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Il lavoro ibrido ‘chiave’ del futuro, parla Manili Pessina (Sky Italia)

Il lavoro ibrido può mettere insieme il meglio del lavoro da remoto con i vantaggi di quello in presenza: se ne parla domani con un incontro in diretta su dire.it

Pubblicato:21-06-2022 16:26
Ultimo aggiornamento:23-06-2022 16:31

francesca manili pessina
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ROMA – “Il lavoro ibrido è un concetto nuovo che a mio avviso deve essere ancora codificato. È diverso dal lavoro agile o dallo smart working, visto che vuole essere una modalità strutturale per mettere insieme il meglio del lavoro da remoto con quello in presenza. Per renderlo strutturale bisogna affrontare alcune tematiche non semplici”. Francesca Manili Pessina, vicepresidente esecutiva di Sky Italia, autrice con Francesco Rotondi, avvocato giuslavorista e fondatore di LabLaw, del libro ‘Il lavoro ibrido‘, edito da Franco Angeli. Sul tema gli autori interverranno domani, mercoledì 22 giugno alle 11.30, a un incontro con gli ex ministri Cesare Damiano e Nunzia Catalfo, Nino Foti e Massimo Marchetti in diretta su dire.it.

lavoro ibrido Lablaw_incontro 22 giugno

“Durante la pandemia le persone hanno capito che il lavoro da remoto può funzionare ma ha alcuni limiti nella mancanza di relazioni umane- osserva Manili Pessina-. Le aziende cercano di far rientrare le persone ma molte non sono disponibili a farlo, come se ci fosse una percezione di mancanza di fiducia che rende più rigide le persone e le induce a cercare la flessibilità del lavoro da remoto”.

Secondo la vicepresidente esecutiva di Sky Italia “bisogna capire quale sarà il futuro, se è possibile che questo modello organizzativo prenda piede ma anche considerare quelle tante aziende che vogliono tornare al passato. Bisogna vedere i valori di riferimento della propria azienda, il lavoro ibrido è un sistema complesso ma va reso in modo strutturale. Le normative ad oggi esistenti andrebbero adeguate alla realtà- conclude Manili Pessina- l’opportunità che una modalità come il lavoro ibrido favorisce non solo aziende e lavoratori, ma tutta la società. Il tema non può essere lasciato solo alla volontà delle imprese più illuminate”.


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