NEWS:

In Europa “preoccupazione” dopo le dimissioni di Draghi. Gentiloni: “Balletto degli irresponsabili”

Nelle istituzioni comunitarie si guarda alla crisi di governo. Il commissario agli Affari economici: "Ci aspettano mesi difficili"

Pubblicato:21-07-2022 11:55
Ultimo aggiornamento:21-07-2022 14:09
Autore:

European economic policy
FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

Di Alessio Pisanò

BRUXELLES – “Il balletto degli irresponsabili contro Draghi può provocare una tempesta perfetta. Ora è il tempo di voler bene all’Italia: ci aspettano mesi difficili ma siamo un grande Paese“. Lo ha scritto il commissario europeo agli Affari economici Paolo Gentiloni in un tweet in seguito al voto di fiducia espresso dal Senato martedì sera nei confronti del governo guidato da Mario Draghi.

LEGGI ANCHE: DIRETTA | Draghi conferma le dimissioni a Mattarella. Il Capo dello stato convoca i presidenti delle Camere


Anche al Parlamento europeo si guarda con attenzione alla vicenda italiana: Iratxe Garcia Perez, capogruppo dei socialisti al Parlamento Europeo, ha espresso “preoccupazione per l’evolversi della crisi di governo in Italia” indicando “i populisti e il Partito popolare europeo come responsabili di questa situazione”.

LEGGI ANCHE: Il Governo resta in carica, ecco cosa può fare nel ‘disbrigo degli affari correnti’

Gunnar Beck, europarlamentare tedesco del partito di estrema destra Alternative für Deutschland, in un tweet si è rivolto all’elettorato tedesco. “Presto probabilmente i tedeschi dovranno salvare gli italiani. Visto quello che sta succedendo ci sembrerà di aver dato degli spiccioli alla Grecia dieci anni fa. Potrebbe essere l’inizio della fine“, ha dichiarato Beck riferendosi ai rischi per la sostenibilità del debito italiano in seguito alla caduta del governo Draghi.

LEGGI ANCHE: Cade il governo Draghi, la rabbia di Lapo Elkann: “Buffoni e scappati di casa, mandate via l’italiano più rispettato”

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it