NEWS:

Collaborazione ti saluto… alla Camera è l’ora dei cazzotti

L'editoriale di Nico Perrone per Dire Oggi

Pubblicato:21-05-2020 14:48
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 18:21

FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

ROMA – Regista teatrale prima di entrare a Montecitorio come deputato del M5S. Riccardo Ricciardi, eletto in Toscana, oggi per poco non ha trasformato l’aula della Camera in un grande ring di pugilato. Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, era venuto a riferire sui provvedimenti per fronteggiare l’epidemia. Nei giorni scorsi, e pure oggi, aveva insistito sulla necessità della collaborazione tra maggioranza e opposizione, nell’interesse dei cittadini italiani. Pochi minuti e la collaborazione si è trasformata in una colluttazione quando ha preso la parola Ricciardi, che lasciato stare il regista ha indossato i panni dell’attore.

Parlando del virus assassino e delle migliaia di morti ad un certo punto si è scagliato contro il modello della sanità in Lombardia messo in piedi e gestito (politicamente) dalla Lega. Apriti cielo, in un attimo si è sfiorata la rissa con gruppi di deputati leghisti che hanno dato l’assalto ai ‘grillini’ arrivando al muso contro muso. Giancarlo Giorgetti, voce potente del Nord leghista, infuriato come non mai è stato molto chiaro con il ministro della Salute, Roberto Speranza, incrociato fuori dall’aula: «Tira male, io ve lo dico: qui finisce male. Qualcuno deve mettere in riga quelli del Movimento Cinque stelle perché una roba del genere è inconcepibile, coi morti che ci sono stati…».

Sconsolati alcuni deputati Dem: «Ma come si fa, poi con quel tono sfottente, senza pensare ai 30mila morti, anche se vuoi denunciare un modello di sanità non lo fai in quel modo, quasi prendendo per i fondelli, così diventi indifendibile». Altre voci, stavolta più cattive, incastrano l’uscita del regista teatrale nella battaglia interna del Movimento, dove ormai ogni componente è in lotta con tutte le altre e qualcuno ha nel mirino anche il Presidente del Consiglio: «Magari a quel qualcuno non sta bene che Conte provi a ritagliarsi sempre più un proprio ruolo politico autonomo, anche di raccordo con le altre forze politiche. Lui chiede collaborazione, e il genio del momento incasina tutto».


Più cattiva Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia: «Presidente Conte lei non si alzerà per prendere le distanze dalle parole pronunciate dal deputato 5 stelle Ricciardi… perché il M5s è il suo partito. Ricciardi non avrebbe fatto quell’intervento se non fosse concordato con lei… lei vola alto, Di Maio scrive i post chiamando al dialogo e il M5S viene utilizzato per provocare e insultare dalla mattina alla sera».

Doveva essere una giornata di confronto su come risollevare il Paese, si è trasformato in un nuovo scontro subito cavalcato dal leader della Lega, Matteo Salvini, che ha pure lui attaccato a testa bassa il Governo quando Conte è andato a riferire al Senato. Un clima di tensione che si è subito materializzato in forti colpi di tosse che hanno costretto il presidente del Consiglio a scusarsi e chiudere in fretta il suo discorso.

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it