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Roma, Lega e parte di Fdi contro la candidatura di Michetti: “Basta con la likecrazia”

Il nome del professore di Diritto e avvocato vicino a Giorgia Meloni non convince gli alleati del centrodestra. Salvini pensa anche a Durigon e Storace

Pubblicato:21-05-2021 18:20
Ultimo aggiornamento:21-05-2021 21:48

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ROMA – Sembra già in difficoltà, a 24 ore dalle prime indiscrezioni, la candidatura di Enrico Michetti a sindaco di Roma. Il professore di Diritto e avvocato vicino alla leader di Fdi Giorgia Meloni, a quanto è in grado di ricostruire l’agenzia Dire, pur raccogliendo la stima personale del mondo politico non avrebbe guadagnato il favore degli alleati del centrodestra, a partire dalla Lega. Inoltre il suo nome sarebbe finito anche sotto il fuoco amico di una parte del partito. Colpi sparati senza salve nelle chat private di parlamentari, esponenti politici di vario livello, consiglieri comunali e regionali. In una di queste un esponente della destra, in riferimento al consenso di Michetti sui social, scriveva: “Quelli che hanno meno like di Michetti hanno preso decine di migliaia di voti”. E l’altro, in risposta: “Siamo tornati alla likecrazia dei 5 stelle quando loro stessi ne hanno riconosciuto il fallimento”.

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L’IPOTESI STORACE

Portabandiera, forse involontario, di questo malcontento diffuso è stato Francesco Storace. Lo storico esponente del Msi, fondatore de La Destra e oggi molto vicino politicamente a Matteo Salvini e alla Lega, ha manifestato questa mattina tutti i suoi dubbi sulla possibile candidatura del professore. “Ero a San Pietro e tutti si chiedevano chi fosse quello vestito di bianco vicino a Michetti – ha detto ironicamente – Roma merita un grande sindaco. Non ci mortificate”. Potrebbe sembrare il commento di un singolo esponente politico senza un partito ufficiale alle spalle. Ma non è così. Secondo alcune indiscrezioni, Storace sarebbe uno dei nomi che la Lega potrebbe portare al tavolo dei leader, previsto lunedì, durante il quale Meloni, Salvini e probabilmente Tajani discuteranno proprio delle candidature nelle grandi città. La possibile scalata dell’ex governatore del Lazio alla candidatura è ardua. I rapporti con Meloni non sono mai stati eccellenti. Ma la sua uscita e la sua possibile candidatura sono il termometro delle tattiche messe in campo dai partiti in questa fase di pre confronto.


E LA LEGA PENSA ANCHE A DURIGON

Salvini nel mazzo avrebbe, però, anche un’altra carta da giocare: quella con il nome di Claudio Durigon. Quello del coordinatore regionale della Lega, per la verità, è un nome che da tempo è associato alla possibile candidatura della coalizione in vista delle elezioni per la Regione Lazio, previste tra un paio d’anni. Ma le carte si potrebbero rimescolare in fretta. E la risoluzione della partita si intreccia con quanto sta avvenendo a livello nazionale.

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IL NODO COPASIR E LE ELEZIONI REGIONALI IN LAZIO

Seppur i due piani non siano direttamente collegati, Lega e Fdi stanno incrociando da settimane i fioretti anche sulla questione della presidenza del Copasir, che Fdi rivendica per sé, in quanto unico partito di opposizione. Salvini ha incassato le dimissioni del presidente in quota Lega, Raffaele Volpi, ma chiede anche il rinnovo totale della commissione prima di dare il via libera ad un nome gradito alla Meloni. Risucirà Fdi a portare a casa Copasir e candidatura al Comune, piazzando anche un gettone, come ipoteca, sulla candidatura alle regionali? Secondo molti, infatti, da tempo Fdi per la Pisana vuole Francesco Lollobrigida, ex consigliere regionale da sempre molto vicino alla stessa Meloni. Se la voglia di Regione la spunterà sulla faticosa scelta di un candidato a Roma potrebbe essere un esponente di un altro partito a scendere in campo per la Capitale: fuori da Fdi, hanno fatto filtrare la loro disponibilità anche Francesco Giro e Maurizio Gasparri. Insomma, tre caselle importanti, Comune, Regione e Copasir, per due partiti alleati che, però, in questo momento sembrano più competitor.

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