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ROMA – Tony Bennett è morto. Il crooner italo-americano se ne va a 96 anni, dopo una lunga convivenza con il morbo di Alzheimer. Una malattia che l’artista aveva rivelato solo nel 2021, anno del suo ritiro dalle scene. A confermare la scomparsa – avvenuta nella sua casa di New York- Sylvia Weiner, sua addetta stampa.
Per oltre 70 anni, Bennett – al secolo Anthony Dominick Benedetto – l’artista ha affascinato il pubblico di più generazioni con la sua voce calda e accogliente.
A rimanerne colpite star come Amy Winehouse e Lady Gaga che hanno legato la loro storia a quella del crooner i collaborazioni importanti. Con l’ultima, Bennett ha realizzato due album dal sapore jazz, “Cheek to cheek” (2014) e “Love for sale” (2021), quest’ultimo la chiusura della discografia del cantante e colonna sonora del suo addio alle scene.
Poi gli incroci anche con Frank Sinatra, Aretha Franklin, Elton John, Sting, George Michael, Stevie Wonder e Michael Bublè. Solo per citarne alcuni. Molti di questi sono contenuti nei dischi di duetti intitolati proprio “Duets”.
Nel cv, però, di album Bennett ne conta 103, 20 sono i Grammy Awards vinti, di cui uno alla carriera, 2 gli Emmy Awards aggiudicatosi. Una produzione mastodontica paragonabile a quella di pochi altri. Tra i grandi successi brani come “Fly Me to the Moon”, “Because of you”, “I Left My Heart in San Francisco”, “I Can’t Give You Anything But Love”, “Just In Time” e “Steppin’ Out with My Baby”.
Di origini italiane, Bennett nasce dal matrimonio di John Benedetto e Anna Suraci. La famiglia dell’artista era emigrata dalla Calabria nel 1899, nello specifico da Podargoni. E da allora si era stabilizzata in maniera fissa. Tony arriva il 3 agosto 1926 e delle sue origini è sempre stato orgoglioso: “Sono fiero di essere calabrese– aveva detto- amo la Calabria, l’ho vista e visitata. Mio padre cantava sulla cima di una montagna per farsi sentire da tutto il villaggio e, una volta arrivato negli Stati Uniti, ha insegnato il canto anche a me e a mio fratello. Questo ha creato in me una passione che non si è mai fermata”.
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