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FIRENZE – “In merito a quanto riportato recentemente da diversi mezzi di informazione in relazione alle indagini sull’incidente di Calenzano, e nel pieno rispetto del lavoro investigativo condotto dalla procura di Prato, Eni ribadisce di non avere svolto alcuna attività di ostacolo alle indagini della procura“. È quanto precisa il colosso energetico, in una nota, sull’inchiesta della procura di Prato per il disastro costato la vita a cinque lavoratori. “I documenti tecnici rinvenuti dalla procura stessa e datati successivamente all’incidente, gestiti da uno dei dipendenti Eni indagati- sostiene ancora la nota diramata dalla società- non rappresentano un’introduzione artificiosa post incidente di indicazioni di lavoro alla ditta manutentrice Sergen, ma esiti di un lavoro commissionato dopo l’evento da Eni alla ditta contrattista Dg Impianti volto a ricostruire tecnicamente il funzionamento impiantistico delle linee di circuito dei prodotti potenzialmente interessate dall’evento incidentale. Tale documentazione, datata in modo esplicito e trasparente 27 gennaio 2025, è stata inserita, in data 31 gennaio 2025, da Dg Impianti in una cartella condivisa, creata ad hoc e a cui avevano accesso Eni e la stessa Dg, e non Sergen”.
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Peraltro, prosegue il comunicato, “la documentazione tecnica fornita originariamente da Eni a Dg Impianti per svolgere il lavoro commissionato è la stessa messa a disposizione e acquisita dalle autorità nel corso delle indagini“. In relazione poi alla chiusura delle attività di rifornimento del deposito di Calenzano fra le 9 e le 15, ipotizzata dalla procura di Prato, questa avverte Eni “non avrebbe comportato alcuna perdita economica, ma solo una riorganizzazione delle attività di carico delle autobotti in altra fascia oraria o in successiva giornata”.
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