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Diritti, Maniscalco (Ciss): “Tratta Africa-Europa è più che attiva”

La denuncia in sede Onu: "Rotte cambiano, inutile chiudere i porti"

Pubblicato:21-05-2019 16:38
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 14:29

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ROMA – “Il fenomeno della tratta delle donne nigeriane al momento presenta un duplice problema: da un lato, le rotte dei trafficanti stanno cambiando, quindi la politica dei porti chiusi mostra una volta di più tutti i suoi limiti; dall’altra, risulta che le reti criminali agiscono anche nei Paesi europei, adescando nigeriane già presenti sul territorio”. Margherita Maniscalco è un’operatrice esperta di tratta per la ong Cooperazione Internazionale Sud Sud (Ciss). Con la ‘Dire’ parla all’indomani del suo intervento a Vienna, in occasione della 28esima sessione della Commissione delle Nazioni Unite sulla Prevenzione del crimine transnazionale e la Giustizia penale. Nel congresso internazionale Maniscalco ha portato i dati raccolti dal Ciss, che a gennaio a Palermo ha promosso la creazione di una rete internazionale di soggetti impegnati a contrastare, tra Africa ed Europa, il traffico delle “schiave sessuali”.

Maniscalco in sede Onu ha denunciato “una situazione paradossale”: se da un lato “assistiamo a un calo significativo degli arrivi dalla Nigeria, dopo il picco registrato tra il 2013 e il 2016, d’altro canto sappiamo che le reti dei trafficanti sono più che operative”. Secondo l’esperta, le reti criminali agiscono “sia nei Paesi europei – tra cui l’Italia -, adescando nigeriane già presenti, sia nei Paesi africani”. Territorio “di caccia” privilegiato dai trafficanti resta lo Stato di Edo, nel sud-ovest della Nigeria, dove “sempre più spesso accade che le ragazze vengano rapite”.

Da accantonare quindi l’idea “che tutte le donne vittime di tratta sappiano ciò a cui vanno incontro quando partono”, avverte Maniscalco. Più di recente poi si è aggiunto il Mali, dove “secondo un report recente dell’Agenzia nigeriana per il contrasto al traffico di esseri umani (Naptip) migliaia di giovani donne sono a rischio”, ricorda l’operatrice Ciss. 


Margherita Maniscalco denuncia poi un ulteriore elemento: “di recente i trafficanti hanno aperto una nuova rotta proprio attraverso il Mali, da dove le ragazze vengono prese e portate in Europa passando per la Spagna”. Di fronte a questa situazione, “bene che l’Italia abbia aderito alla Blue Heart Campaign, una iniziativa Onu per sensibilizzare i cittadini sul fenomeno della tratta. D’altra parte- prosegue l’esperta- torniamo a ribadire che la politica dei porti chiusi non funziona. Basta guardare al passato: la tratta nigeriana era presente in Italia già prima della cosiddetta ‘crisi migratoria’ attraverso il Mediterraneo centrale”. I network criminali “impiegano ogni strategia: dai voli aerei ai barconi, dimostrando grande capacità di adattamento” per aggirare eventuali misure adottate dai governi. Per questo la rappresentante di Ciss sollecita una maggiore assunzione di responsabilità da parte dei Paesi europei: “per prevenire il traffico di esseri umani non è sufficiente ridurre gli sbarchi, bisogna agire sulla domanda di prostituzione in Europa”. Quanto al fenomeno migratorio, “si affronta riducendo l’illegalità”. E questo, conclude Maniscalco “è possibile solo facilitando per i cittadini africani l’accesso ai meccanismi di mobilità regolare”, tra cui l’ottenimento del visto nei paesi dell’area Schengen.

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