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Ritrovati nel mare del Salento frammenti di anfore

Per i ricercatori i reperti provengono dalla provincia africana della Tripolitania

Pubblicato:21-06-2022 13:43
Ultimo aggiornamento:21-06-2022 20:50
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BARI – Frammenti di anfore sono stati scoperti da un team di ricercatori dell’Università del Salento della zona di mare chiamata “La Pierta”, la baia compresa fra Torre Chianca e Torre Lapillo, (Lecce). Per i ricercatori i reperti provengono dalla provincia africana della Tripolitania. Con ogni probabilità, appartengono a un unico carico navale, dal volume considerevole, diretta dal luogo di produzione a quella di consumo, verso l’Adriatico o il Mediterraneo orientale, il cui viaggio si è tragicamente interrotto fra Crotone e Porto Cesareo.

Le ipotesi sulla formazione sono ancora dibattute: il carico si è potuto frammentare con l’impatto con il fondale e con la devastante energia ambientale delle onde.
Altre importanti scoperte sono state fatte sempre nella stessa area: una nel sito archeologico di Scalo di Furno dove è stato rinvenuto un muro sommerso lungo circa 17 metri; l’altra riguarda invece un’ampia area pavimentata con centinaia di frammenti di ceramica artigianale locale e molti frammenti di ossa animali.

Sul promontorio di Torre Chianca e sulla punta del Belvedere si trovano poi, altri resti della stessa epoca e testimonianze di un’intensa frequentazione in età romano-imperiale: resti di muri e depositi di un insediamento forse legato allo sfruttamento delle risorse marine, come suggeriscono gli strati ricchi di conchiglie. Vicino Torre Chianca è stato rinvenuto il carico di una nave lapidaria romana, composta da cinque colonne monumentali e da un blocco di marmo cipollino proveniente dalle cave di Karystos, in Grecia. Le colonne sono lunghe circa 8,8 metri, con un peso totale di 78 t, e si trovano a una profondità di 4,5 metri.

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