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Vietata la spianata delle moschee agli under 50, scontri a Gerusalemme/FOTO e VIDEO

Oggi, venerdì, è il giorno di preghiera per i musulmani, giudicato quindi "sensibile" e a rischio violenze

Pubblicato:21-07-2017 12:15
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:33

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ROMA – Una grande manifestazione si sta svolgendo a Gerusalemme: la folla di palestinesi scesi in strada sfila pacificamente contro la decisione delle autorità israeliane di vietare agli uomini con meno di 50 anni d’età di entrare nella Città vecchia, e quindi pregare sulla spianata delle moschee. Nessuna restrizione invece per le donne. Oggi, venerdì, è il giorno di preghiera per i musulmani, giudicato quindi “sensibile” e a rischio violenze.

SCONTRI CON L’ESERCITO ISRAELIANO, 29 INTOSSICATI

Foto e video stanno circolando sui social media che mostrano gli uomini riuniti in strada per pregare, coi tappeti srotolati a terra, sotto lo sguardo vigile dei militari israeliani. La notizia trova conferma anche tra le fonti straniere. Sempre secondo le fonti locali che citano la Mezzaluna rossa, scontri con l’esercito israeliano hanno causato 29 intossicati per l’uso dei gas lacrimogeni, un ferito da arma da fuoco e 4 ustionati. Anche nel tardo pomeriggio di ieri ci sono stati scontri tra palestinesi e polizia israeliana, che secondo la Croce rossa ha sparato contro i manifestanti pallottole di gomma, gas lacrimogeni e granate stordenti, provocando 37 feriti tra i civili.



LA GIORDANIA E ALTRI PAESI: TOGLIERE I CONTROLLI PER LUOGHI SANTI

Nel corso della settimana i leader della protesta – iniziata dopo che per la prima volta dopo anni, le autorità hanno chiuso l’accesso alla spianata – hanno invitato la popolazione a pregare in strada per “sottrarsi all’umiliazione” di dover passare i controlli della polizia e dei metal detector per entrare nelle moschee, installati proprio dopo le violenze dei giorni scorsi ad Al-Aqsa. La gente quindi, soprattutto in serata, ha scelto le strade per la preghiera quotidiana.


Vari appelli dai Paesi arabi – tra cui in prima linea la Giordania – hanno esortato Tel Aviv a rimuovere i controlli all’accesso ai luoghi santi. Dopo un momento di incertezza, il premier Benjamin Netanyahu si è opposto, sottolineando la necessità di garantire la sicurezza.

di Alessandra Fabbretti, giornalista

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