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BOLOGNA – “Ho fatto cose talmente brutte che nessuno può immaginare“. C’è scritto questo in un biglietto che è stato recuperato dai Carabinieri dopo essere stato gettato dalla casa di Andrea Sempio nel 2017, all’epoca della seconda indagine su di lui. Forse si aspettava una perquisizione e buttò alcuni pezzi di carta? Su alcuni ci sarebbero, scrive il Corriere, parole che sembrano fare riferimento alla “fase esecutiva” del delitto del 13 agosto 2007, l’uccisione di Chiara Poggi, per cui Sempio a marzo è stato iscritto nel registro degli indagati (per la terza volta) con l’accusa di omicidio in concorso. E in altri biglietti, poi, ci sarebbero anche appunti di suoi spostamenti, forse riferiti alla ricerca di un alibi per quel giorno. A recuperare questi biglietti (che presto verranno analizzati dal Racis, una sorta di Scientifica dell’Arma, che dovranno tracciare un profilo psicologico di Sempio) sono stati i Carabinieri di Milano, che li avrebbero recuperati da un cassonetto. Intanto, all’indomani delle clamorose novità emerse ieri (con l’attribuzione ad Andrea Sempio di un’impronta trovata sulla parete lungo le scale che portano al seminterrato, proprio dove fu buttato il corpo di Chiara), la Procura ha fatto un comunicato per precisare alcune cose. La traccia in questione, dice il procuratore Napoleone, corrisponde per 15 punti all’impronta palmare di Sempio.
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Ecco le parole della nota: “L’impronta 33 evidenziata mediante l’impiego della ninidrina, è stata lasciata dal palmo destro di Andrea Sempio per la corrispondenza di 15 minuzie dattiloscopiche“. Questa è la conclusione a cui sono giunti i periti della Procura, che di recente ha chiesto di rianalizzare quel reperto. E la consulenza tecnica ora è stata depositata (scrive la Procura spiegando che l’informazione è diretta anche alla difesa di Sempio).
La traccia attribuita a Sempio, precisa il procuratore, è stata analizzata “alla luce della nuove potenzialità tecniche a disposizione, sia hardware che software”. È stata analizzata quella, precisa ancora la Procura, così come “tutte le impronte all’epoca dei fatti non attribuite o ritenute ‘non utili’“.
Altre precisazioni: quando è stata rilevata quell’impronta? Il 29 agosto 2007 dai carabinieri, spiega il procuratore. E quello stesso giorno venne fotografata. Il 5 settembre 2007, poi, “una parte di quell’impronta priva di creste potenzialmente utili per gli accertamenti dattiloscopici venne asportata dal muro grattando l’intonaco con un bisturi sterile“. E, si legge ancora, “sul punto l’ufficio sta procedendo a ulteriori investigazioni“. La restante parte (“potenzialmente utile”, dice la Procura) venne ritenuta dai Ris di Parma “non utile” per accertamenti dattiloscopici.
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Ieri, durante l’audizione di Marco Poggi (fratello della vittima e amico di Sempio all’epoca del delitto), gli inquirenti gli hanno parlato dell’impronta trovata sul muro lungo la scala. A quanto trapela, Poggi avrebbe avuto un sussulto. Non avrebbe mostrato rabbia o diffidenza verso Sempio, però. Anzi, Avrebbe aggiunto un particolare a precedenti dichiarazioni rese a proposito della frequentazione che Sempio aveva di casa Poggi: in precedenza aveva detto che era stato nella sala della tv e in quella del computer. Ieri ha aggiunto che probabilmente Sempio al tempo scendeva anche nel seminterrato. L’unico ambiente che non avrebbe frequentato sarebbe la camera da letto dei genitori. Un tentativo di trovare una spiegazione alternativa a quell’impronta? Vicino alla quale, del resto, è stata rilevata proprio un’impronta sua, di Marco Poggi.
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Sul Corriere di oggi è ricordato anche un altro episodio, di cui non si era mai saputo nulla. Quando Sempio venne interrogato, di nuovo dopo più di un anno dal delitto, nell’ottobre del 2008. Quel giorno, Sempio portò ai Carabinieri il famoso biglietto del parcheggio di Vigevano (in cui risultava pagata una sosta di un’ora dalle 10.18 alle 11.18) che poi è stato considerato in qualche modo un alibi per quella mattina del 13 agosto. Sempio, quel giorno, si sarebbe sentito male durante l’audizione (sospesa per 40 minuti) e sarebbe addirittura arrivata l’ambulanza. Ne ha parlato Daniela Ferrari, madre di Sempio, con l’inviato delle Iene Alessandro De Giuseppe. Ma nel verbale dei carabinieri non è stato annotato nulla. L’intervento dell’ambulanza risulta anche dagli archivi del 118, che classificò il malore come calo di pressione.
Sarà una coincidenza, ma anche la madre di Sempio si è sentita male durante un’audizione relativa all’alibi del figlio. Quando gli inquirenti le hanno nominato Antonio B., un pompiere e suo amico che la donna potrebbe aver incontrato proprio il 13 agosto 2007, la donna avrebbe accusato un malore.
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