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Bimbi ucraini e addio norme Covid, ecco i centri estivi in Emilia-Romagna

La Regione conferma sei milioni di euro a disposizione per abbattere le rette, la fascia di età si allarga da tre a 13 anni

Pubblicato:21-04-2022 17:18
Ultimo aggiornamento:21-04-2022 17:18

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BOLOGNA – Porte aperte ai bambini ucraini, stop alle limitazioni anti-Covid e sostegno alla iscrizione dei disabili senza bisogno di Isee. Prendono forma i centri estivi 2022 in Emilia-Romagna, delineati oggi in commissione dalla informativa della vicepresidente con delega al Welfare Elly Schlein.

SEI MILIONI DI EURO PER ABBATTERE LE RETTE

La Regione conferma sei milioni di euro a disposizione per abbattere le rette, con soglia massima Isee che scende da 35.000 a 28.000 euro. Per finanziare gli sgravi, informa Schlein, “abbiamo trovato risorse residue di vecchi finanziamenti e siamo partiti avviando i bandi per i gestori e le famiglie. Oggi in giunta andrà la delibera per i sei milioni finalizzati all’abbattimento delle rette per i centri estivi”. La delibera, che allarga la fascia d’età da tre a 13 anni, prevede un contributo massimo di 112 euro a settimana e un contributo complessivo di 336 euro per ogni bambino e bambina. I bandi resteranno aperti almeno per 21 giorni.

UN’ESTATE DI SOCIALITÀ PER I BAMBINI UCRAINI

Saranno inseriti anche i bimbi ucraini, con l’augurio che possano passare l’estate con un minimo di socialità”, informa la vice di Stefano Bonaccini. Inoltre “l’inserimento di bimbi ucraini potrebbe portare a uno specifico stanziamento”. Infine, cadono i protocolli anti-Covid utilizzati negli ultimi due anni. “Questo significa che siamo in condizione di far partire il lavoro- dice Schlein- anche se con accortezze su igiene e sanificazione. L’organizzazione dei centri assomiglierà a quella della fase pre pandemica. Al tavolo di confronto 0-6 è emersa la voglia di ripartire”.


Tra i consiglieri, Valentina Castaldini (Forza Italia) si è detta “contenta che arrivi la delibera” e trova “positiva l’apertura alla disabilità. Ma- aggiunge- le belle notizie finiscono qui, tutte le altre proposte di buonsenso che avrebbero aiutato i gestori e le famiglie nell’erogazione del servizio rimangono nell’aria e non sono condensate nella delibera di giunta. A partire dai criteri per l’accreditamento, per i quali aumenta la burocrazia rendendo obbligatoria la Scia, che taglierà fuori dalla possibilità di accedere al contributo per la retta chi organizza centri estivi e non ha una grossa struttura amministrativa, ma che già negli scorsi anni aveva erogato un servizio di qualità”.

Di “buone notizie” parla la dem Francesca Maletti, per la quale il contributo per l’abbattimento delle rette “non era scontato”. “Dal prossimo anno speriamo che la delibera arrivi a febbraio. Positivo poi che il bando resti aperto 21 giorni, sia per le famiglie sia per i gestori”. Maletti inoltre ricorda che le “risorse Fse hanno permesso, negli anni passati, al 75% delle famiglia di abbattere le rette. I sei milioni non sono pochi”.

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