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Semplificazioni, aumenta soglia appalti senza gara e soprintendenza unica per accelerare opere

Ecco cosa prevede la bozza del decreto Semplificazioni che sta preparando il governo

Pubblicato:21-05-2021 18:22
Ultimo aggiornamento:21-05-2021 19:29

appalti
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ROMA – Arriva una proroga di 5 anni per le deroghe al Codice degli appalti e cambiano le soglie per i contratti senza gara. Lo prevede una bozza del decreto Semplificazioni che sta preparando il governo.

Sale da 75 mila a 139 mila euro il tetto per i contratti senza gara di servizi e forniture, mentre l’affidamento dei lavori sarà sottoposto a procedura negoziata senza bando per i contratti di importo compreso tra i 150 mila e il milione di euro. Per le opere oltre il milione di euro verranno consultati almeno dieci operatori.

Per accelerare le opere del Recovery plan, inoltre, il governo sta valutando di inserire nella bozza del decreto Semplificazioni una Soprintendenza unica per migliorare le procedure di autorizzazione, senza impattare sulla tutela paesaggistica e archeologica.


PRESSING SUI SINDACI INERTI NELL’EDILIZIA SCOLASTICA

La bozza del dl Semplificazioni prevede anche che il ministero dell’Istruzione potrà sostituirsi a sindaci e presidenti di provincia inerti nella realizzazione delle opere di riqualificazione degli edifici scolastici. Per “accelerare l’esecuzione degli interventi in materia di istruzione ricompresi nel complessivo Piano nazionale di ripresa e resilienza e garantirne l’organicità, sono adottate le seguenti misure di semplificazione: per gli interventi di nuova costruzione, riqualificazione e messa in sicurezza degli edifici pubblici adibiti ad uso scolastico ed educativo da realizzare nell’ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza il ministero dell’Istruzione predispone linee guida tecniche”. In caso di “inerzia degli enti locali beneficiari rilevata a seguito di attività di monitoraggio”, il ministero dell’Istruzione, “previa diffida ad adempiere nel termine di 30 giorni, può sostituirsi all’ente locale”.

SANZIONI AI DIRIGENTI DELLA PA CHE FRENANO IL DIGITALE

Dalla bozza emerge anche la presenza di sanzioni a chi frena la pubblica amministrazione digitale: i dirigenti saranno responsabili della transizione e in caso di ritardi rischiano multe e anche la perdita dell’incarico. A vigilare l’Agid (l’Agenzia per l’Italia digitale), che dovrà verificare e segnalare le violazioni alla presidenza del Consiglio per l’eventuale esercizio di poteri sostitutivi. Previste multe da 10 a 100mila euro per chi non fornirà dati e documenti richiesti dall’Agid nell’ambito del monitoraggio.

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