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Elezioni, Conte: “Lavoriamo a possibilità election day 13-14 settembre”. Coro di no: “Improponibile”

Conte annuncia la possibilità di settembre, ma dice: "Serve soluzione condivisa il più possibile". Opposizioni in trincea: "Mai vista campagna elettorale in agosto"

Pubblicato:21-05-2020 15:04
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 18:21

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ROMA – L’election day il 13-14 settembre “è una eventualità, si sta lavorando a questa possibilità. Non è solo una questione del governo che decide ma va concordato con le regioni. Serve una soluzione condivisa il più possibile“. Così il presidente del Consiglio Giuseppe Conte uscendo dal Senato.

BONELLI-DELLA VEDOVA: VOTO SETTEMBRE E ASSENZA ESENZIONE ATTACO A DEMOCRAZIA

“Riteniamo la data del 13 settembre per il voto amministrativo e regionale una grave forzatura e chi l’ha proposta non si è fatto carico di considerare meccanismi di partecipazione al voto per le Liste elettorali che non comporti la raccolta di firme per nessuna delle liste”. Spiegano in una nota il segretario di Piú Europa Benedetto della Vedova e il coordinatore nazionale dei Verdi Angelo Bonelli, che proseguono: “In queste condizioni di emergenza con le limitazioni alla vita sociale che permarranno nei prossimi mesi, la richiesta alle Liste che non abbiano una esenzione, di raccogliere anche solo la metà delle firme previste per poi consegnarle in pieno agosto, rappresenterebbe un vulnus inaccettabile alla partecipazione democratica su basi paritarie per tutti i partiti. Chi sta decidendo tutto ciò sono quelle forze politiche che hanno l’esenzione e che non si pongono il problema di garantire l’agibilità democratica per quelle forze che dovranno raccoglierle le firme in un mese come agosto con la certezza che non ci sarà nessun autenticatore di firme disponibile a stare nelle piazze nei banchetti”.

In nessuna occasione elettorale– proseguono i due esponenti politici- in tutta la storia repubblicana, si sono mai raccolte firme per presentazione delle liste nei mesi estivi, non si può pensare di cominciare quest’anno nelle condizioni in cui si trova il paese. Non sarebbe nè giusto nè sano”. “Siamo certi che il Governo vorrà intervenire. Non accadesse intraprenderemo tutte le iniziative necessarie a ripristinare un principio di parità di accesso al gioco democratico altrimenti palesemente violato estendendo il diritto di esenzione per la presentazione delle liste”, concludono Bonelli e Della Vedova.


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CENTO (LEU): “METÀ SETTEMBRE DATA IMPROPONIBILE”

“L’idea di votare per le regionali e le amministrative a metà settembre è improponibile per ragioni tecniche e di partecipazione democratica”. Lo afferma Paolo Cento, responsabile nazionale Enti Locali di Sinistra italiana. “Siamo ovviamente favorevoli ad un election day- prosegue l’esponente di Leu- ma in una data che consenta un confronto elettorale vero, una raccolta delle delle candidature e delle liste in tempi ragionevoli e non a ferragosto. Si può tranquillamente decidere la data del 3 e 4 ottobre o la settimana successiva senza inutili forzature nelle procedure elettorali che ovviamente dovranno tenere conto delle regole di contenimento del Covid19 per quanto riguarda la presentazione delle liste e lo svolgimento della campagna elettorale”.

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DI MAIO (IV): SU DATA SERVE CONSENSO DI TUTTI

“Sulle elezioni deve essere trovata soluzione che raccolga il consenso ampio di tutti, non solo della maggioranza”. Lo dice Marco di Maio, capogruppo di Italia viva in commissione Affari costituzionali.

Una campagna elettorale seria– sottolinea- non si può svolgere in agosto o con le firme per le candidature da presentare a Ferragosto, senza peraltro alcuna misura che ne agevoli lo svolgimento. In questo modo- spiega Di Maio- si rischierebbe di non consentire lo svolgimento di una campagna elettorale dignitosa e degna di questo nome, oltre che di limitare la partecipazione al dibattito elettorale e al voto stesso, sia attivo che passivo. Perplessità sorgono anche sull’accorpamento tra referendum costituzionale e elezioni: sono competizioni completamente diverse e- conclude il parlamentare IV- non possiamo consentire con un voto sulla Costituzione diventi oggetto di bandierine politiche o brandito come arma per una battaglia politica per la conquista di una regione o di un comune”.

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