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Sud, Grassi (Industriali Napoli): “Piu’ infrastrutture per il rilancio”

“Occorre investire anche sulle strade, sui porti e sugli aeroporti"

Pubblicato:21-07-2018 12:54
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:24
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ROMA – di Andrea Picardi
Le infrastrutture prima di tutto, per creare le condizioni di contesto che consentano alle imprese di crescere e investire. E poi la burocrazia, che impone ancora procedure farraginose e lunghissime, e l’accesso al credito, per sostenere le aziende in questa fase di ripartenza dell’economia italiana. Soprattutto nel Mezzogiorno e in Campania, dove le difficoltà sono maggiori che nel resto del Paese, al netto di alcuni segnali positivi da non sottovalutare. Vito Grassi è il presidente degli industriali di Napoli dal 31 maggio scorso: un ruolo certamente privilegiato per cercare di capire di cosa abbia bisogno in concreto il Sud Italia per ingranare finalmente la marcia dello sviluppo economico. “In questo senso non ho alcun dubbio”, ha affermato Grassi in questa conversazione realizzata nell’ambito delle attività dell’osservatorio sulle relazioni tra imprese e territori dell’Istituto per la Competitività (I-Com).  Secondo il numero uno degli imprenditori napoletani, esiste infatti una ben definita priorità su cui il sistema dovrebbe lavorare in maniera compatta e coordinata: “Se avessi un solo euro da spendere, lo destinerei alle infrastrutture materiali. Di sicuro non vogliamo rivivere il film dell’orrore della Salerno-Reggio Calabria e parlare per i prossimi 30 anni dell’Alta Velocità tra Napoli e Bari”.

Dunque le ferrovie con in testa il collegamento tra il capoluogo campano e quello pugliese, ma non solo: “Occorre investire anche sulle strade, sui porti e sugli aeroporti. E soprattutto su un sistema intermodale di connessione tra queste diverse tipologie di infrastrutture. Ad esempio, il progetto di ammodernamento dei trasporti in corso a Napoli da questo punto di vista è molto importante. Ma non può e non deve essere realizzato in tempi biblici”. Anche perché – ha osservato ancora Grassi – è difficile che un’infrastruttura ideata oggi abbia la sua utilità originale se per realizzarla si impiegano dieci anni o più: “Si pensi a un ospedale: è chiaro che un iter di costruzione troppo lungo lo renda di fatto obsoleto nel momento in cui risulti essere effettivamente pronto. La trasparenza e la legalità sono fondamentali, ma bisogna metterci molto meno tempo”.

Un tema sul quale il presidente degli industriali napoletani ha sottolineato di avere un’attiva interlocuzione con le istituzioni locali, della regione Campania in primis, pur riconoscendo come la competenza in materia spetti in primo luogo allo Stato: “Le infrastrutture rientrano in una strategia che è prima di tutto nazionale. Mi auguro che il governo lo riconosca e si comporti di conseguenza, anche nell’ottica di valorizzare il Meridione, dal cui sviluppo passa buona parte delle chance di rilancio del Paese”. In linea peraltro con quanto affermato a più riprese dal presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, il quale non a caso, in occasione dell’assemblea annuale dell’associazione, ha dichiarato che “le infrastrutture sono la precondizione per costruire una società inclusiva e ridurre i divari”.


Per capire cosa intenda fare il governo, da questo punto di vista e, più in generale, per il Mezzogiorno, bisognerà però attendere la legge di bilancio del prossimo autunno: “Sarà la vera cartina di tornasole per capire se il Sud è davvero al centro dell’agenda politica ed economica”. Intanto, però, un provvedimento economico Palazzo Chigi l’ha adottato, il discusso decreto dignità sul quale l’opinione degli industriali è tutt’altro che positiva. “Noi pensiamo che la vera occupazione si faccia stimolando la domanda e favorendo gli investimenti: non è attraverso le varie forme di contratto che si creano i posti di lavoro”, ha rilevato Grassi.

Quanto ai fondamentali dell’economia campana, il presidente di Unindustria Napoli ha evidenziato l’esistenza di luci e di ombre, di punti di forza e punti di debolezza: “Siamo la prima regione esportatrice del Meridione, con un valore superiore al dato medio nazionale. Sul prodotto interno lordo, però, siamo più indietro rispetto al resto del Paese”. Sotto questo profilo i settori dalle migliori performance sono “l’aeronautica, l’automotive, l’agroalimentare, l’abbigliamento e il turismo”. E poi il mercato delle start-up innovative nel quale la Campania raggiunge livelli di eccellenza: per distacco prima regione del Sud e quarta in Italia, come emerge dall’ultima indagine del ministero dello Sviluppo economico: “Il digitale è una grandissima occasione di riscatto per la Campania e Napoli. Nel nostro territorio siamo leader mondiali nella produzione di competenze digitali grazie alla Apple Developer Academy dell’università Federico II ed a tutte le altre sopraggiunte: Deloitte, Cisco e Ferrovie dello Stato”.

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