto, il cui corpo fu ritrovato casualmente sotto un ponte autostradale che, a quanto dire, era stato a lungo ispezionato”.

Secondo i legali “queste evidenze devono farci riflettere sulle modalita’ con cui vengono condotte le ricerche nel nostro Paese: sicuramente qualcosa non funziona nelle procedure d’intervento, per cui- proseguono- e’ diventata un’esigenza non piu’ procrastinabile quella di intervenire e di potenziare questo settore con metodi europei, evoluti, moderni e ancora piu’ professionali“.

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