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Colombia, tre leader nativi nella squadra del presidente Gustavo Petro

L'annuncio è giunto in coincidenza con l'inizio della nuova legislatura, dopo le elezioni di maggio e giugno

Pubblicato:21-07-2022 17:41
Ultimo aggiornamento:21-07-2022 17:41
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Ci sono anche tre dirigenti dei popoli originari nella diplomazia e nel governo annunciati dal presidente della Colombia Gustavo Petro in coincidenza con l’inizio della nuova legislatura.

Stando a quanto riferito tramite Twitter dallo stesso capo dello Stato, eletto a giugno in coppia con la sua vice Francia Marquez, primo governante su posizioni progressiste della storia recente del Paese, l’esponente del popolo arhauca Leonor Zalabata Torres sarà la prossima ambasciatrice della Colombia presso le Nazioni Unite, la leader del popolo emberà e avvocatessa María Patricia Tobón ricoprirà il ruolo di presidente della Unidad para la Atención y Reparación Integral a las Víctimas, mentre il dirigente del popolo nasa Rangel Giovani Yule Zape sarà alla guida della Unidad de Restitución de Tierras, un ente affiliato al ministero dell’Agricoltura.


RUOLI CHIAVE PER ZALABATA TORRES, TOBON E YULE

Zalabata Torres, nativa del dipartimento settentrionale di Cesar, ha partecipato ai lavori per la creazione della Comisión Nacional de Derechos Humanos de los Pueblos Indígenas de Colombia. La sua nomina, stando ad alcuni commenti rilanciati dal quotidiano El Espectador, è anche “un omaggio” alla regione montana della Sierra Nevada da cui proviene. Tobón, esperta di diritto costituzionale, a 35 anni l’esponente più giovane della Comisiòn de Verdad istituita con gli Accordi di pace raggiunti nel 2016 da Stato e Fuerzas Armadas Revolucionarias de Colombia (Farc), si occuperà dell’ente che disciplina le modalità di assistenza e risarcimenti per le vittime della guerra. Yule è un leader nativo e sociologo ed è stato un dirigente di una delle più influenti organizzazioni dei popoli originari della Colombia, il Consejo Regional Indígena del Cauca (Cric). La sua elezione a capo dell’ente che gestisce la restituzione delle terre alle vittime del conflitto è stata anche contestata, fra gli altri, da alcuni esponenti della formazione conservatrice del Centro Democratico. A pesare sarebbero possibili “conflitti di interessi” visto il coinvolgimento di alcune organizzazioni native in “atti ostili” alle forze armate nel contesto della guerra civile.

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