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Ucraina, il deputato di Mariupol: “Vogliono ucciderci per fame”

Dmytro Gurin parla della città assediata dagli attacchi russi: "300mila persone sono intrappolate senza elettricità né acqua né cibo. Ma la Russia perderà la guerra"

Pubblicato:21-03-2022 14:31
Ultimo aggiornamento:22-03-2022 09:58

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(Foto d’archivio)

ROMA – “Va bene che l’Italia dica che si impegnerà a ricostruire il teatro di Mariupol; ma all’Italia e ai suoi alleati rispondiamo: per chi lo ricostruirete il teatro se a Mariupol uccidono per fame 300mila persone?“. Dmytro Gurin è un deputato ucraino, originario della città in riva al mar d’Azov. All’agenzia Dire descrive la situazione dopo che il governo del presidente Volodymyr Zelensky ha respinto la richiesta di resa a Mariupol avanzata ieri dalle forze russe. “In città sono intrappolate 300mila persone, senza elettricità, senz’acqua e senza cibo“, denuncia Gurin. “La Russia vuole prendere Mariupol per fame, per rafforzare la sua posizione in vista dei negoziati, anche perché è evidente che l’offensiva militare cominciata il 24 febbraio è in stallo“.

Nei giorni scorsi il deputato ha postato sui social network fotografie di condomini in fiamme. “Ecco i luoghi della mia infanzia”, ha scritto sotto uno di quegli scatti. “Oggi a Mariupol il 30% degli edifici è completamente distrutto, mentre un altro 50% è danneggiato in modo grave e strutturale“, spiega Gurin. Che rispetto al numero di vittime dei bombardamenti sottolinea di non avere informazioni certe né definitive. “Dopo l’ospedale, sono stati colpiti il teatro e poi una scuola che erano diventati rifugi per centinaia di sfollati – sottolinea – In nessun caso è possibile dire con certezza quante persone siano morte perché, con gli spari in strada e i raid che continuano, i soccorritori non riescono a spostare le macerie e ad aprirsi un varco“.

La presa di Mariupol è considerata rilevante perché consentirebbe alle forze russe di collegare direttamente i reparti del Donbass con quelli della Crimea. Secondo il deputato, però, l’assedio non si spiega soltanto con ragioni di strategia militare. “Hanno circondato la città perché era più facile farlo di quanto non fosse con Kharkiv e Sumy, più a Nord”, sostiene Gurin. Che cita anche “Holodomor”, la carestia che tra il 1932 e il 1933 provocò milioni di vittime in Ucraina, e un dibattito storico che richiama le responsabilità del leader sovietico Josip Stalin. Ma il governo ucraino non dovrebbe, per difendere i suoi cittadini, cercare un compromesso e puntare sul negoziato invece di chiedere solo il ritiro russo? “Pongo a mia volta una domanda – risponde il deputato – Nel 1943 sarebbe stato giusto trattare con Adolf Hitler per scongiurare Auschwitz e Treblinka o invece era inevitabile opporsi al nazismo?“.

Si torna allora all’impegno manifestato dal governo italiano per la ricostruzione del teatro di Mariupol e, più in generale, alla risposta internazionale alla crisi in Ucraina. “I Paesi europei stanno ricommettendo lo stesso errore di 80 anni fa – afferma Gurin – Dicono che sono uniti nel condannare l’aggressione russa ma poi non compiono i passi necessari, anzitutto interdire il volo ai caccia russi nei cieli dell’Ucraina“.

Ma così non si rischierebbe un ulteriore inasprirsi e allargarsi del conflitto? “So solo che i russi questa guerra la perderanno“, dichiara Gurin. “Distruggono Mariupol e assassinano i civili perché finora non sono riusciti a raggiungere neanche uno dei loro obiettivi”. Secondo il deputato, “tutte le analisi militari confermano che l’esercito ucraino ha tagliato le linee di approvvigionamento russe“. Il deputato conclude, dopo aver chiesto di non rivelare il luogo dove si trova: “Tra una settimana Mariupol sarà alla fame ma gli aggressori resteranno impantanati“.

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