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Covid, lo pneumologo: “Le mascherine non limitano le ventilazione negli asmatici”

L'intervista al professor Fulvio Braido, associato di Malattie respiratorie dell'Università degli studi di Genova e responsabile dell'Unità operativa di Pneumologia per la continuità assistenziale ospedale territorio

Pubblicato:21-04-2021 13:38
Ultimo aggiornamento:21-04-2021 13:38

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ROMA – “Le mascherine, mi riferisco soprattutto a quelle chirurgiche, non limitano assolutamente la ventilazione nei pazienti asmatici“. A dirlo è il professor Fulvio Braido, associato di Malattie respiratorie dell’Università degli studi di Genova e responsabile dell’Unità operativa di Pneumologia per la continuità assistenziale ospedale territorio, interpellato sul tema dall’agenzia Dire.

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“Anzi, se analizziamo a livello generale quello che è successo in questo anno- prosegue Braido- le mascherine proteggono dall’ambiente esterno, per cui anche da un contatto diretto con altri tipi di virus o con pollinosi. Quindi l’assoluta raccomandazione è di utilizzarle costantemente e bene, oggi ma anche nei prossimi mesi”.


– Ma grazie alle mascherine, diminuiscono anche le allergie?

“Il contatto con l’ambiente esterno in questo modo è in qualche modo limitato- risponde l’esperto- per cui le allergie possono essere ridotte”.

– Parlando di asma e Covid, intanto, dalle evidenze scientifiche attualmente disponibili non è possibile affermare con certezza né che i pazienti asmatici contraggano il virus più facilmente, né che in nei soggetti colpiti dal Covid-19 si manifesti in forma più grave rispetto alla popolazione generale. Lo conferma?

“Questo Coronavirus in realtà è una ‘sorpresa’ da molti punti di vista. Quello che abbiamo sempre saputo e imparato negli ultimi 15 anni- spiega il professor Braido alla Dire- è che c’è una stretta correlazione tra infezioni virali e riacutizzazioni dell’asma bronchiale: classicamente, quando l’asmatico prende il raffreddore o l’influenza nei giorni successivi ha un peggioramento del quadro. In realtà questa virosi si comporta in modo differente e utilizza recettori diversi, quindi se andiamo a vedere la probabilità di ammalarsi di Covid, questa non è differente tra un soggetto asmatico e uno non asmatico. È chiaro, però, che se una persona ha un problema di salute, che sia l’asma o un’altra patologia, meglio è controllato il problema di salute e minore può essere l’impatto anche di una concomitante infezione virale. E questo è il caso”.

Il consiglio che l’esperto si sente di dare a tutti i pazienti asmatici in trattamento, in conclusione, è di “continuare a seguire in modo molto preciso le loro terapie. Questi pazienti devono curare particolarmente l’aderenza al trattamento, in modo da ottimizzare il loro stato di salute, ed essere ‘pronti’ indipendentemente da qualsiasi cosa succeda, compresa l’infezione da SARS-CoV-2″, conclude Braido.

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