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Imprese Bologna, rinata la Metalcastello

Il 2016 da record, ma l'amministratore delegato Stefano Scutigliani chiede più sostegno

Pubblicato:21-07-2016 15:18
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 08:55

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metal02BOLOGNA – La crisi dentro questa fabbrica non morde più, se è vero che dopo oltre otto anni è arrivato un utile di quasi 1,5 milioni di euro e se ne attende un altro, “da record”, per il 2016. Tuttavia, senza infrastrutture, e senza maestranze eccellenti da poter formare in loco, il rischio è che lo sforzo profuso fin qui sia stato vano. Suona come un grido di allarme quello che dall’alta valle del Reno lancia oggi la storica impresa Metalcastello, tramite il suo amministratore delegato Stefano Scutigliani. A distanza di poco più di due anni, da quel 18 giugno 2014 nel quale la crisi del gruppo venne svelata ai sindaci, oggi in via Don Fornasini il colloquio si rinnova, per fare il punto a fianco dei 15.000 metri quadrati di stabilimento a Castel di Casio. Gli stessi sindaci, a loro volta, raccolgono l’appello dell’ad e lo ‘girano’ ai livelli istituzionali più alti, Regione e Città metropolitana in primis: “Ci sentiamo soli quassù”, dicono. Alla tavola rotonda di oggi, moderata dal presidente dell’Ordine dei giornalisti dell’Emilia-Romagna Antonio Farnè, approdano anzitutto i numeri aggiornati di Metalcastello: leader mondiale nella produzione di ingranaggi per le trasmissioni meccaniche impiegate in vari settori, dalle macchine di movimento terra ai veicoli industriali e alle applicazioni navali, l’azienda è nata a Porretta Terme nel lontano 1952 per iniziativa di due imprenditori locali. Nel corso degli ultimi 12 mesi la ripresa, grazie al forte export, si è dunque consolidata: Metalcastello ha raggiunto un giro d’affari di 50 milioni di euro, impiegando oggi oltre 250 dipendenti con ben 30 nuove assunzioni. Nonostante le difficoltà locali a livello di formazione, è stato programmato un percorso con gli istituti tecnici di Porretta e Bologna mirato proprio a formare i tecnici del futuro.

La svolta che ha portato alle attuali performance è proseguita alla fine del 2014, quando Metelcastello è stata acquisita dal gruppo Cie Automotive (colosso spagnolo tra i metal03primi al mondo nel comparto dei componenti per l’automotive con stabilimenti in nord e sud America, Europa e Asia) entrando a far parte di un giro di fornitura da 2,5 miliardi di euro. “Competitivi in casa propria”, ero lo slogan due anni di fa di Scutigliani, che oggi aggiorna: “Eravamo in crisi ma abbiamo giocato di trasparenza, ora registriamo risultati superiori alle aspettative. Un utile di quasi 1,5 milioni non si verificava da oltre otto anni. Adesso siamo a metà anno ma posso annunciare che l’esercizio in corso- sorride l’ad- si chiuderà con un altro successo”. Appunto, però, all’orizzonte il ‘contesto’ resta poco incoraggiante: lente vie di collegamento, formazione scolastico-professionale dei giovani poco efficace, banda larga insufficiente, Pronto soccorso oculistico (per gli operai) trasferito da Porretta all’ospedale Maggiore. “Il mio timore- continua Scutigliani- è che così la nostra eccellenza vada persa, come facciamo a mantenerla con le infrastrutture che ci circondano? Come facciamo ad attirare maestranze qualificate da Bologna? Dobbiamo ricreare un humus qui, ecco”. Ebbene, i sindaci comprendono e rilanciano. Romano Franchi, sindaco di Marzabotto e presidente dell’Unione dei Comuni dell’Appennino, scandisce: “Dissi in tutte le sedi che ero contrario a non prevedere un’unica Unione, per fare massa critica e stabilire politiche di sviluppo condivise. La situazione attuale fatica a reggere… E noi sindaci- tira le somme amaro Franchi- non possiamo mai decidere in prima persona, nonostante tutti nel territorio si rivolgano a noi per qualsiasi cosa”.

Il sindaco di Lizzano, Elena Torri, condivide gli slanci di Metalcastello e ammette: “Le aziende soffrono, e questo mi sconforta, ma i Comuni della montagna sono stati lasciati senza risorse in modo drammatico negli ultimi anni. Lizzano si ritrova con 450.000 euro in meno perché lo Stato ce li trattiene: siamo considerati ricchi perché abbiamo tante seconde case, nonostante abbiamo un debito ‘storico’ da primato provinciale”. Anche secondo il ‘padrone di casa’, Mauro Brunetti di Castel di Casio, crescita economica e riordino istituzionale dovrebbero marciare più in parallelo: “I problemi che ha avuto Metalcastello li hanno avuti anche altre aziende della zona, turismo metal04incluso. Dobbiamo superare- condivide il sindaco- le due Unioni dei Comuni, che non hanno più senso, e realizzarne una per affrontare meglio criticità come la sanità e la banda larga”. Sulla stessa linea anche il collega di Camugnano, Alfredo Del Moro, già dipendente della Metalcastello: “Un terzo della mia vita lavorativa l’ho passato qui dentro, allora si cresceva due cifre all’anno… Il territorio è fragile come mostra la vicenda dei 250 licenziamenti Saeco, sperando di fermarsi lì. Dispiace- segnala Del Moro sul fronte formazione- non ci sia più la preparazione tecnica di una volta, quando uscivano tutti dall’istituto di Porretta ben preparati”. La vicesindaco di Alto Reno Terme, Elena Gaggioni, condivide e sprona: “Anche noi possiamo incidere nell’orientamento della scuola superiore, spiegando ad esempio che si può investire sull’accesso delle studentesse all’istruzione tecnica. E avanti con l’agenda digitale e l’adeguamento tecnologico generale”.


Massimo Gnudi, sindaco di Vergato nella squadra della Città metropolitana, alla tavola rotonda con Scutigliani riepiloga invece il quadro istituzionale: “Entro i primi mesi del 2017 approveremo il piano strategico metropolitano, con un focus sul patto per lo sviluppo nell’Appennino a partire dalla manifattura”. Maria Elisabetta Tanari, sindaco di Gaggio, nell’Unione dell’Appennino ha la delega alle Attività produttive e per il territorio ha già sottoscritto un accordo ad hoc con Unindustria: “Ora non disperdiamoci in direzioni diverse, restiamo unitari nel creare progetti”, incoraggia Tanari rivolgendosi i colleghi. Certo, “le imprese dovrebbero parlare più esplicitamente delle competenze che ricercano: solo così anche la scuola può migliorare”, conclude Patrizia Ornelli, assessore a Turismo e Attività produttive di Grizzana Morandi.

di Luca Donigaglia, giornalista professionista

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